Villa Meola, un gioiello barocco

villameola1Uno splendido esempio di rococò napoletano, definito “gemma settecentesca della costa vesuviana” Villa Meola nel 1724 fu fatta costruire  a Portici per conto del marchese Carlo Danza.
Nato a San Giorgio a Cremano nel 1692, Danza era presidente del Sacro Regio Consiglio della magistratura del Regno a Napoli durante il vicereame austriaco. Riconfermato nel suo incarico da Carlo III di Borbone nel 1734, presiedette la Giunta Regia inquisitoria contro la massoneria napoletana nell’ottobre del 1751, diretta fino ad un anno prima dal principe Raimondo de Sangro di Sansevero. Anche Danza stesso era massone e aderiva alla loggia napoletana Rosa d’Ordine Magno, che a sua volta faceva parte della loggia napoletana Lo Zelo diretta dal principe Vincenzo de Sangro, generale di brigata del Regio esercito.
Per volere di Tanucci ebbe quest’incarico anche dal 1775 al 1777, facendo arrestare l’ingegnere romano Felice Piccinini, direttore del laboratorio alchemico di don Raimondo, nonché precettore di matematica dei principini de Sangro. Il de Sangro fece però valere la propria influenza per far scarcerare Piccinini. Il marchese Danza venne destituito e congedato da ogni incarico regio, come pure  nell’ottobre del 1776 Bernardo Tanucci da primo ministro, su ricorso del principe Francesco d’Aquino di Caramanico – che si dice fosse l’amante della regina Maria Carolina – pure massone  e capo della massoneria napoletana dal 1773.
Villa Danza  fu costruita su progetti del Vaccaro e del Sanfelice. Al Vaccaro è attribuito il cortile interno in piperno e la cappella privata, mentre il Sanfelice progettò la bellissima scala esterna della villa circondata da un magnifico giardino barocco in sintonia con lo stile interno ed esterno, un fantasioso mondo di mascheroni e vita vegetale.  Una lapide attesta l’anno di costruzione: D.O.M. Carolus Danza construendum curavit A.D. MDCCXXIV
Il bellissimo edificio, che affaccia sull’attuale via Marconi. Originariamente aveva anche un affaccio laterale su  un viale detto Danza che raggiungeva la Strada Regia, l’attuale SS 18 o delle Calabrie.
Villa Danza ospitò dal 1738 al 1748 d’estate in luglio ogni anno Carlo III e la regina Maria Amalia e la corte in vacanza estiva durante la costruzione e sistemazione della vicina Reggia estiva di Portici, inaugurata nel 1748.
La Villa fu inserita nell’elenco della mappa topografica del duca di Noja.
In pensione dal 1777, il marchese Carlo Danza, 83 anni ma ancora sveglio di mente e di corpo, divenne intendente generale, amministratore privato generale dei beni e casa dei principi di Sansevero, sostituendo il giudice della Vicaria Domenico Cavalli. Danza ricoprì quest’ incarico in fino alla sua morte, avvenuta nel 1781.
Morto il marchese senza eredi la casata si estinse confluendo nella nobile famiglia Tagliavia d’Aragona, patrizi di Napoli, imparentati con i Pignatelli Cortes d’Aragona. Venduta nel 1911 da don Francesco Tagliavia, fu acquistata dal cavalier Felice Meola, con atto di compravendita del 6 maggio tramite il notar Luigi Maddalena di Napoli, fu concedessa per iscritto la facoltà di  rimuovere il cornicione del palazzo dalla parte di viale Danza per costruirvi i balconi sopraposti e togliere i fregi  dell’atrio del cortile quadrato a 6 metri del giardino per allungare la scala sulla destra.
I lavori di restauro e di conservazione edile furono fatti nel 1959 dai proprietari discendenti meola. Il giardino fu coltivato ad agrumeto conservando i piedistalli in piperno per i busti marmorei e  la ricca decorazione del cortile, delle facciate e di molte sale interne delgi appartamenti e del porticato verso l’atrio antico, mantenendosi intatta al 1980

 Michele Di Iorio