Leone Caetani, raro esempio di libero spirito risorgimentale italiano dal tratto autenticamente aristocratico bianco, nacque primogenito a Roma il 12 settembre 1869 da don Onorato principe di Teano e duca di Sermoneta, patrizio napoletano e patrizio coscritto romano, degli antichi principi di Caserta, una delle più grandi famiglie principesche romane rivali dei principi Colonna, e da lady Ada Bootle Wilbraham, parente dello scrittore inglese sir Bulwer-Lytton.
La casata dei Caetani, signori di baronie, contee e marchesati in territorio papalino e casertano, annoverava Cavalieri di Malta e di vari ordini cavallereschi pontifici, avi illustri tra alti prelati, vescovi, cardinali e papi, ambasciatori, governatori.
In famiglia vi furono anche Cavalieri dell’impero palatino asburgico; nel 1241 furono fedeli a Federico II, a Manfredi e Corradino di Svevia. Si legarono poi ai nobili Frangipane, nemici di Corradino, e passarono all’obbedienza dei re angioini.
I Caetani furono nemici della potente famiglia romana dei principi Colonna; il 3 maggio 1297 Pietro Caetani, nipote di papa Bonifacio VIII, che li proteggeva dagli abusi della famiglia avversaria, nel 1298 ebbe il feudo e il titolo di duca di Sermoneta e il feudo di Ninfa già dei Frangipane.
I principi Caetani, illustri uomini d’armi oltre che prelati e letterati, nel 1303 scatenarono una vera e propria guerra civile contro i Colonna mettendo a ferro e fuoco i loro feudi di Velletrie e di Palestrina, riconquistando dopo l’episodio dello schiaffo di Anagni, i feudi di Sermoneta e di Ninfa, assoggettati dai Colonna.
Dal 1307 al 1311 i Caetani diedero rifugio nelle loro terre laziali e casertane ai templari laziali, di Capua e di Maddaloni, ignorando gli ordini di cattura emessi nei loro confronti da papa Clemente V, dal re di Francia e da re Carlo II d’Angiò; inoltre, dal 1312 occuparono i beni ex templari dei loro feudi per evitare che cadessero in altre mani.
Nel 1706 donna Caterina Caetani sposò don Antonio de Sangro; dall’unione nacque a Torremaggiore in Puglia il famoso principe Raimondo, che a sua volta sposò nel 1735 donna Carlotta Caetani Merode, figlia dei conti di Conversano e di Marzano, del ramo minore del casato.
Legati alla famiglia imperiale degli Asburgo, tra il 1734 e il 1744 al ramo principale furono poi confiscati molti feudi nell’alto casertano, e persero i titoli di principi di Caserta e di Caserta vecchia; solo nel 1750 riacquistarono la loro potenza con l’avvento dei Borbone Due Sicilie.
Furono fedeli principi dell’aristocrazia nera papalina fino al 1870, pur rimanendo leali ai Borbone in esilio con Onorato Caetani, padre di Leone.
Con i Savoia la famiglia conservò il ducato di Sermoneta e il principato di Teano, oltre una decina di feudi minori tra Lazio e casertano.
La cultura del giovane principe Leone Caetani fu influenzata da sua nonna Ersilia Caetani Lovatelli (1840-1925), profonda conoscitrice della letteratura greca, del latino, del sanscrito indu, amica di famosi archeologi tra cui il De Rossi, Momsen, Gregorovius e autrice lei stessa di tanti lavori sull’antico mondo pagano classico di Roma e della tradizione aristocratica del senato romano tra Repubblica e Impero.
Ersilia Caetani Lovatelli pubblicò nel 1884 anche un libro su di un balsamario vitreo con figure di Roma a rilievo, rappresentanti una scena del culto dionisiaco; nel 1888 il secondo libro Amore e Psiche e ancora nel 1891 uno scritto sui santuari pagani classici lungo la via Campana.
