Sesso & Calcio: miti e tabù di una storia antica

  • Post author:
  • Post category:Sport

Sesso&Calcio da sempre in contraddizione (foto: web)

“E’ meglio evitare i rapporti nei due giorni che precedono le gare è fondamentale per prevenire strappi, contratture o infiammazioni muscolari. Per i nostri è una regola”. Queste le parole del dott. Alfonso De Nicola di qualche giorno fa che hanno riaperto un dibattito antico quasi come il calcio stesso. Sesso e calcio, tabù o leggenda? Difficile spiagarlo se non per discorsi soggettivi. Il Napoli, però, ne ha fatto una regola di base che sembra essere quel segreto per i pochi infortuni che hanno colpito il gruppo azzurro in questi ultimi due anni.
Un cliché spezzato per la prima volta nel 1974 dalla nazionale olandese di Johan Cruijff durante i mondiale di Germania. L’asso olandese raccontava che con la moglie Danny Coster faceva l’amore tutti i giorni fuorchè il lunedì, cioè il giorno dopo la gara. Ma quella era l’Olanda che passò alla storia perché ai Mondiali del 1974 rischiò di vincere il trofeo portando le mogli in ritiro e sovvertendo così ogni regola seguita fin lì un po’ da tutti. Un toccasana per i campioni contemporanei come Ronaldo, Ronaldinho e co., spesso alle prese con notizie di gossip.
Le cose cambiano e con se anche il calcio. I vari impegni settimanali aumentano e lo sforzo psicofisco quadruplica, così l’idea di salvaguardare la castità temporanea si sposta dal post gara al pre gara. Alcuni preparatori atletici sostengono che il sesso post gara porterebbe a sovraccaricare ulteriormente i muscoli prolungando i tempi di recupero, ma allo stesso modo convengono con il dott. De Nicola sostenendo che il sesso pre gara potrebbe risultare dannoso durante il match proprio per una questione di sforzi. Un po’ tutti, però, sono d’accordo nell’affermare che un po’ di “bunga bunga” è meno pericoloso dell’assunzione di alcol.
Oggi si sprecano le ironie e i processi di satira verso il brasiliano del Milan Alexandre Pato spesso alle prese con stop medio-lunghi per problemi muscolari, ma anche in passati il calcio ha registrato episodi simili a tal punto da pregiudicarne l’intera carriera. E’ quanto accaduto ad Alviero Chiorri, ex calciatore della Sampdoria ritenuto superiore a Roberto Mancini anche da Renzo Ulivieri, detto “il Marziano” per le sue qualità calcistiche offuscate da costanti full immersione tra le lenzuola. Stessa sorte capitata anche a Nii Lamptey, passato per Venezia nel 1996-97, attaccante ghanese considerato l’erede di Pelè e spento dalla femme fatale di turno. Anche il procuratore del calciatore, Antonio Caliendo, raccontò come lontano da casa il ghanese riuscì a strappare apprezzamenti e provini per poi cadere in catalessi una volta tornato nel proprio nido d’amore.
Se per i calciatori il discorso sesso resta sostanzialmente un tabù, per i tifosi potrebbe rivelarsi persino afrodisiaco:  l’Università di Valencia (Laboratorio di neuroscienza sociale) e la VU University Amsterdam (Dipartimento di psicologia sociale e organizzativa) riportano come vedere una partita di calcio possa elevare i livelli di testosterone (i cui eccessi sono legati all’aggressività) e cortisolo (ormone dello stress). Mentre la secrezione del primo ormone non ha mostrato legami con il sesso, l’età o il livello di fanatismo, il cortisolo risultava più alto tra gli uomini e tra i fan, aumentando proporzionalmente all’intensità del tifo. L’aumento di testosterone, inoltre, fa bene alla fertilità ed è indice di vitalità e buona salute (previene ipertensione e diabete mellito), regola anche il desiderio, l’erezione e la soddisfazione sessuale.
 

Fabio D’Alpino