La rituaria di San Valentino

images (1)NAPOLI – All’Associazione di Studi Ermetici di via Alvino al Vomero sabato14 febbraio si è tenuta la conferenza dello scrittore e storico Michele Di Iorio sulla storia e rituaria della festa di San Valentino.
Davanti un folto pubblico, l’incontro si è concluso con la consueta cena conviviale; la serata è stata organizzata da giovani studiosi napoletani, tra cui Salvatore Quaranta, l’architetto Tullio, il ricercatore Nicola Laudicino, la scrittrice Laura Miriello.
La lectio di Di Iorio è partita dall’antica festività celtica della luna piena, che cadeva tra le due feste principali di Imbolc, che corrisponde alla Candelora, e quella dell’equinozio di primavera del 21 marzo.
La festa della luna piena era proprio la celebrazione dell’amore; nella cultura etrusca trovava il suo corrispettivo nella festa di Velthe e in quella di Venere per greci e romani.
Dedicata ad Aradia, figlia di Selene – la luna – e di Kernunno, dio minore celtico figlio minore di Wotan o di Odino – il Giove dei Celti – la festa della luna piena è parte dei riti periodici di fertilità, una propiziazione universale dell’amore tra uomini, piante e animali, portatrice di serenità e pace, benessere fisico e morale, non semplicemente sentimentale, con libagioni care a celti, greci e romani.
Trasmigrò dunque nel culto di San Valentino, festività minore cattolica.
San Valentino era un santo romano del III secolo che sotto l’Imperatore Aureliano morì per decollazione il 14 febbraio 273 sulla via Flaminia nei pressi del ponte Milvio.
Nel Medioevo fu associato alla tradizione dell’amor cortese dai filosofi rosacruciani e dai primi monaci benedettini e domenicani; la sua festività propizia la salvezza delle coppie in difficoltà d’amore, ma è anche un augurio per chi non ha ancora trovato il partner ideale.
Oggi la festività di San Valentino è divenuta uno degli emblemi del consumismo.
Non bisogna però dimenticarne l’arcano significato: in fase di luna piena, tra quadrati astrologici e sotto l’influenza favorevole di sole e di leone, l’amore è favorito, così come la musica, la pittura e poesia dedicata all’amore, così come i progetti finalizzati al bene universale. Medici, pranoterapeuti, naturopati, tamauturghi, veterinari, erboristi, botanici, zoologi in questo periodo sono favoriti nelle loro pratiche.
San Valentino è perciò il protettore dell’amore verso il Tutto e l’Uno in nome di Dio Uno e Trino, come asserivano i filosofi San Tommaso d’Aquino, Giovan Battista Della Porta, Tommaso Campanella, Antonio Beccadelli detto il Panormita, Giordano Bruno …
È ciò che asseriscono le religioni orientali, è ciò che diceva il grande mistico San Francesco d’Assisi, è il concetto dell’amore universale che ritroviamo in Dante, Petrarca, Cavalcanti, Boccaccio, Leopardi, D’Annunzio …
La festa di San Valentino è dunque il simbolo della volontà di vivere in armonia con il Creato, di risalire dal buio delle disperazioni umane attraverso l’Amore.