Il Sud puzza. Storia di vergogna e d'orgoglio

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Pino Aprile é uno scrittore, giornalista e appassionato velista pugliese che vive nel Lazio e lavora prevalentemente a Milano; é stato vicedirettore di Oggi e direttore del settimanale Gente e del mensile Fare vela – ha scritto anche tre libri su quest’argomento – ha lavorato in televisione con Sergio Zavoli all’inchiesta a puntate “Viaggio nel sud” ed a Tv7, settimanale di approfondimento del tg1.
È autore di libri tradotti in più lingue come Elogio dell’errore ed Elogio dell’imbecille, ma certamente viene ricordato dai più come autore di Terroni, uscito nel 2010 e diventato la bandiera del meridionalismo, un viaggio della memoria che ha condotto tante persone alla riscoperta di un’identità dimenticata.
Ancora, Pino Aprile nel 2011 ha scritto Giù al Sud. Perché i terroni salveranno l’Italia; nel 2012 è uscito Mai più terroni. La fine della questione meridionale.
Infine, quest’anno è uscito il suo ultimo libro Il Sud puzza. Storia di vergogna e d’orgoglio.
Il libro di Pino Aprile, provocatorio sin dal titolo, è l’approfondimento, l’ulteriore analisi della storia di un risveglio, di una presa di coscienza sulle condizioni inaccettabili in cui versa il Sud. Dalla monnezza all’avvelenamento del suo meraviglioso suolo. Dalla disoccupazione alle mafie. Dalla vergogna all’orgoglio di essere Meridionale.
Aprile analizza la condizione di minorità attraverso la sociopsicologia, una dottrina nata poco più di un secolo fa negli Stati Uniti, che ha avuto uno sviluppo all’Università di Stanford dal ‘70 in poi.
Pino Aprile ha scritto: «Chi si vergogna, o si nasconde o si riscatta. A capolinea della strada che comincia con la vergogna c’è il suo contrario: l’orgoglio. E posso dirvi che c’è tanta gente in marcia su quella via a Sud».
Ha poi sottolineato che il rischio di chi studia questi fenomeni per lungo tempo è di innamorarsene: «È chiaro che se si dedicano tanti anni della propria vita ad un argomento è perché lo sente fortemente. Se fai le cose. o ci metti la passione o non le fai. Ti metti a studiare i fenomeni sociali – perché questo è, non solo storia … La storia è madre e figlia di fenomeni sociali, di idee, di gruppi, di uomini che agiscono o non agiscono… Ti procuri gli strumenti: questi fenomeni sociali sono studiabilissimi: c’è la psicologia, c’è la sociologia, ma non bastano … C’è anche la psicosociologia».
La psicosociologià è una disciplina che studia l’assenza di autonomia comportamentale. Quello che è successo al Sud: le persone, persa l’identità di popolo antico, sono state ridotte ad una perdita di responsabilità personale, «… ovvero la ridotta considerazione delle conseguenze delle proprie azioni».
Succede allora che senso di colpa, paura, vergogna inneschino comportamenti autodistruttivi. Vale a dire: «Simmo fetiente? E facimmo ‘e fetiente!».E via di seguito: monnezza, criminalità organizzata, puzza endemica che neanche si sente più …
Il bisogno di sentirsi accettati ha fatto scattare soprattutto questo: conformare opinioni e comportamenti al modo di agire e di pensare di chi sta intorno. In psicosociologia il fenomeno viene definito influenza sociale normativa.
La teoria sostenuta nel libro di Pino Aprile si basa su di una formula matematica, quella di Zimbardo e Bocchiaro, che hanno sviluppato a Palermo gli studi iniziati nel 1971da Zimbardo con l’esperimento carcerario di Stanford: indagò il comportamento sociale di individui che si identificarono col gruppo di appartenenza.
È il principio base con cui si spiegano i comportamenti che penalizzano i meridionali: la teoria di rifà alla deliberata costruzione della minorità meridionale.
Spiega Aprile: «Con questi strumenti si può analizzare quello che sta succedendo al Sud: comitati spontanei a Taranto, nella Terra dei Fuochi, cooperative contro la criminalità organizzata, holding della legalità di attività commerciali messe in rete, fenomeni che stanno scardinando un sistema sociale malato attraverso episodi di pentitismo, soprattutto femminile, sempre più frequenti. L’antropologia sta studiando quest’esercito di pentiti come fosse una tribù: più di 4mila persone che hanno abbandonato il vecchio modo di intendere Sud».
L’autore continua affermando che secondo questa regola persone ordinarie possono fare cose straordinarie: «È l’idea più democratica che esista: sono le circostanze che determinano gli atti d’eroismo. I disobbedienti positivi cioè quelli che non accettano uno status quo imposto, stanno cambiando la società: trovato il modo possono arrivare da un 20% all’ 80%»..
Con la psicosociologia si può dire che al Sud è in costruzione una nuova società attraverso i rapporti tra persone, che comunicano con messaggi neuronali. Una società 2.0 dove la volontà di diversi individui messa in rete fa emergere una società gigante. Una “percolazione”, un cambio di stato: da vergogna ad orgoglio.
Pino Aprile nel suo libro dimostra «… matematicamente che si è prossimi all’emersione di una componente gigante per costituire una sana comunità, desiderosa di regole e rispettosa delle Istituzioni ma che quando non funzionano le attacca e quando funzionano le appoggia. Una gran bella società che sta facendo nuovo il Sud».
Ma allora, la gente del Sud si è svegliata per la puzza? O si è svegliata e ha sentito la puzza?
Aprile risponde: «La vergogna è un sentimento sociale. Non si sente la puzza, ci si abitua, ma ci siamo svegliati e abbiamo acquisito consapevolezza e la puzza non ci sta più bene.
Si pensa che una cosa nata piccola lentamente diventi grande: non è così. Una filiazione della geometria delle reti è la teoria dei lampi e delle raffiche formulata da Albert-Lászlo Barabási che dice che le cose se non succedono per lungo tempo accade che si verifichino tutte insieme e crescano ad una velocità esponenziale: è l’Universo che marcia così. Il Sud già è cambiato: ovunque nel Meridione sta ribollendo il magma.
All’Università degli Studi Calabria-Cosenza con il corso di Pedagogia della Resistenza Civile si insegna a non essere terroni e l’abbattimento della minorità meridionale. Tra gli iscritti a questo corso ci sono i figli dei malavitosi!
Signori, nunzio vobis gaudium magnum: il Sud sta cambiando! Mò! »