Il casato dei Sanfelice

Stemma SanfeliceLa famiglia dei Sanfelice di Napoli ebbe origine nel 1018 dal cavaliere normanno Pietro Venuto che faceva parte del seguito di re Roberto d’Altavilla detto il Guiscardo.
Pietro Venuto ricevette in feudo il castello di San Felice in Terra di Lavoro.
Suo nipote Pietro II ebbe poi da re Federico II di Svevia i feudi e il titolo di conte di Bagnoli e di Corigliano, rispettivamente nel 1236 e nel 124. Fu patrizio di Napoli al Seggio di Montagna, e poi di Cosenza.
I suoi tre figli Leonardo, Guglielmo e Giordano nel 1266 furono creati Cavalieri da Carlo I d’Angiò ed ebbero numerosi incarichi amministrativi.
La nobile famiglia dei conti di Sanfelice di Bagnoli e di Corigliano divenne potentissima sotto gli Aragona. Giacomo che fu paggio di re Alfonso nel 1453 e consigliere del collaterale re Ferdinando nel 1460.
Tommaso Sanfelice fu commissario pontificio nel Concilio di Trento, vescovo di Venosa e di Cava de’ Tirreni, ambasciatore a Napoli per papa Paolo IV e poi governatore pontificio di Perugia, ove divenne patrizio.
Antonio fu scrittore e poeta nel 1532 e il conte Francesco fu scrittore giuridico nel 1520.
Infine Filippo II d’Asburgo creò Consiglieri regi di Stato sia Camillo che Giovan Battista. Un altro fratello, Orazio, fu sindaco di Napoli.
L’avo guerriero della gloriosa famiglia Sanfelice fu Giacomo, valoroso alfiere e cavaliere di Sant’Jago nel 1554 e poi Cavaliere di Malta e Capitano di Spagna nel 1583, colonnello nel 1620, con i titoli di duca di Rodi e di Bagnoli del Trigo in Molise.
Anche Giovan Vincenzo si distinse come Capitano ed ebbe il ducato di Lauriano nel 1637 e poi marchese di Camerota nel milanese, Maestro di Campo generale, nonché Consigliere di Guerra di Filippo III di Spagna, regio governatore della provincia calabrese di Citra, principe di Monteverde. Fu Maresciallo di Campo in Brasile.
Giovanni Serio Sanfelice signore di Acquavella nel 1648 fu Maestro Portulano a Napoli. Ebbe troncata la testa durante la rivolta di Masaniello.
Gennaro fu vescovo di Cosenza nel 1660 e Ferdinando (1675-1750) fu il grande architetto e pittore che operònel napoletano.
Camillo Valente, marchese di Torricella, nel 1725 fu capitano dei Moschettieri del re di Napoli.
La famiglia dei Sanfelice fu premiata da Ferdinando IV di Borbone con ancora feudi e titoli: divennero marchesi di Montesilvano nel 1775 e duchi di Acquavella nel 1795.
La storia ci ricorda Andrea Sanfelice, figlio dell’architetto, Cavaliere di San Gennaro e capitano dellal guardia nobile che sposò nel 1781 sua cugina Luisa Molino, imparentata con i duchi di Lauriano e di Agropoli, la cui triste vicenda èlegata ai fatti della parentesi repubblicana dei 1799.
La dimora napoletana dei Sanfelice più antica fu il palazzo in via Arena alla Sanità, edificato dall’architetto Ferdinando con i famosi spengitoi in marmo ai lati dell’ingresso del palazzo per le torce dei domestici di casa, venduto nel 1759 al colonnello Moscati, amico di Raimondo de Sangro.
I Sanfelice andarono ad abitare nel nuovo palazzo di via Pisanelli, di fronte via Anticaglia e al Monastero delle 33 clarisse di clausura, nel quartiere di San Lorenzo e Vicaria, costruito nel 1656, e restaurato in piena meta del settecento dallo stesso architetto di famiglia. Rimase di loro proprietà fino al 1818.
Nel 1836 Ferdinando duca di Bagnoli e di San Cipriano scrisse la monumentale storia dei Sanfelice.
Guglielmo Sanfelice di Acquavella (1834-1897) studiò i seminario e fu ordinato monaco benedettino alla Badia di Cava de’ Tirreni, dove fu professore di letteratura.
A Napoli dal marzo del 1855, nel 1878pubblicò un famoso testo giuridico sul Diritto Canonico. Fu inoltre arcivescovo e cardinale. Si prodigò estremamente durante l’epidemia di colera del 1884. Morì nel 1897.
Dal 1855 la famiglia Sanfelice andò ad abitare al nuovo palazzo in piazza del Gesù – dove venne girato il film di de Sica ”L’oro di Napoli” nel 1954 – detto di Monteforte,  una volta divenuti marchesi del feudo irpino.
Il primo duca di Sanfelice ad abracciare l’attività medica fu Francesco (1861-1944). Laureatosi nel 1887, fuassistente universitario e titolare della cattedra d’Igiene, poi a Messina, a Modena e infine a Bari. Scrisse e pubblicò vari trattati sulla tubercolosi e sui tumori maligni.
Nazario Sanfelice, fu l’ultimo della famiglialegato con la dinastia reale dei borbone Due Sicilie. Divenne sindaco di Napoli dal 1839 al 1847, poi Regio Intendente provinciale di Messina e cosi di Foggia.
Da suo figlio Fabio nacque Nazario II, cavaliere pontificio di San Gregorio Magno. Si sposò con Anna dei duchi de Sangro.
Del ramo dei marchesi di Monteforte, Francesco d’Assisi Sanfelice fu ufficiale borbonico di artiglieria, distintosi in Sicilia nel settembre del 1848 e poi nel febbraio e aprile 1849, con la promozione a capitano di artiglieria ippottrainata. Fu Cavaliere del Sacro Ordine Militare Costantiniano di San Giorgio e di San Ferdinando del Merito.
Suo fratello Cesare, guardiamarina della flotta borbonica dellle due sicilie dal 1859 e passò allaquella italiana nel 1860. Si distinse contro gli austriaci nella battaglia navale di Lissa nel 1866. Fu Cavaliere di San Maurizio e Lazzaro, della Corona d’Italia, Commendatore degli ordini di Francesco Giuseppe d’Austria e di Medjdied di Turchia e Medaglia d’Argento al Valor Militare.
Luigi Sanfelice nel 1891 venne investito del titolo di principe di Viggiano.
In tempi più recenti, vorrei ricordare l’amico stimatissimo Edoardo Sanfelice di Monteforte, medico veterinario, nato a napoli neldicembre 1974, dimora nel palazzo avito di Sessa Aurunca.
Con lui spesso ho meditato sulla filosofia della vita, sul Gargano in Puglia , sul Vesuvio e lungo il vulcano spento di Roccamonfina.
Dopo gli studi aver all’istituto Denza di Napoli e all’istituto Morosini di Venezia nel 1993 e poi a Medicina veterinaria alla Federico II, specializzandosi in Profilasssi, Polizia veterinaria e Malattie infettive degli animali. Esercita la brillantemente la professione e ha salvato tante vite.
Edoardo Sanfelice di Monteforte, Cavaliere di San Giorgio e della Riunione, come già suo padre e i suoi avi, è un uomo degno di cotanta casata e custode delle cavalleresche tradizioni di famiglia. Racchiude in sé un grande pezzo della storia del Regno delle Due Sicilie.
(Foto di copertina: © Stemma Famiglia Sanfelice)

Michele Di Iorio