Liliana De Curtis al Rotary Duomo

LILIANA DE CURTIS AL CENTRO CON IL PRESIDENTE GIOVANNI LANGONE E  LA MOGLIE ANNA MARIA GIORDANOSALERNO – Grande artista sulla scena e grande uomo nella vita: questo era Totò che martedì 13 maggio al Grand Hotel Salerno, ricordato dalla figlia Liliana De Curtis, protagonista della conviviale rotariana a lei dedicata, organizzata  dal presidente del Club Rotary Salerno Duomo, l’ingegnere Giovanni Langone, che da  grande appassionato  dell’amato comico italiano ha voluto che si raccontasse La dimensione umana  di uno dei più grandi attori di tutti i tempi.
La signora De Curtis ha narrato che quando lei nacque a Roma,  il 10 maggio1933, Totò,  pur sapendo che a breve sarebbe nata sua figlia, non rinunciò a recitare  al Teatro Eliseo. «Fu informato della  mia nascita, prima di entrare in scena. A quel punto, sul palco, si scusò con il pubblico dicendo: Signori mi hanno comunicato che è nata mia figlia. Vado a conoscerla e tra dieci minuti sono da voi. Arrivato in albergo – perché non volle che nascessi in clinica – quando mi vide, rivolto a mia madre, disse: Mamma mia quanto è brutta. Sembro io specchiato in un cucchiaio. Questa di sicuro non è figlia mia!»
La principessa  De Curtis, ha anche raccontato che il padre sposò nel 1935 la madre Diana Rogliani: «Io avevo già due anni. Ma mia madre non poteva sposarsi prima perchè era minorenne. Totò la conobbe in teatro a Firenze, quando lei aveva solo sedici anni e lui trentatré».
Totò ebbe un’infanzia  difficile: «Figlio di una portiera, che lo concepì con il marchese De Curtis – che però non lo riconobbe subito – visse nel Quartiere Sanità di Napoli. A otto anni andò in collegio. Il suo più grande amico fu Eduardo De Filippo, cresciuto con lui nello stesso quartiere».
Liliana  ha raccontato di aver vissuto un’infanzia bellissima con il padre che però era molto severo e  geloso. «A Capri, quando andavo a mare, mi controllava con il cannocchiale».
Era anche molto generoso: «Viveva da principe senza rinnegare le sue umili origini. Con il nostro fidatissimo autista Carlo Cafiero, di  notte, si faceva accompagnare nei vicoli del quartiere Sanità, dove metteva delle buste con del denaro, stirato e profumato, sotto le porte dei bassi. Molti mariti si insospettivano pensando che li mettesse qualche amante della moglie».
Liliana De Curtis  si è sposata due volte: «La prima  con Gianni Buffardi, anche se mio padre non voleva e per questo non venne al mio matrimonio. Aveva ragione, infatti mi separai da lui. La seconda volta mi sono sposata con Sergio Anticoli col quale mi trasferii in Africa».
Liliana  ha poi svelato che la canzone Malafemmena non è stata dedicata a Silvana Pampanini,  l’attrice di cui Totò si invaghì, ma  alla madre Diana: «Lasciò mio padre, stanca della sua gelosia ed anche perchè si vociferava di una sua relazione  con la Pampanini.   Mia madre sposò  poi l’ avvocato Michele Trufaroli, suo spasimante da tempo, e mio padre rimase solo nella casa dei Parioli con il suo cane Dick. Qualche anno dopo, incontrò Franca Faldini che rimase con lui fino alla fine. Con i proventi di Malafemmena  regalò  a mia madre, rimasta sola, un appartamento a Roma».
Totò era  molto religioso: «È stato amico di Padre Pio e sicuramente avrebbe amato Papa Francesco», ha spiegato Liliana De Curtis, che ha anche ricordato il giorno della morte del padre, a 69 anni: «Lo vestii io con il suo elegante abito da yacht man. Al funerale, nella Chiesa del Carmine, la piazza era invasa dalla gente che  aveva lo sguardo incredulo, sbigottito. Un’esplosione di lacrime».
La memoria di Totò è più viva che mai. Tanti i biglietti e le lettere lasciate dalla gente nella sua cappella di famiglia. «Il giorno dei morti una signora anziana ha portato anche una pizza fritta».
La signora Liliana ha poi recitato la poesia del padre Sarchiapone e Ludovico, che a lei piace più  di ‘A Livella: «Una poesia nata dal suo cuore che è rimasta nel cuore della gente».
Sicuramente Miseria e Nobiltà è uno dei film preferiti di Totò: « … anche se a me piace molto Guardie e ladri,  e  San Giovanni decollato, un film al quale tengo molto perché ho recitato accanto a mio padre», ha affermato la signora Liliana che è stata accompagnata dai suoi amici di famiglia  Pina Conte ed Enzo Imperatore, coi quali vive a Napoli, ai Camaldoli: «A novembre, per tre mesi, vado a Città del Capo, in Africa».
Liliana  ha ricordato che per  Totò, che non seguiva i copioni, ma improvvisava,  la sua spalla preferita era Peppino De Filippo e naturalmente anche Nino Taranto.
Totò era un attore completo: «Severo e intransigente  in teatro e in famiglia anche se  molto generoso e dolce. Totò è sempre al centro del palcoscenico, io sono soltanto la sua umile controfigura».

Aniello Palumbo