Bloody coltan

congo-miningLa “columbite-tantalite”, più comunemente conosciuta come “coltan”, è la fusionedei due minerali da cui tramite rifinitura si ricava il tantalio. Questo materiale, viene utilizzato per realizzare un tipo di condensatori molto utilizzato nei cellulari, nei computer e in moltissimi altri dispositivi elettronici.
Qual è il problema? Nel 2001 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite stilò un report in cui denunciava che lo sfruttamento illegale delle risorse minerarie nella Repubblica democratica del Congo – oro, diamanti e naturalmente coltan –  era direttamente collegato alle attività militari della zona.
Circa l’80% dell’estrazione di coltan è congolese, cosa che ha stimolato le fantasie dei “signori della guerra”. Attualmente, le miniere sono “sorvegliate” da bande organizzate di guerriglieri che obbligano i minatori a pagare una tangente e combattono tra di loro per ottenere il controllo sulle zone proficue. I proventi finanzieranno attività illecite e acquisto di armi.
Nelle miniere le condizioni dei lavoratori sono deplorevoli, con orari impossibili e sfruttamento di prigionieri, tra i quali ci sono anche bambini.
Per arginare il fenomeno, nel 2010 Obama firmò il “Dodd-Frank Act”, che prevede l’obbligo di certificare la provenienza dei minerali.
Insomma, niente più “bloodcoltan”, per parafrasare i ben più famosi “blooddiamonds”? Troppo bello per essere vero.
Infatti la parte orientale del Paese, quella più ricca di miniere, è proprio al confine con il Rwanda.Poche ore e i minerali estratti dalle miniere in Congo sono fuori dal Paese, trasportati da camion merci. Di male in peggio: non sono più i soli war lords a guadagnare dallo sfruttamento minerario  – e umano – della zona, ma anche l’esercito rwandese.
Le conseguenze di questo sfruttamento sono presto dette: deforestazione, alimentazione della criminalità locale, destabilizzazione politica, guerre. Si stima che il costo umano del coltan sia di 11 milioni di morti.
Nel frattempo, è persino nata una marca di cellulari etica, la “Fairphone”, che non utilizza questo minerale. Ma ne avrete difficilmente sentito parlare.
Dopo che la stampa internazionale ha denunciato la “questione coltan” non è ancora cambiato nulla. Troppi interessi economici e un “terzo mondo” che il “primo” e il “secondo” hanno voluto classificare in fondo alla lista, sono la ricetta che continuerà a far salire numeri che interesseranno solo gli statistici.
La triste certezza è che le cose rimarranno come sono ancora per molto, molto tempo.

Maurizio Iengo