Leone Caetani si laureò con brillanti voti all’Università Cattolica di Roma La Sapienza nel 1891 con una tesi di laurea su Paolo Alaleone de Branca, Maestro di Cerimonia pontificio.Giovanissimo, era già Cavaliere di Malta, di San Gregorio, di Santo Stefano pontificio e dell’Ordine Piano del papa, nonché suo Cameriere segreto.
Mostrò sempre uno spiccato amore per la cultura romana classica, e per l’Islam, studiando, oltre al greco e al latino, il francese, lingue orientali come l’Hindi e il Bengali, ma soprattutto l’arabo e il persiano; ebbe interesse anche per il Berbero, il Somalo e l’Etiope. Studiò kabbala ebraica, cultura islamica, filosofia araba sufa, leggende berbere e il mito di Atlantide, approfondendo la tradizione dell’Arca dell’Alleanza e la storia della religione cristiano copta dell’Etiopia, l’astrologia sumera e babilonese, l’egittologia.
Studiò inoltre algebra, alchimia, antichi testi di medicina e filosofia araba, dedicandosi a leggere nel suo poco tempo libero il Kitab, o libro del Picatrix sull’antica magia araba preislamica, e testi sulla cultura sabea preislamica dello Yemen.
Nel 1905 le sue fatiche letterarie confluirono nella pubblicazione del primo volume degli Annali dell’Islam, riscuotendo il plauso di molti orientalisti e islamisti europei e di tanti studiosi arabi: fu colmato di onorificenze cavalleresche, e fu ammesso all’Accademia romana dei Lincei.
Nello stesso anno lesse in inglese la traduzione delle opere sumere e babilonesi su tavolette d’argilla raccolte alla Biblioteca Reale Assira e poi Persiana di Ninive, presenti al British Museum, tra cui il poema della Creazione del 3000 a.C. – e quindi più antico ancora del libro Egizio dei Morti – del famoso poeta sumero Enuma Elish.
Lesse avidamente le opere dei cardinali e letterati della sua famiglia pubblicate dal 1200 in poi, in particolare di sua nonna Ersilia; visitando necropoli nel Lazio e in Capua s’innamorò degli Etruschi e della possanza senatoriale dei Romani.
Leone Caetani cominciò a scrivere i successivi tomi degli Annali dell’Islam, iniziati nel 1905, mentre visitava le città italiane custodi di antiche vestigia, fino al completamento dell’intera opera nel 1926.
Non tralasciava di frequentare i salotti principeschi dell’aristocrazia romana; continuava i suoi viaggi in Africa e in Medio Oriente, raccogliendo tesori d’arte, libri per la preziosa biblioteca della sua nuova casa che si era fatta costruire nel 1905 sul Gianicolo,la bellissima villa Il Miraggio, dove conservava opere rarissime delle culture islamiche, occidentali, orientali ed egizie.
Leone Caetani si recò anche in visita agli scavi archeologici della Campania, le sue ville, le sue residenze reali, i suoi musei, ammirando le vestigia greche, romane ed etrusche.
Nel 1901 sposò a Roma la bellissima principessa donna Vittoria Colonna, sancendo finalmente, dopo secoli di ostilità, per la storia italiana e araldica la pace tra i Colonna e i Caetani.
Gli sposi viaggiarono per Napoli via mare, dove si fermarono un certo tempo, non tralasciando nulla di quanto la città offriva in cultura ed eventi mondani, per poi imbarcarsi per la crociera nuziale che li portò in Egitto e in altri luoghi dell’Africa del Nord; rientrarono a Roma nel 1905.
Leone Caetani, studioso appassionato, e sua moglie donna Anna, bellissima e in continua ricerca di piaceri mondani, ben presto cominciarono ad allontanarsi;dopo la nascita del figlio Onorato, dalla salute psicofisica malferma, il matrimonio andò sempre più in pezzi; ognuno per conto proprio continuava a frequentare i suoi ambienti d’elezione.
Leone nel 1911 fu eletto Senatore nell’ala socialista. Contrario alla guerra di Libia, allo scoppio del I conflitto mondiale combattè sull’Isonzo contro gli austriaci come sottotenente di artiglieria da montagna, raggiungendo poi il grado di capitano aiutante maggiore alla fine della guerra.
