Mondiali 2014, la "santa finale" aumenta l'incubo brasiliano

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Messi e higuainNAPOLI – Dopo che le sanguinose contestazioni da parte di centinaia di Indios e migliaia di civili indignati, invano avevano tentato di impedire che fossero giocati i Mondiali di Calcio 2014, l’unica amara consolazione per il popolo brasiliano restava vedere la Coppa del Mondo innalzata al cielo dai propri beniamini.
E invece nulla. Un sogno svanito, ma non solo. Oltre il danno ci sarebbe anche la beffa. Sì, perché domenica 13 luglio alle 21 allo Stadio Maracanà, la “santa finale”, così ribattezzata in allusione alle nazionalità dei due Papi, Bergoglio e Ratzinger, potrebbe essere vinta contro tutti i pronostici proprio dall’Argentina, eterna rivale dei carioca.
Sfortunata o semplicemente “distratta” la Nazionale brasiliana, se di disattenzione si può trattare quando si è sconfitti con 6 gol di scarto. Già dall’inizio dei Mondiali, alcuni fastidiosi cori risuonanti nelle strade di Buenos Aires, attraverso i media, erano giunti alle orecchie dei tifosi brasiliani: «Brasile, dimmi cosa si prova ad avere in casa tuo papà». Questi gli sfottò argentini, che mai come in queste ore disturbano il sonno del popolo del samba, per quelli che riescono a dormire.
Ma perché i brasiliani dovrebbero temere tanto la finale di Rio De Janeiro, da vivere una sorta di incubo? Quale asso nella manica avrebbe da giocare l’Argentina, che manca alla Germania?
Calcisticamente, forse nessuno. Infatti la nazionale tedesca è nettamente favorita dai bookmakers: fedele specchio del suo Paese, in costante crescita, fortemente sicura di sé e persistente nel far decollare l’ambizioso progetto calcistico iniziato14 anni fa. Fisicamente molto più in forma dell’Argentina, può vantarsi di giocatori come Thomas Muller, disposto anche a marcare Leo Messi se necessario e a dover correre molto più del solito, nonché di Miroslav Klose; il centravanti tedesco con i suoi 16 goal distribuiti nei 4 Mondiali disputati, si è classificato miglior marcatore delle fasi finali dell’importante trofeo.
Se però si considera l’aspetto psico-emotivo che riguarda la rivincita dell’Argentina dopo i Mondiali di Italia ’90, allora sì che è comprensibile l’ansia dei tifosi verde-oro, quella di veder sollevare la Coppa dai nemici acerrimi sudamericani, nel proprio Tempio calcistico.
L’Argentina dal suo canto, non ha mai dimenticato le lacrime di Maradona, suo eterno idolo, afflitto in mezzo allo Stadio Olimpico di Roma. L’Albiceleste fu sconfitta da un rigore tedesco molto discusso, proprio a cinque minuti dalla fine.
Pur essendo penalizzata avendo più minuti di gioco nelle gambe, due volte ai supplementari, la Nazionale di Papa Francesco potrebbe non lasciare giocare la Germania, così come fatto con Belgio e Olanda.
Durante queste gare, infatti, l’Argentina ha sempre inquinato le linee di gioco avversarie e chiuso gli spazi, in modo da costringere gli avversari a giocare male, altrettanto male, compiendo retropassaggi noiosi e inconcludenti. Ebbene sì, perché l’Argentina pur non avendo neanche lontanamente incantato gli spettatori sul piano del gioco, è riuscita con una strategia perversa a far degenerare la reale natura delle Nazionali centroeuropee.
Di sicuro lodevole il portiere Romero di aver parato i rigori di Vlaar e Sneijder, è stata la forza mentale dell’intero team di Sabella a vincere la paura di sbagliare i rigori contro l’Olanda. Un’energia caratteriale che potrebbe superare la migliore condizione fisica degli avversari tedeschi, specie se questi ultimi dovessero scendere in campo ricordando ancora  la goleada inflitta al Brasile.
Molto probabilmente Lavezzi sarà rimpiazzato da Aguero sin dal primo minuto, mentre il tecnico argentino Sabella spera di recuperare Di Maria. In alternativa schiererà Perez.
A centrocampo come sempre Mascherano ed è proprio da quella zona infatti, che se la Germania andrà pressata come hanno fatto le africane Algeria e Ghana, Higuain (a sinistra nella foto) e Messi (a destra nella foto) potrebbero mettere a segno qualche prezioso gol.
Al vincitore di 4 palloni d’oro consecutivi, scudetti e Champions League, mancherebbe ancora trionfare con la sua Nazionale: Maradona ci riuscì in prima linea nell’86, proprio con la Germania.
Domani sera dunque si realizzerà il sogno di Messi o si consoliderà la potenza economico-politica mondiale dei tedeschi anche in ambito calcistico? Non resta a tutti che assistere comodamente seduti a una storica partita. Anche ai due Papi: in fondo è la “Santa Finale”!

                                                                                                             Nina Panariello