Femminicidio, in memoria di Antonietta Paparo

CERCOLA – Un tragico anniversario diventa un’occasione per ricordare la scomparsa di un proprio caro e dire “no” al femminicidio. L’11 novembre 2012, la 36enne Antonietta Paparo moriva per mano del marito, Pasquale Iamone, a San Sebastiano al Vesuvio. Un omicidio che scosse le due vicine comunità coinvolte per la violenza dei fendenti inflitti sul corpo della donna e la futilità dei motivi emersi dalla successiva attività investigativa.
Esattamente ad un anno di distanza la famiglia Paparo ha organizzato un’iniziativa che prevede una messa commemorativa, che sarà celebrata alle 18 nella Chiesa della Santissima Immacolata e Sant’Antonio di Corso Riccardi ed una fiaccolata contro la violenza sulle donne che percorrerà le strade cittadine. Un vero e proprio appello quello lanciato dalla famiglia per ricordare Antonella (così come tutti la chiamavano) e sensibilizzare la società civile su un fenomeno così tragicamente diffuso come quello del femminicidio: in Italia 124 vittime nel 2012 e già 100 i casi nel 2013 in base ai dati del Telefono Rosa.
Un gesto che, però, intende essere anche la reazione pacifica alla condanna a 16 anni di reclusione per l’uomo, arrivata pochi giorni fa. Pronunciata con rito abbreviato dai giudici del tribunale di Nola, la sentenza ha infatti escluso la presunta premeditazione dell’omicidio, risultando così troppo lieve contro chi ha strappato alla vita una giovane donna, moglie e madre di un bambino di appena 7 anni. Oltre alle amministrazioni comunali di Cercola e San Sebastiano al Vesuvio ed all’associazione Sott’e’ncoppa, alla giornata aderiranno anche le volontarie dello sportello antiviolenza Lilith che dichiarano: «La morte di Antonietta non è un fatto di cronaca. È un’emergenza sociale e politica che si chiama femminicidio, è una precisa strategia di annientamento che non possiamo nè vogliamo più tollerare. Antonietta è l’ennesima vittima di una guerra incessante e silente che questa società muove alle donne per il solo fatto di essere donne. Diciamo basta ad ogni forma di discriminazione e violenza posta in essere contro la donna “in quanto donna”. Perché le donne non debbano più pagare con la vita la scelta di essere se stesse e non quello che i loro partner, gli uomini o la società vorrebbero che fossero».

Assia Filosa