Calcio, la serie B riparte da una novità: il cartellino verde

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cartellino_verde-300x225NAPOLI – In tempi di bufale sul web, sarà di certo apparsa tale anche la notizia del cartellino verde. E invece non è uno scherzo: è il nuovo provvedimento, tutt’altro che punitivo, introdotto dalla Uefa  ai fini di promuovere al meglio il fair-play. Un’idea lodevole voluta dal presidente della Lega di serie B, Andrea Abodi. Espediente mai più consono, se si considera quanto sia calato negli ultimi anni il livello disciplinare di numerosi giocatori durante le partite di calcio. E come è noto, non solo di coloro che gareggiano nel campionato cadetto. Se si riporta infatti la mente a pochi mesi fa, tra le recenti risse della serie A, quella di Higuain- Mirante, per citarne qualcuna, è sicuramente tra le più indecenti viste, soprattutto per il motivo che la scatenò. Ma almeno per il momento, dopo le categorie giovanili, è solo la serie B ad essere inserita in questa nuova misura a disposizione degli arbitri. Nuova e alquanto singolare, visto che non si tratta di sanzionare condotte di gioco ai limiti del regolamento, ma piuttosto di premiare. Sì, un po’ come fanno le mamme con quei bambini “pesti” ai quali si promettono leccornie e giri sulle giostre, in cambio che siano meno scalmanati.
Non è ancora noto il tipo di ricompensa che ricaveranno a fine stagione i protagonisti di mani tese verso l’avversario infortunato, palle prontamente restituite, o gol di mano e falli da rigore subito confessati. Ma c’è qualcosa forse che potrà inorgoglire i cosiddetti calciatori “buoni”, che vale più di ogni premio materiale. È la stima dei propri beniamini: costituire esempio di correttezza ed estrema lealtà sportiva per il pubblico dei più piccoli, specie di quelli che sognano di intraprendere la stessa carriera agonistica. Che campioni diventeranno, se invece continueranno ad assistere solo ad episodi di violenza, non solo fisica, ma anche verbale? Dunque dal prossimo sabato, se il cartellino verde farà davvero “furore”, dovremmo assistere tutti a partite  più gradevoli, ad un “buon” calcio, almeno sotto l’aspetto etico-morale. Un bel da fare per gli arbitri, impegnati non solo ad annotare sanzioni che finiranno sul tavolo del Giudice Sportivo, ma anche i nomi dei calciatori che hanno saputo innalzare sul podio il fair play. Un po’ come si faceva nelle scuole elementari una volta, dove si scrivevano buoni e cattivi alla lavagna. E allora auguriamoci che il green card serva realmente a restituire dignità a uno degli sport più belli del mondo.

                                                                                                                                Nina Panariello