AIESEC, i giovani per il mondo

NAPOLI – Martedì 4 dicembre al complesso universitario di Monte Sant’Angelo si è svolta la presentazione di«AIESEC Valley – It’s time for cooperAction», un evento a cura dell’associazione studentesca, in cui è stato presentato il progetto coordinato da Alessio Iadicicco.
L’AIESEC (AssociationInternationaledesEtudiants en SciencesEconomiques et Commerciales), è un’associazione studentesca attiva in tutto il mondo che conta oltre cinquantamila membri.
Si occupa principalmente di organizzare stage internazionali di universitari o neolaureati, coinvolgendo menti da tutto il mondo.
«Creare giovani leader» e «creare network» sono due volontà che sono poi emerse nel corso dell’evento.
La conferenza, dopo un’introduzione del presidente dell’antenna Federico II, Emanuele Giovatore, è stata affidata perlopiù ad Alessio Iadicicco, l’event manager di «AIESEC Valley».
L’iniziativa, parte del più ampio progetto «Help to Help», si concretizza nello scambio internazionale di risorse umane.
AIESEC permette alle aziende del territorio che si affidano all’associazione, in cambio del costo di circa trentacinque euro sostenuto per i visti internazionali, di organizzare stage all’interno delle loro imprese.
I ragazzi, arrivati dall’estero, ricevono vitto e alloggio a spese degli sponsor che collaborano con AIESEC: Henkel e Unicredit sono solo alcuni dei partner.
Altre iniziative attualmente in corso, sono «Summer Camp» ed «Edu-change». È proprio nell’ambito di quest’ultima che Alejandro, ingegnere venezuelano insegna inglese in una scuola elementare.
Alejandro, cosa significa AIESEC?
AIESEC significa cambiamento, rompe le barriere tra le nazioni creando contatti internazionali e scambi culturali. Ad esempio, io che vengo dal Venezuela ho la possibilità di parlare ai bambini del mio Paese e di insegnare loro l’inglese. Questo fa sì che possano avere una mentalità più aperta, perché uno dei problemi del mondo è il razzismo. Mi sono sempre chiesto come cambiare il mondo, come poterlo rendere migliore: AIESEC fa proprio questo.
I bambini come rispondono?
È fantastico: i bambini si aspettano tantissime cose da te; io sono un ingegnere petrolifero nel mio Paese, quindi non ho mai insegnato inglese, però conosco bene la lingua perché ho vissuto negli Stati Uniti. Alcuni bambini sono molto irrequieti, ma quando sono io ad insegnare si comportano bene, capiscono che sono lì senza essere pagato, lo faccio solo per aiutare. Succede che mi abbracciano, e tutto questo è incredibile.

Maurizio Iengo