Lo zoo di vetro

LO_ZOO_DI_VETRO_010_foto_Laila_PozzoNAPOLI – Al Teatro Nuovo mercoledì 11 febbraio  alle 21 (repliche fino a domenica 15) Arturo Cirillo porterà in scena “Lo zoo di vetro” del drammaturgo americano Tennessee Williams.
L’attore e regista partenopeo, supportato dalla traduzione di Gerardo Guerrieri, si misura con un classico del teatro del Novecento, mostrando meccanismi familiari sempre attuali e personaggi reali, nell’Italia di oggi come nell’America degli anni ’40.
Presentato da Tieffe Teatro, l’allestimento vede la presenza in scena, oltre allo stesso Cirillo, di Milvia Marigliano, Monica Piseddu, Edoardo Ribatto, e si avvale delle scene a cura di Dario Gessati, i costumi di Gianluca Falaschi, le luci di Mario Loprevite.
La regia poetica e sensibile di Cirillo si misura con un classico del teatro del novecento, mostrando meccanismi familiari sempre attuali e personaggi reali, nell’Italia di oggi come nell’America degli anni ‘40.
Il persistere della memoria, il suo tendersi sulla scia di sensazioni, distacchi, frasi sospese, disaccordi, si accompagna al rimpianto, a quella parte di poesia che, nella vita, forse, cerchiamo con intima soddisfazione, per avere la “certezza” di aver vissuto.
È questa l’essenza di “Lo zoo di vetro”, “un dramma di memoria”, secondo la definizione dello stesso Tennessee Williams, cioè è un testo dalla doppia natura.
Realistico nella descrizione dei rapporti tra i personaggi, ma totalmente onirico rispetto al tempo della vicenda e al tempo della sua rappresentazione. È la potente messa in scena dell’atto del ricordare e del rapporto con il passato come luogo del rimpianto.
Il dramma di Williams, scritto nel 1944, è incentrato sulle vicende della famiglia Wingfield, che si palesano in scena, uscendo dalla memoria del suo più giovane membro, Tom, che le racconta direttamente al pubblico.
I ricordi restituiscono le figure, ormai lontane ma sempre presenti, di Amanda, madre possessiva, ancorata al ricordo di una giovinezza, da tempo sfiorita, e ad un marito che se ne è andato per altri lidi troppo presto, e della sorella zoppa Laura, creatura gentile e fragile, proprio come le figurine dello zoo di vetro che conserva gelosamente tra le sue cose più preziose. Senza aspirazioni e progetti futuri, la ragazza è spinta dalla madre a cercare una relazione che la faccia uscire dalla costante apatia che la possiede.
Ecco che i ricordi, poi, si concentrano su una sera particolare, quando l’improvviso agognato invito a cena di un collega di Tom, Jim, è accettato, accendendo le speranze di un futuro migliore per le due donne.
Sarà solo un piccolo lampo, presto oscurato dalla dura realtà della solitudine, e Tom deciderà finalmente di smettere di nutrirsi di cinema e di andarsene come il padre, lasciando il modesto lavoro che lo occupa e le due donne per cercarsi un futuro migliore, anche se pieno d’incertezze.
Una storia di vinti che nella messa in scena di Cirillo dà aura a quell’eterno fallimento di chi vive ancorato al ricordo di una giovinezza che passa, senza più età, senza pietà per niente e nessuno.
(Foto by Lalla Pozzo)