Dall’origine dei tempi l’uomo ha sempre seguito l’istinto di raccogliere o cercare cose belle e preziose, dalle conchiglie alle pietre.
Dopo il diamante, ecco lo zaffiro.
Lo zaffiro esiste in natura con una gamma di colori: rosa, giallo, viola,verde e anche incolore, non soltanto quello caratteristico blu. Quest’ultimo colore, le viene dato in natura dalla presenza di inclusioni di titanio e di ferro, che, in piccole percentuali, determinano anche le varie sfumature.
È un corindone, comunemente e impropriamente chiamato zaffiro. Nelle sue varietà più belle, si può trovare in Birmania, Sri Lanka e India, ma zaffiri pregiati color fiordaliso si trovano anche in Kashmir, sotto forma di ciottoli erosi, lungo depositi alluvionali.
Gli zaffiri scuri, che sembrano quasi neri, invece vengono estratti in Thailandia, Australia, Nigeria e, persino, negli Stati Uniti, precisamente in Montana, dove le pietre estratte hanno un piacevole colore blu metallico.
Altra particolarità di zaffiro è quello stellato; utilizzando il taglio liscio, chiamato cabochon, vengono esaltate le inclusioni di rutilio presenti nel suo interno, che creano, così, una stella.
Le pietre più belle e del peso di alcuni carati hanno valutazioni di pochissimo inferiori ai diamanti.
Nell’antichità si pensava che indossare uno zaffiro aiutasse nella concentrazione e nella capacità di verbalizzazione; ancora oggi, conserva un valore altamente simbolico.
Sin dal medioevo, questa gemma sembra trasmettere serenità paradisiaca; non per niente, nella chiesa di S. Francesco ad Assisi, la rappresentazione della volta celeste è di un intenso Blu Zaffiro.
Si ritiene, inoltre, che questo colore che abbia la virtù di donare pace e amabilità al suo possessore, e che elimini la malvagità e i pensieri impuri.
Anche la religione buddista considera lo zaffiro per le stesse proprietà; infatti, vengono incise immagini di Buddha sulla sua superficie.
(Fonte foto; web)
Maria Anna Coletta