Massone dal 1890, Caetani, iniziato dopo il viaggio in Egitto dal barone romano Musso, nel 1891 aderì alla Società Teosofica italiana di Roma, dove approfondì l’amicizia con il duca Pasquale Del Pezzo di Napoli, con il quale nel 1906 passò nella filiazione romana di piazza del Gesù.
Nel 1919 aderì al Martinismo entrando nella loggia romana Il Silentium con l’avvocato Alessandro Sacchi, su presentazione del poeta Gabriele D’Annunzio, del professor Banti di Ancona e del conte Ottavio Ulderico Zasio di Venezia, conosciuti quando prestava servizio militare.
Ritornò a Napoli varie volte, nel 1909, 1910, nel 1923, 1924, dove strinse amicizia con i seguaci di Lebano, ovvero l’idraulico Vincenzo Gigante da Torre Annunziata, il duca Prota di Torre del Greco, Antonio Ariano.
Il nonno materno di Ariano, Antonio Pasquale De Santis, già colonnello borbonico e esule a Roma fino al 1870 e poi guaritore, era stato amico del nonno di Leone, il principe Michelangelo.
Caetani s’incontrava a Palazzo Lovatelli con scrittori, massoni, poeti, ma anche archeologi, storici; frequentava anche il medico Giuseppe Cuccurullo, genero del Lebano.
Leone Caetani nel 1922 aveva tentato un riavvicinamento a Kremmerz con lettera autografa, dopo dissentito pubblicamente sul giornale kremmerziano Il Commentarium di Bari nel 1910 sulle pubblicazioni troppo diffuse del Kremmerz di testi ermetici e perciò consegnate ad un pubblico di massa. Nel 1906 scrisse una bellissima lettera a Giustiniano Lebano.
Nel 1923 fu ricevuto in Roma tra i Neotemplari; nel 1924 divenne progressivamente 33, 90, 95 dell’Ordine Egizio di Napoli.
Alla fine del 1924 era proprio a Napoli quando Mussolini ordinò la chiusura di tutte le logge della massoneria scozzese egizia, dei kremmerziani. Rimase disgustato dal fascismo italiano nel 1925 e rientrò subito in treno nella sua villa romana.
Leone Caetani considerava Mussolini non il vate dell’antica Roma senatoriale ma solo un dittatore illuso e pericoloso per la pace. Vedendo che la situazione in Italia peggiorava sempre di più, e che la Libertà d’espressione continuava a diminuire, alla fine del 1926 con la moglie morganatica Ofelia Fabiani e la figlia Sveva, nata nel 1917, partì per la Columbia inglese, stabilendosi a Vernon in Canada, ove nel 1927 acquistò una fattoria.
Qui visse negli ultimi anni, alternando viaggi agli scavi archeologici di Gran Bretagna e di Francia e incontri negli ambienti degli esuli liberali italiani e di letterati e storici francesi, egittologi, massoni egizi, kabbalistici, gnostici e neotemplari, islamisti devoti al Guenon di Francia,i nascenti martinisti.
Nell’aprile 1935 Caetani prese la cittadinanza canadese a Vancouver per protestare contro l’invasione italiana dell’Etiopia: il governo fascista per ritorsione lo privò della cittadinanza italiana e della qualifica di socio della Real Accademia dei Lincei.
Leone Caetani morì a Vancouver nel Natale del 1935, confortato da amici italiani e canadesi devotissimi, allievi delle sue stupende idee, ma soprattutto dall’amore di sua moglie Ofelia e della figlia diletta Sveva.
Sveva Caetani continuò la tradizione paterna in Canada, tenendo vivo il ricordo del padre e dei suoi scritti, firmati con pseudonimo di Ottaviano, diffondendo la tradizione osiridea cara ai seguaci di Raimondo de Sangro, di Lebano, di Kremmerz.
Michele Di Iorio