Comicon 2014: Fumetti e Cultura

Daniele PetrellaNAPOLI – Alla XVI edizione  del Comicon, svoltasi alla Mostra d’Oltremare dal 1 al 4 aggio interessanti incontri all’Asian Village, non solo Manga e Fumetti.
L’archeologo Napoletano Daniele Petrella, Presidente dell’International Research Institute of Archeology and Ethnology, nonché direttore della Spedizione Archeologica Italiana in Giappone, ha tenuto la conferenza Il Mistero di Marco Polo… Arrivò in Cina?, nella quale ha esposto le sue teorie sulla effettiva verità riguardo ai viaggi che il mercante veneziano descrisse nel suo libro Il Milione.
In realtà, secondo Daniele Petrella «Marco Polo non arrivò mai fino a Pechino, si fermò molto prima»;  l’ ipotesi più veritiera sul viaggio di Marco Polo è quella che si sarebbe fermato molto prima, in Persia forse sulle rive del Mar Nero, dove sarebbe venuto in contatto con viaggiatori persiani, raccogliendo da varie fonti di seconda mano le notizie riportate Il Milione.
Il percorsoPetrella afferma che «Non ci sono in realtà elementi per stabilire una verità definitiva, fino a questo momento i principali indizi che Marco Polo non sia arrivato fino a Pechino si sono basati sullo studio del testo di Il Milione.
Da archeologi, noi siamo andati alla ricerca del dato materiale, cioè di prove concrete di quel viaggio. E proprio quanto emerso nel corso della nostra missione archeologica mi fa dubitare di quei racconti».
Esistono infatti episodi che rendono inverosimili i racconti di Marco Polo su  uno dei principali eventi storici descritti nel libro, come il tentativo di Kublai Khan di invadere il Giappone,
«I tentativi di sbarco furono due, nel 1274 e nel 1281 – dice l’archeologo – Marco Polo li confonde, mischiando circostanze riguardanti la prima spedizione e altre della seconda. Racconta che gli uomini di Kublai Khan tornarono dal Giappone descrivendo un Paese ricchissimo, con i tetti dei palazzi ricoperti d’oro. Si riferisce probabilmente alla spedizione dei delegati mongoli che fu la premessa al primo tentativo d’invasione, – precisa lo studioso – descrive poi la flotta che salpò dalla Corea e il tifone che la affondò prima di raggiungere le coste giapponesi, che è pero del 1281. Com’è possibile che un testimone diretto faccia confusione tra fatti separati da sette anni?»
Un momento della conferenza
Inoltre, Marco Polo « … è assai sintetico nel descrivere la flotta mongola. Eppure doveva essere alquanto imponente, visto che alcune fonti parlano addirittura di 4.500 navi. Uno schieramento che avrebbe colpito qualsiasi osservatore. Invece – aggiunge – gli unici dati riportati sono le dimensioni delle imbarcazioni. Inoltre Marco Polo dice che gli alberi delle navi erano cinque. Invece erano tre, più un quarto albero mobile. Descrive le imbarcazioni come vascelli da guerra, invece erano navi mercantili, senza remi. E non accenna – conclude – alla bussola, di invenzione cinese».
In definitiva il professor Petrella afferma che in Il Milione tutto ciò che è avvenuto fino al mar Nero potrebbe essere vero, ma ciò che Polo descrive al di là di questo limite potrebbe essere frutto di un racconto di fantasia, mai avvenuto nella realtà.
Il condizionale è d’obbligo poiché vi sono molti altri studiosi che sostengono la veridicità su quanto descritto nel libro: il dibattito ed il confronto è ancora aperto, anzi Daniele Petrella puntualizza che all’inizio i rapporti con i sostenitori della originalità totale era molto conflittuale ma con il tempo si sono sicuramente distesi ed oggi si discute in merito con un costruttivo spirito di confronto.
Resta il fatto che la grande opera di Marco Polo ha costituito per secolo una sorta di vademecum del viaggiatore, tant’è vero che, dice Petrella, lo stesso Cristoforo Colombo affrontò il suo famoso viaggio alla volta delle Indie partì con Il Milione sotto al braccio.

Antonio Vitale