Banca d'Italia prevede la ripresa entro la fine del 2013

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Il vice direttore generale della Banca d’Italia, Fabio Panetta, durante una conferenza della Dexia ha sostenuto che la nostra economia realizzerà « … la ripresa nella seconda parte del 2013. »
Il direttore ha anche sostenuto che le previsioni lasciano ben sperare: «Nei prossimi 50 anni non ci sarà in Italia un aumento della spesa per invecchiamento rispetto al Pil.»
Guardando però agli ultimi dati rilasciati dall’Istat si evince che il nostro Paese ha bisogno di un cambio di rotta.
In primo luogo, difatti, l’Italia risulta essere tra gli Stati dell’UE che meno investono in ricerca, con finanziamenti pari solo all”1,26% del Prodotto Interno Lordo mentre la media europea è del 2.01%.
La Germania invece realizza investimenti intorno al 3% ma Stati come la Finlandia investono ancora di più.
In secondo luogo calano le iscrizioni a scuole ed Università. È il terzo anno consecutivo in cui si registra un calo sia nelle iscrizioni universitarie che nel settore dell’istruzione secondaria.
L’immatricolazione universitaria nell’anno accademico 2010-2011 è stata di circa 6.400 iscrizioni in meno rispetto all’anno precedente (-2,2%).
In terzo e ultimo luogo gli investimenti nel settore della spesa pubblica sono rivolti per due terzi nella previdenza pubblica, per il 24,9% nella sanità e il 7,9% nell’assistenza restante.
Questi dati non stupiscono dato che l’Italia è sempre più un Paese di anziani. L’invecchiamento della popolazione è bilanciato soltanto dagli stranieri provenienti dall’estero e dal saldo positivo della natalità nel mezzogiorno.
È in questo quadro che si inserisce la riflessione del vice direttore generale della Banca d’Italia che sostiene: «Gli aggiustamenti strutturali non possono essere più rinviati.»
(Fonte Foto: web)

Alessio Buonomo