I misteri di Villa Landi

Cascata CasertaScendendo dal treno proveniente da Napoli, alla stazione ferroviaria di Caserta, costruita nel 1842 sotto Ferdinando II di Borbone Due Sicilie, Antonio Ariano, capitano di Fregata in congedo, cavaliere mauriziano e teosofo, oltre che muratore napolitano, salì sulla carrozza privata che lo aspettava con il cocchiere e proseguì per piazza Vanvitelli e risalì per il corso Giannone e via Tescione, svoltò per la strada statale passando sotto la cascata del parco reale di caserta per il ponte di Sala verso Puccianiello ed entra nel paese di Sala di Caserta all’altezza del ristorante Mulino Reale, risalente al 1773.
Entrando in via Landi e passando davanti la chiesa di Santa Maria, Ariano lungo la statale incontrò Puccianello, Sala, Briano, San Leucio; poi percorse la mulattiera interpoderale arrivando alla tenuta di Monticelli, frazione di Caserta.
Nella scarsa illuminazione della strada, si fermò davanti al portone verde in ferro verde della villa padronale Landi, poi Valerio, già masseria Landi nel 1312 trasformata poi in villa nel 1644, immersa tra ridenti e rigogliosi giardini.
Antonio Ariano salì lo scalone d’onore in tufo, entrando in un corridoio fiancheggiato da balconi e finestre con pesanti drappeggi di velluto rosso scuro e sete in oro di San Leucio, da antiche armature, busti di marmo e di bronzo, quadri di antenati dei Landi e dei nobili Valerio, trofei d’armi e i due stemmi delle due casate imparentate.
La nobile famiglia Landi, risalente al 900 d.C., originaria di Piacenza, si diramò in tutt’Italia; un ramo dal 1129 ottenne la baronia di Puccianello e di altri luoghi del di casertano, la contea di Castel Morrone e di Sala di Caserta.
La famiglia Valerio era invece un antico casato nobile originario di Parma e stabilitosi a Caserta durante il Regno delle Due Sicilie.
La magnifica villa era dunque la testimonianza dei passati fasti di due nobili e antiche stirpi.
Apparteneva a questa famiglia  il generale Achille Landi, accusato di esser stato corrotto dagli agenti del Cavour; nelle sue memorie si difese da ogni accusa.
Si diceva che dopo la sua morte apparisse a molti tentando inutilmente di convincerli della sua innocenza.
Nella villa dal 1862 incominciarono ad apparivare anche strane figure luminescenti, si sentivano rumori di stoviglie, bicchieri e vetri di finestre rotti, le tende sbattevano; un vento ululante s’incanalava per i corridoi, e qualcuno vedeva fantasmi sorridenti con in mano candele e treppiedi con ceri accesi.
Donna Maria Rosaria Valerio Landi nacque a Caserta nell’anno 1900. E da lei che si recò quel giorno Antonio Ariano, e di lì a poco si sposarono.
La contessa donna Rosaria Valerio Landi, nata nel 1900, aveva studiato alll’Istituto nagistrale Eleonora Pimentel de Fonseca; si laureò poi in Scienze Biologiche nel 1924 e in Farmacia nel 1928; viaggiò molto: fu in Sudan, Libia, Etiopia, Spagna, Francia e in Gran Bretagna. Entrò in massoneria nel 1922 e raggiunse il 14esimo grado in Ordine egizio e nel 1923 aderì al martinismo.
Strinse amicizia con Pasquale Del Pezzo all’ultimo piano del salotto letterario di Palazzo Sansevero.
Donna Rosaria s’iscrisse alla Società Teosofica italiana con il gruppo Humanitas e partecipò a varie sedute medianiche; poi aderì alla Miriam, riprendendo studi di erboristeria, alchimia, teurgia, botanica,fitoterapia, yoga, spiritismo kardecista in Villa Landi con pochi amici e con l’amato marito Antonio Ariano fino alla morte di questi nel 1956.
Riprese in seguito gli studi con Fortunata Ariano, nella biblioteca, su quella scrivania del ‘700 con l’antico mappamondo con carte nautiche fino alla sua morte, avvenuta il Venerdì santo della Pasqua del 1975 …

 Michele Di Iorio