Ovest, fotografie di Francesco Saverio Fienga

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E il mare bagna di nuovo Napoli nella fotografia di Francesco Saverio Fienga.
Ovest di Napoli, terra di fuoco e di acqua.
Sullo sfondo, adagiata sulla linea di contatto tra il cielo e il mare, lei la sirena del golfo dorme e le rocce di tufo si tuffano in acqua.
Segni, presenze, luogo dove sbarcarono gli antichi: Bagnoli, Pozzuoli, nei Campi di Fuoco attraversati dall’antica strada per Roma imperiale che si affaccia sul Mare.
Ho già detto in un’altra occasione che il bianco e nero di Fienga mi trasporta  nella  dimensione temporale della lentezza.
Sì, la lentezza!
Quella sensazione di avvertire tutto lo spessore del tempo, che scorre inesorabilmente con tutta la sua velocità attraversando la nostra esistenza.
La lentezza e anche la dimensione del silenzio, sono trasportato guardandole in quelle  dimensioni che ci fanno sentire e vedere cose che altrimenti sfuggirebbero confuse nel caos del divenire.
Oggi siamo abituati ad immagini che devono sorprendere, devono essere spettacolari, devono scioccare, scandalizzare; gli osservatori-fotografi-guardoni della realtà, per soddisfare queste esigenze, diventano loro stessi spettacolari, esuberanti, prodotti del loro stesso prodotto.
Prodotti che poche volte però esprimono bellezza.
Le immagini di Fienga, invece, possono anche apparire scontate ad una superficiale osservazione, ma senza urlare sussurrano bellezza e ci trasportano oltre ciò che appare scontato.
Il silenzio, la poesia, la luce, l’assenza del colore da forma al sogno e il mare diventa un ventre, pieno di liquido amniotico, dove i sogni, i bisogni, le paure, i desideri del fotografo si immergono per risalire come delicati frammenti, ricostruiti con poesia.
I segni di queste foto sono rintracciabili nella luce, nelle nuvole, nella pietra, nel gesto silenzioso del solitario pescatore che nell’infinito cala la sua lenza, negli improbabili resti di un antico vascello dimenticato dall’uomo sull’arenile di fango.
Vecchia matrona di pietra  nel tuo mare com’eri ti guardi.
Eri bella, desiderata, isola incantata e fertile. Ora sei là invecchiata e grassa, comandi il tuo sogno da lontano  e ascolti il vento che abilmente scolpisce le tue pieghe. Rughe, solchi del tempo ti rendono bella e affascinante ancora di più.
Ovest di Napoli, come nell’Est era luogo di fabbrica, oltraggiava la bellezza col fuoco in nome del Dio Ferro.
Bagnoli, terra dimenticata da Dio.
Porta dal Nord della Nuova Città, Ovest di Napoli, indefinito confine con l’infinito.
(Foto by F. S. Fienga)

Mario Scippa

 Ovest, fotografie di Francesco Saverio Fienga, 6° appuntamento della rassegna Cum finis a cura di Mario Scippa con la partecipazione di Paparo Edizioni, al Salotto Antichità Scippa dal giorno 7 febbraio alle ore 18.00 a Napoli in via Vannella Gaetani 21. Info: 0817642922