Myth on Fashion Show – La mostra d’arte figurativa

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PORTICI – Non solo moda alla seconda edizione del “Myth on Fashion Show” di venerdì 7 dicembre.
Nell’atrio del Palazzo Reale, a partire dalle 17:30, è stata allestita un’esposizione d’arte figurativa.
La numerosa affluenza di spettatori ha reso l’evento non solo un’importante occasione per far conoscere alcuni stilisti emergenti che si stanno facendo strada nel più ampio mondo della moda italiana, ma anche un’occasione che in senso meno circoscritto rende l’arte e la creazione un prodotto apprezzabile e condivisibile da tutti, non elitario.
I sette giovani creativi che hanno partecipato all’ esposizione, hanno presentato le loro opere con abile dimestichezza,  poche parole e molta energia che è trapela dalle loro espressioni determinate.
Una dopo l’altra le opere si sono susseguite, evocando le esperienze di ciascuno, le loro personalissime interpretazioni e gli infiniti modi di rapportarsi al presente e al passato.
Valentina De Felice ha esposto fotografie, accomunate dal titolo “L’essere è un’ombra che non si scinde dal tempo”.
Valentina ha detto: «Volevo trasmettere la “piccolezza” dell’uomo davanti a questo continuo scorrere delle lancette, alla fragilità umana. Ne descrivo due per spiegarmi meglio: nella prima l’uomo  nasconde l’orologio come a voler ingannare il tempo, lo sotterra, lo mette a tacere per paura o per smettere di vivere in base a quelle lancette. Nella seconda la modella che ho scelto rappresenta la bellezza e la gioventù come beni effimeri, per cui le mani che rappresentano il tempo (per questo l’orologio al polso) la nascondono, la oscurano per ricordarle che il tempo non risparmia nemmeno la bellezza che svanirà con la vecchiaia e con la morte».
Alessandra Piezzo e Stefano De Marco, due giovani designer, hanno presentato un progetto, frutto di collaborazione: «La rappresentazione è una nostra personale interpretazione della monarchia, si può vedere rappresentato un castello con una cornice marmorea che simboleggia l’impenetrabilità, l’invalicabilità degli interni, poiché secondo la nostra prospettiva la monarchia rappresenta un qualcosa di occulto e nascosto. Abbiamo immaginato la monarchia come un castello in cui vivono reali che custodiscono dei segreti che restano esclusivamente in quel luogo, senza poter essere condivisi con l’esterno, ed è questo il senso della cornice intorno che sta proprio ad indicare che tutto quello che c’è lì dentro non può uscire».
Rossella Mascolo, invece, ha proposto un dipinto non attinente al tema monarchico.
«Si tratta di un’ opera senza titolo incentrata sulla solitudine e sulla sospensione dei pensieri. Ho creato anche un collage dove riporto su uno sfondo un’espressione tipica della vecchiaia, di una persona ormai senza pensieri, in senso negativo. Una persona che non ha pensieri perché stanca e insofferente».
Le foto di Roberta Bordone, in arte Roberta Cerise, hanno come soggetto donne storicamente importanti, partendo da Eva per poi passare a Cleopatra, Elisabetta I d’Inghilterra, Coco Chanel ed infine Marylin Monroe.
Maurizio Iengo ha realizzato una serie di tre scatti sulla guerra dal titolo “Similes cum Similibus”, coadiuvato da Laura Bonito che ha realizzato il trucco.
«Ogni foto rappresenta un conflitto bellico in cui singoli personaggi interpretano l’esercito di una nazione. Le bocche di questi ”stati-amanti”e le altre informazioni fisiche stanno a simboleggiare, rispettivamente, un’attrazione involontaria di violenza che evoca violenza e la disumanità della guerra. Il significato è quello di raccontare questo circolo vizioso, che si sostanzia spesso nella convinzione che la guerra possa fermare la guerra. Se avessi realizzato altri scatti, avrei potuto realizzare Stati Uniti e Iraq, simbolo recente dell’assurdità dei conflitti terroristici».
Giuliana De Vita ha realizzato le sue fotografie in piena notte a Chieti Alta «Ho realizzato le fotografie insieme ad una persona molto importante per me. Le ho scattate a notte fonda per poter cogliere i giochi di luce e l’effetto chiaroscuro. Mi sono ispirata al tema monarchico ma alcune fotografie hanno un significato autonomo, indipendente».
In definitiva l’intera serata si è rivelata un modo spettacolare per venire in contatto con in fermento artistico, nuovo, dinamico e capace. Oltre alla organizzativa dei giovani designer che hanno realizzato un progetto totalmente no profit, una nota di merito spetta al preside della Facoltà di Agraria della “Federico II”, prof. Paolo Masi. Ancora una volta la Facoltà spicca per la sua centralità nel panorama culturale artistico campano, facendosi promotrice di iniziative come questa sul territorio.

Francesca Mancini & Irene Campese