Un amore vero

Castello di Somma Vesuviana donato da Alfonso a LucreziaCome nasce l’amore? A volte basta un battito di ciglia, uno sguardo, un luccichio negli occhi a far erompere un sentimento. Una scintilla ardente che suggella due anime e le rende dimentiche del mondo e presenti solo a se stesse.
Fu questo che accadde a Torre del Greco nel 1448, presumibilmente durante la vigilia della festa di San Giovanni Battista.
La giovane, bellissima e appena diciottenne, si atteneva alle usanze dell’imminente festività e lui, al solo vederla, se ne innamorò perdutamente.
Lucrezia d'AlagnoLa ragazza si chiamava Lucrezia d’Alagno, figlia di Nicola, di origine amalfitana, Capitano di Giustizia di Torre del Greco e Signore di Torre Annunziata, e di Covella Toraldo.
Lui era Alfonso V d’Aragona detto il Magnanimo, aveva 53 anni ed era re della Corona d’Aragona; la sua corte dimorava a Napoli.Alfonso V d'Aragona
Gli innamorati solevano incontrarsi nel luogo denominato Orto della Contessa, poco distante dal castello torrese del sovrano.
Lucrezia divenne la favorita del re ed ebbe su di lui un’ascendente tale che Loise De Rosa, cronista dell’epoca, nei Ricordi asserisce che « chi voleva alcuna grazia da lo re andava da Madama Lucrezia».
Il sovrano la ricoprì di prestigio, ricchezze e castelli, tra cui quello di Somma Vesuviana e il maniero e l’isola d’Ischia, donando titoli nobiliari, uffici, feudi e privilegi anche ai suoi familiari. Alfonso diede conviti, giostre e feste in onore di Lucrezia.
Padre Fedele Fonte scrive nel libro Laureana di Borrello: «L’amava perdutamente, cosicché in presenza di lei era come fuori di sé stesso, né vedeva, né udiva alcuno se non Lucrezia. Aveva sempre gli occhi su di lei; ne lodava le parole, ne ammirava la sapienza, ne approvava i gesti e diceva l’eccellente sua forma essere rarissima. E, avendola donata di molte cose e quasi onorata come regina, infine si diede tutto a lei».
Alfonso la faceva rispettare e onorare anche dal popolo e dalla corte come una moglie e una regina legittima. Tuttavia, il re era sposato con Maria di Castiglia, che viveva in Spagna ed era sterile. Il sovrano chiese più volte inutilmente a Papa Callisto III, al secolo Alfonso Borgia, l’annullamento del matrimonio.
Callisto-III
Lucrezia amava i piaceri di cui il sovrano la circondava, ma desiderava intensamente divenire regina. Inoltre, il loro pare fosse un amore platonico: più volte le fonti storiche sottolineano l’illibatezza della favorita.
Confidando in tali ragioni l’11 ottobre 1457 la giovane si recò dal Papa con un grande e sfarzoso corteo per potergli parlare personalmente del problema matrimoniale.
Tuttavia Callisto III, pur accogliendola degnamente, si rifiutò categoricamente di concedere l’annullamento, temendo di « … finire all’inferno insieme all’amante del re».
Sconsolato, Alfonso andò incontro a Lucrezia il 27 ottobre e tentò in ogni modo di darle conforto.
Nel giugno del 1458 il re morì. La situazione della donna non fu facile: non aveva realizzato il suo sogno di divenire regina e non venne nominata nel testamento del re. Inoltre, temeva di perdere il suo prestigio con la successione al trono di Ferdinando I.
Il Regno dopo la morte di Alfonso V perse la sua pace, devastato da congiure, intrighi e ribellioni.
Lucrezia fu costretta a fuggire prima in Dalmazia, poi a Ravenna, per poi stabilirsi definitivamente a Roma, dove morì nel febbraio del 1479.
È possibile ritenere che il suo patrimonio – o ciò che ne rimase – venne diviso tra la famiglia e il monastero di San Domenico Maggiore a Napoli.
Lucrezia d’Alagno fu sepolta nella Basilica di Santa Maria sopra Minerva a Roma, dove ora non v’è più traccia alcuna, nemmeno della sua lapide.
Tuttavia la favorita di Alfonso V d’Aragona è ricordata dai romani con l’appellativo di Madama Lucrezia. Inoltre, sembrerebbe che rappresenti proprio lei a scultura di un busto femminile che si trova in piazza Venezia, nella Capitale, nei pressi di dove probabilmente Lucrezia  visse i suoi ultimi anni.
busto di Lucrezia d'Alagno

Tiziana Muselli