Vent’anni di Max Gazzè

Gazzè1MARCIANISE (CASERTA) – In tantissimi nella piazza centrale di La Reggia Designer Outlet sabato 1 agosto ad attendere l’arrivo di Max Gazzè, atteso ospite del Summer Festival 2015.

Alcuni minuti e sale sul palco: t-shirt bianca, jeans chiaro e basso alla mano. In ordine misto, passa rapidamente in rassegna tutti i pezzi che lo hanno maggiormente contraddistinto, accompagnato dalla sua storica band di supporto: Giorgio Baldi alle chitarre,  Clemente Ferrari alla tastiera, CristianoMicalizzi alla batteria e Max “Dedo” De Domenico agli strumenti a fiato.

Reduce dall’ultimo live al rock in Roma con i due colleghi Silvestri e Fabi, Gazzè intona e suona, tra le altre, “L’amore non esiste” tratta dal fortunato album “Il padrone della festa” uscito lo scorso settembre. «Non so se sono in grado di imitare le voci di Sivestri e Fabi, ma farò del mio meglio», commenta accolto da un plauso prima di cimentarsi nel brano.

Il live ha una durata di circa un’ora e mezza. Gazzè è spontaneo e disinvolto da rodato veterano e alterna i brani che hanno segnato il suo esordio musicale ad alcuni meno popolari ma ai quali si sente particolarmente legato.

L’avanzamento della scaletta è rapido, talvolta intervallato da brevi ed allegri siparietti con il coinvolgimento di Clemente Ferrari,  che da anni “anima” i tasti bicolore dei sintetizzatori a fare da perfetto tappeto sonoro ai brani mai troppo puramente pop, macchiati da impronte blues e jazz che mettono in luce l’educazione musicale – e successiva maturazione – impartita sin da adolescente a Gazzè, bassista prima di tutto, che proprio impugnando il suo Fender Jaguar Bass rosso acceso, mette in grassetto l’aspetto poliedrico che più di tutti lo caratterizza, e accompagna degnamente la cassa e i piatti di Cristiano Micalizzi. Specie in pezzi come “Il solito sesso”, in cui i ben sette cambi di tonalità mettono in luce la tecnica e la bravura del cantautore e della band.

Gazzè incita il pubblico a seguirlo sul finale di “Cara Valentina” in cui si diverte a modificare, in maniera quasi impercettibile il testo, al fine di disorientare un po’ l’uditorio.

«Sono venti anni che cantate questa canzone», aggiunge beffardo.

Verso la fine fa per andarsene ma è richiamato dal pubblico con un sonoro “bis”. Gazzè salta sul palco e improvvisa altri 3 pezzi, concludendo con l’arcinota “Una musica può fare”, contenuta nell’album “La favola di Adamo ed Eva”, con la quale nel 1999 ha partecipato al Festival di Sanremo nella sezione “giovani”.

Ad attenderlo, sotto il palco, i suoi numerosissimi fan mettono in moto il consueto tran tran per strappargli foto ed autografi.

Francesca Mancini