Un angolo di Venezia a Napoli

casina pompeiana palazzo veneziaVenezia come Napoli. La città e il suo doppio. Città belle e puzzolenti.
A Venezia il suo doppio è  riflesso in movimento, nell’acqua. A Napoli il suo doppio è la città di sotto, le cave, i cunicoli.
Venezia, come Napoli, prima di una città è una idea.
Venezia è fluida, lenta, si confronta perennemente con l’immagine speculare che si deforma al passaggio di una imbarcazione o al semplice innalzarsi di un po’ di vento. Napoli è una città solida, lava fluida di fuoco, solidificata e fatta pietra.
Venezia sembra una città grigia ma è solo la somma degli infiniti colori di cui è composta.
Napoli è la città del sole, cantano le canzoni, il sole da luce ai colori, ma anche Napoli appare città grigia, i colori sono smorzati dalla perenne incuria.
Venezia è anche una città puzzolente. La puzza, a volte nauseante, come i colori, è la somma  degli infiniti odori che si mescolano nella laguna. A Napoli le infinite puzze si mescolano agli odori nelle budella di vicoli come questi.
Venezia, come Napoli, è città alchemica. Ed è sempre stata crocevia di culture. Da sempre cerniera tra l’Oriente e l’Occidente.
Entrambe città di Giordano Bruno e anche di Caravaggio. Filosofi e artisti che non amano i mezzi termini, dove il loro pensiero viaggia su linee estreme.
Venezia e Napoli sono città che nascondono presenze di conoscenze alchemiche come nel quadrante della torre dell’orologio o nelle vicinanze della porta della carta vicino la Basilica di San Marco a Venezia, e l’uovo di Virgilio Mago che la leggenda vuole nascosto sotto il castello in mezzo al mare e che se si dovesse rompere sarebbe la distruzione della città.
Lo sapete che Venezia è nata di venerdì, il giorno di Venere? C’è  una lapide antica con una iscrizione su un muro, incorniciata da leziosi cartigli: «fò comenzata edificar del ‘421 adì 25 Marzo in zorno de Venere, bellezza e Venezia» 
Avete capito? Questa città è collegata fin dall’origine a Venere cioè alla Bellezza! La Bellezza! Venere!
E non è un caso che proprio  il golfo di Napoli, nel pensiero anche di grandi autori, sia del passato più remoto, come Virgilio e Omero, sia in autori a noi più vicini come Giuseppe Marotta, è la culla fatta di spuma di mare là dove è nata Venere, la dea della bellezza.
Venezia è la città del silenzio.  Napoli del rumore.
A Venezia l’unico rumore che si sente nell’aria è quello dell’acqua spostata dal remo. In particolare quando in uno stretto canale passa una di quelle vecchie imbarcazioni, le gondole. Il rumore del  lungo remo del gondoliere. Con decisione, abilità e forza, lo affonda nell’acqua della laguna per poi leggermente farlo riemergere con una leggera torsione, creando dei piccoli vortici d’acqua che schiaffeggiavano il fianco della imbarcazione, infrangendosi con  un rumore sordo sulla superficie dell’acqua e traducendosi nell’aria in un invisibile altro gorgo che ingoia tutti i piccoli rumori. Quelli dei passi sul ponte, del legno del remo che tocca il fianco della gondola, quello del battito di ali di un colombo e dello schiocco di un bacio.
Venezia, come Napoli è città dell’amore, città del bacio illuminato dalla luce vaga della luna.
Venezia non è solo un insieme di edifici di pietra che pesano tonnellate, Venezia è una idea.
Una semplice e meravigliosa idea di leggerezza. È musica fatta con la pietra sull’acqua.
Anche Napoli è musica. È musica fatta con la pietra che nasce dal fuoco.
A Napoli c’è un angolo di Venezia, un palazzo nel centro antico, Palazzo Venezia.
Benvenuti nel napoletano palazzo di Venezia, così come lo definì Benedetto Croce, che abitò nel palazzo confinante, nel suo scritto “Un angolo di Napoli”, parlando di Palazzo Filomarino, ove egli abitava, fa ripetutamente cenno all’edificio confinante, un angolo di Venezia a Napoli, chiamandolo «…il napoletano palazzo di Venezia».
Fratello maggiore del più noto Palazzo Venezia di Roma, il napoletano palazzo di Venezia, detto anche Palazzo della Residenza, è stato per circa quattrocento anni sede dell’ambasciata veneta nel Regno di Napoli.
A pochi metri dalla prestigiosa Chiesa di Santa Chiara e da Piazza del Gesù nuovo, Palazzo Venezia con la sua scenografica loggia, con la sua casina pompeiana, col suo splendido e storico giardino, si impone per l’intensità e la forza della sua storia. Pieno di magnificenza, ma ricco di costanza e ostinazione nella conservazione dei suoi valori secolari.
Dopo anni di abbandono, cattive gestioni e destinazioni d’uso, con tanti sforzi, oggi alcuni luoghi significativi dello storico palazzo sono gestiti dall’associazione culturale  Pa.Ve. All’interno della casina pompeiana e nello splendido giardino pensile, realizzato sui terrazzamenti del banco tufaceo, è possibile vivere questo luogo attraverso manifestazioni culturali: presentazioni di libri, mostre,  spettacoli teatrali e musicali.
Con la cultura non si mangia, disse qualcuno, dimenticandosi però  che la cultura è essa stessa un cibo, e  non curarsi dei luoghi della memoria e di ciò che essi rappresentano significa negare il cibo per la mente ad un  popolo.
Meno male che ci sono privati che con tanti sacrifici fanno rivivere questi luoghi , e li fanno rivivere con la Cultura.

Mario Scippa