Luce che illumina la mente

A casa di amici mi è capitato questo libro davanti: Foglie d’Erba, di Walt Whitman (foto).
Erano anni che non lo rileggevo.
Io leggo pochi libri ma sono abituato a rileggere anche più volte i libri che ho già letto, anche in momenti diversi della mia vita.
Erano anni che non mi perdevo in quelle immagini.
Ho ritrovato paesaggi, luci, suoni, colori, atmosfere, che avevano accompagnato un tratto della mia vita. Ma ho anche scoperto nuovi paesaggi, luci, suoni, colori, atmosfere da me ancora inesplorate.
Se dovessi definire con un solo aggettivo la poesia del Poeta userei la parola Plastica.
La userei nel senso materico del termine.
Whitman usa la parola come una materia plastica, modellando forme come uno scultore, facendole vivere al lettore come immagini pluridimensionali, immersi in uno spazio e in un tempo senza alcun limite.

Volgi il tuo sguardo, limpida luna, e inonda questa scena,

E dolce versa i fiotti del notturno tuo nimbo su volti orribili, tumefatti, violacei

Sopra i morti che giacciono supini, le braccia spalancate,

Versa l’immenso limbo, sacra luna

In particolare, mi sono soffermato su questi semplici versi. La luce della luna, l’imprendibile, vaga, evanescente luce della luna, da sempre è stata fonte di ispirazione dei poeti.
In questi versi l’evanescente luminosità della luna, prende corpo, diventa materia plastica, fluida.
Il poeta ce la fa vedere come la bellezza che, liquida,  bagna, inonda, rendendo bello e viva la espressione massima della bruttezza: la morte, rappresentandola come parte integrante della vita, della natura.
Ho sfogliato quasi a caso quel libro.
Saltellavo con lo sguardo tra un verso e l’altro, tra un capitolo e l’altro, leggendo e rileggendo, fermandomi, chiudendo gli occhi e lasciare che le immagini si formassero chiare e nitide nella mente, senza sforzo.
Ogni verso aveva un suono, un ritmo diverso. Ognuno dei quali, faceva realizzare davanti ai miei occhi immagini, di soldati, camerati come ama chiamarli l’autore, in buona sostanza uomini dediti alla eterna battaglia della vita, armati di sentimenti alti, di amore, sempre consapevoli della loro vita  materiale, ma mai distinta dall’anima, intesa come una grande energia dalla forma plastica e senza confini.
I Versi di Whitman sono senza tempo pur rappresentando un luogo e un momento preciso, l’America della fine dell’ottocento.
È poesia allo stato puro, è anima fatta verbo, luce che illumina la mente.
(Foto: web)

Mario Scippa