Il teatro: Caina

NAPOLI – Dopo aver debuttato in prima assoluta alla XXIII edizione di Benevento Città Spettacolo, venerdì 25 e sabato 26 gennaio alla Sala Assoli di vico Lungo Teatro Nuovo andrà in scena alle 20.30 Caina, di Davide Morganti, una storia noir per più motivi, dove il racconto della ferocia femminile diviene oscuro e affascinante, paradossale ma perfettamente inserito nel contesto in cui si svolge la storia.
Caina, con Luisa Amatucci e Gabriele Saurio, per la regia di Stefano Amatucci, racconta in modo diverso l’emigrazione, che viene percepita dall’Occidente come una malattia del nostro tempo, una minaccia che provoca avversione, rabbia, timore, qualcosa da cui difendersi: l’odio si è trasformato in una forma di superiorità culturale, una sorta di giustificazione di ogni atto.
La trama.                                                                                                                                 
Enza, detta Caina, ha un passato da killer della camorra: uccideva con freddezza e agiva con disprezzo.
Era specializzata nell’uccisione degli extracomunitari, perché il suo è un animo xenofobo, violento, e con un odio viscerale per tutto ciò che non appartiene alla sua lingua, alla sua razza, alla sua pelle e soprattutto alla sua religione, perché incarna i luoghi comuni, le paure di chi ha una rozza visione dell’Islam.
Per Caina ammazzare i negri, i musulmani, era una missione, una sorta di pulizia etnica. Ora, invece, passa le sue notti in spiaggia, dove fa un mestiere particolare, la trova-cadaveri: il suo compito, è quello di raccogliere i corpi annegati degli extracomunitari mentre dall’Africa cercano di arrivare in Italia.
Per motivi d’igiene, Enza li porta via dall’acqua, di notte, quando stanno per arrivare a riva: è estate i lidi sono aperti, c’è il rischio che il turismo vada in malora.
Porta i cadaveri in un ex cimitero di camorra recuperato dallo Stato e trasformato in un luogo dove smaltire questo materiale umano ingombrante, che sarà sciolto nella calce. 15 euro, al lordo, su ogni annegato.
Caina è una che sente i morti parlare, avere paura, lamentarsi.
Con una morta annegata, Zahidah, ha scontri, si arrabbia, la insulta, ne è gelosa, prova tenerezza.
Conosce Nahiri, un tunisino che si nasconde tra i morti, trova-cadaveri abusivo.
Tra i due si stabilisce un rapporto vittima-carnefice.
Ambedue vivono con la costante paura di essere fatti fuori da altri emigrati abusivi che vanno in giro per le rive rubando i cadaveri degli extracomunitari o annegando a mare quelli che arrivano per venderli sottobanco. Lo scopo è quello di cacciare Caina e Nahiri dal tratto più fecondo del litorale.
I due si scrutano diffidenti, si annusano come belve.
Un finale inaspettato trasformerà Caina da carnefice in vittima del suo stesso male.
Ha spiegato il regista  Stefano Amatucci: «Leggere Caina di Davide Morganti è stato per me un pugno nello stomaco. Oltre alla feroce bellezza della scrittura, la protagonista, ti risucchia, t’imprigiona nel suo animo nero, costringendoti a guardare il mondo con i suoi occhi infuocati.
Raccontare il male, il pregiudizio, l’ignoranza attraverso la mente di chi li esercita è un viaggio, per me, interessante quanto inquietante. Nella messa in scena i personaggi si muovono tra ombre e luci in un luogo, la spiaggia, che nella sua realizzazione scenica rappresenta, insieme al testo, la trasfigurazione, in maniera visionaria, del dolore dell’emigrazione, dell’odio razziale, del tradimento, dei rapporti umani avariati, del fallimento del multiculturalismo che alimenta, in tempi di recessione, le distanze e le incomprensioni».
Presentato dall’associazione culturale Jeu de Dames per Armando Fusco Produzioni, l’allestimento si avvale della consulenza scenica di Roberto Crea, i costumi di Antonella Mancuso, le luci di Gianni Netti, le musiche originali di Louis Siciliano, le immagini animate di Michele Fierro.
La voce fuori campo di Zahidah è di Isa Danieli.
Per maggiori informazioni e prenotazioni: 08119563943 (Foto: Ufficio stampa)