Gesù è nato a Napoli

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LUCIANO DE CRESCENZO
NAPOLI – Al Complesso Monumentale San Gennaro all’Olmo di via San Gregorio Armeno martedì 10 dicembre alle 17.30 Luciano De Crescenzo presenterà il suo ultimo libro Gesù è nato a Napoli. La mia storia del presepe, ed. Mondadori.
L’evento è organizzato dalla Fondazione Giambattista Vico e Arnoldo Mondadori Editore.
Ad accompagnare l’autore tra le stradine del presepe, una delle più amate e coinvolgenti tradizioni partenopee, ci saranno Pasquale Esposito e Gigi Marzullo.
Il dibattito verrà moderato da Francesca Viti, mentre il Maestro Carlo Missaglia eseguirà alcuni brani ispirati alla tradizione del Natale.
Luciano De Crescenzo nel suo libro racconta: «La suddivisione tra quelli a cui piace l’albero di Natale e quelli a cui piace il presepe, tra alberisti e presepisti, è tanto importante che, secondo me, dovrebbe comparire sui documenti di identità. Il primo tiene in gran conto la Forma, il Denaro e il Potere; il secondo invece pone ai primi posti l’Amore e la Poesia.
Tra le due categorie non ci può essere colloquio, uno parla e l’altro non capisce. Quelli a cui piace l’albero di Natale sono solo dei consumisti. Il presepista invece, bravo o non bravo, diventa creatore e il suo Vangelo è Natale in casa Cupiello».
Luciano De Crescenzo ha dunque ricostruito con la sua dolce ironia le origini del presepe da Virgilio a Eduardo, e ha ritratto a uno a uno i personaggi che lo compongono: dai Re Magi a Cicci Bacco, da Benino al Pastore della Meraviglia.
«I pastori debbono essere quelli di creta, fatti un poco brutti e soprattutto nati a San Gregorio Armeno, nel cuore di Napoli, e non quelli di plastica che vendono al supermercato, e che sembrano finti  – prosegue De Crescenzo: i pastori debbono essere quelli degli anni precedenti e non fa niente se sono quasi tutti scassati, l’importante è che il capofamiglia li conosca per nome uno per uno e sappia raccontare per ogni pastore ‘nu bello fattariello … »
Nessuno come Luciano De Crescenzo sa raccontare le storie mitologiche dell’antica Grecia intrecciate alla nostra vita quotidiana, far parlare i pastorelli, farli discutere, litigare, spettegolare, come se il presepe avesse trovato il suo naturale scenario tra i bassi napoletani.
Ha concluso Luciano De Crescenzo: « Vorrei che leggendo questo libro i pastori del presepe diventassero come dei vostri parenti, degli zii o dei cugini, dei personaggi di famiglia a cui si vuole bene».