La fragilità di una città tra crolli e calamità naturali

Traversa RoccoPORTICI – lo sgombero dell’antico e fatiscente palazzo situato al civico 18 di via Lorenzo Rocco, storica stradina situata alle spalle del viale Ascione che va dalla Reggia di Portici al piazzale della guardia medica, è l’ennesimo episodio di una lunga serie che dimostra la precarietà delle strutture della cittadina vesuviana.
Risale in fatti a quattro giorni fa lo sgombero forzato delle 6 famiglie che alloggiano nel palazzo in questione; da un po’ di tempo oramai i residenti della via erano allarmati per i continui scricchiolii, vistose crepe e sporadici crolli di intonaco provenienti dal vecchio edificio.
I Vigili del Fuoco allertatati dai residenti, una volta accertata la pericolosità della struttura, hanno condotto le operazioni di sgombero con molte difficoltà, dal momento che attualmente via Università è chiusa al traffico a causa di lavori di riqualificazione proprio all’imbocco della traversa Rocco, per non parlare delle resistenze degli inquilini stessi restii a lasciare le proprie abitazioni, ora momentaneamente alloggiati in strutture alberghiere cittadine.
Inoltre il tratto di strada dove si trova il palazzo pericolante, proprio di fronte alla scalinata che conduce nel viale Ascione, è stato chiuso al traffico sia pedonale che veicolare, con la sgradevole conseguenza di vedersi preclusa l’unica via di comunicazione che, vista l’attuale chiusura della strada attigua, conduceva al centro di Portici passando per il piazzale Gradoni.
Ora gli autisti che arrivano dal corso Resina sono costretti a scendere via Roma di Ercolano passando così per piazza San Pasquale – zona molto congestionata dal traffico in questo periodo per la movida estiva del Granatello – o addirittura deviando completamente il percorso giungendo nelle zone alte attraverso via Madonnelle e via de Lauzieres.
Il territorio di Portici si è dimostrato fragile e instabile, soprattutto nei suoi immobili storici; infatti sono numerosi i crolli avvenuti negli ultimi anni e che hanno causato notevoli disagi alla viabilità.
L’ultimo è quello dell’ala di Villa d’Elboeuf crollata sui binari della linea ferroviaria Napoli-Salerno che ha causato la chiusura del tratto ferroviario che dura oramai da circa 6 mesi; solo un anno fa si ricorda il tragico crollo del balcone dell’antico palazzo al corso Garibaldi che ha causato la morte di 3 persone, mentre risale al 2011 il cedimento di parte della facciata principale di Villa Lauro Lancellotti, sempre lungo il corso.
In questi mesi la cittadina porticese è interessata da lavori di riqualificazione stradale previsti dal piano PIU Europa, ma i cittadini lamentano la mancata attuazione di una seria politica di ristrutturazione o semplice messa in sicurezza delle infrastrutture pericolanti.
Infatti alcune voci di corridoio attribuiscono proprio ai lavori stradali i danni strutturali subiti dal vecchio e fatiscente palazzo del civico 18 di traversa Rocco, la cui stabilità precaria non avrebbe retto alle forti vibrazioni provenienti dalle immediate vicinanze.
Inoltre il dito è stato puntato anche verso i lavori per la realizzazione del parcheggio coperto nel sottosuolo della traversa a destra del vicino viale Ascione, la cui realizzazione è avvenuta effettuando profondi scavi fin quasi sotto le fondamenta delle abitazioni.
Tromba d'ariaIl territorio di Portici, come molti altri comuni vesuviani, sta decisamente attraversando un periodo difficile, perché oltre ai crolli di strutture pericolanti si è rivelato indifeso alle forti intemperie, come hanno dimostrato i notevoli danni causati dalla tromba d’aria che s’è abbattuta sul litorale vesuviano lo scorso 16 giugno: sradicamenti di alberi, crolli di muri e voli di tettoie in alluminio letteralmente cadute dal cielo, che per solo per un caso fortuito o per un miracolo non hanno causato vittime tra i cittadini.
È stata una tromba d’aria che ovviamente non ha nulla a che vedere con i spaventosi uragani tropicali che flagellano periodicamente altre zone del globo, ma che comunque la città non ha saputo gestire.
Infatti oramai questi fenomeni meteorologici sono da considerarsi non più imprevedibili, dal momento che ultimamente stanno avvenendo con una preoccupante frequenza nel mar Tirreno. Infatti appena due giorni dopo un’altra tromba d’aria si è riformata nuovamente a largo del litorale porticese, fortunatamente senza toccare terra, mentre un’altra si è formata al largo di Castellamare di Stabia lunedì 14 luglio durante una forte perturbazione, e si ricorda ancora la tromba d’aria al largo del mare di Ischia nell’agosto del 2010, di cui il web è pieno di immagini amatoriali.
Il clima del Tirreno è decisamente cambiato e le forti perturbazioni si fanno sempre più intense. Dati i precedenti occorrerebbe attuare un efficace piano d’emergenza per fronteggiare questi eventi; basterebbe anche una sorta di allarme che inviti la popolazione a correre al riparo all’avvistamento di trombe d’aria, visto che si possono tranquillamente avvistare a largo della costa alcuni quarti d’ora prima che giungano a riva.
Basterebbe prendere ad esempio alcune popolazioni delle poverissime regioni dell’oceano Indiano, che al passaggio di trombe d’aria adottano un semplicissimo sistema d’allarme: suonano le campane!

Francesco Bartiromo