Roma, addio scudetto? La Lazio sorpassa il Napoli e va a -1 dai giallorossi

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roma sampNAPOLI – Nella 26esima giornata di campionato di serie A la Juve vince di misura a Palermo ed è ormai a +14 dalla Roma, sconfitta in casa dalla Samp, che si avvicina  alla zona Champions insieme alla Fiorentina. Il Napoli cade a Verona e precipita al quarto posto, superata dalla Lazio che, vincendo a Torino, si porta a 49. Milan più nero che rosso. Pareggiano Inter e Atalanta, rispettivamente con Cesena e Udinese. Cala  un po’  il Genoa, sprofonda il Parma.
ROMA – SAMPDORIA –  Una super Samp, corta ed elastica, affonda la Roma grazie alle reti di De Silvestri (60’) e Muriel (78’) e i giallorossi guardano lo scudetto dal telescopio, a -14 dalla capolista. Ottima gara di Eto’o, chiamato da Mihajlovic a coprire spazi che di solito non gli appartengono. Così non c’è trippa per gatti per uno spento Totti, uno sfortunato Gervinho e un nervoso Keita, protagonista di un gol annullato per fuorigioco al 18’ed espulso per proteste all’81’. Gli ospiti dunque non vincono in casa dal lontano 30 novembre e intanto anche l’Europa League comincia a diventare un incubo. Gli straripanti blucerchiati conquistano tre punti di diamante, lodevoli di un gioco armonioso ed essenziale e possono fieramente guardare alla Champions.
TORINO – LAZIO – Alle calcagna della Roma, i biancocelesti che vincono 2-0 a Torino e si portano al terzo posto, a -1 dalla Roma. Eppure un pareggio sarebbe parso equo, considerando il primo tempo giocato in modo piuttosto equilibrato tra le due squadre.Ma il modulo di Pioli del secondo tempo (Onazi e Keita Baldè Diao al posto di Cataldi e Mauri) colpisce e affonda dei granata alquanto dormienti fino alla prima mezz’ora, quando finalmente si fanno vedere Silva e Amauri con un tiro che l’esperto Marchetti respinge senza grossi problemi. La splendida serata di Anderson, che con il nuovo 4-3-1-2 può scatenarsi, può dunque avere ha inizio: prima serve alla grande Keita, che però sbaglia; poi le sue due conclusioni personali in soli sette minuti (71’; 78’). Ventura fallisce il suo turnover, ma è già tempo di guardare allo Zenit.
VERONA – NAPOLI –  È evidente che il club azzurro non riesce a gestire al massimo due competizioni importanti: nella stessa settimana i partenopei prima vincono 3-1 sul Dinamo-Mosca in Europa League, poi cadono a Verona, sconfitti da una doppietta di Luca Toni (7’; 52’). È pur vero, però, che  Benitez  è stato costretto a fronteggiare le assenze di Koulibaly, Strinic e Gargano; soprattutto Gabbiadini, uomo facile al gol ultimamente, partito dalla panchina per un affaticamento muscolare. Al suo posto Hamsik, che oggi non è certo lo stesso protagonista delle formidabili giocate al fianco di Cavani. L’entrata di Higuain nelle ripresa per un Napoli a trazione interiore non riaprirà il match, così come lo sfortunato palo interno di Gabbiadini all’88’, da circa trenta metri. L’atmosfera è ovviamente tesa, ma a sorpresa viene espulso un centrocampista della squadra in vantaggio: è Sala (90’), anche se ciò non compromette il risultato finale e ora per gli azzurri è in pericolo perfino il terzo posto, minacciato da un’ottima Fiorentina.
PALERMO – JUVENTUS – La vecchia signora sempre più seduttrice del desiderato scudetto, si porta a 64pt.in classifica, godendo in pieno delle scivolate capitoline, seppure siano ben lontane le goleade degli uomini che allenava Conte. Lievemente in difficoltà nel coniugare impegni Champions e Campionato senza sentirsi troppo  stanchi, invece sono i bianconeri di Allegri, che come prevedibile effettua il turnover. In compenso non mancano certo le energie a Morata che riesce a sbloccare al 70’, poco dopo il suo ingresso; i restanti venti minuti degli ospiti sono spesi a difendere il vantaggio dai continui attacchi rosanero, che disputano una buona partita, mancando però quel giusto cinismo che avrebbe garantito il pareggio senza tanti problemi.
FIORENTINA – MILAN –  I viola ospitano dei rossoneri sempre più giù, moralmente e fisicamente, battendoli 2-1, grazie a un esilarante Joaquin, preziosa ala destra. La carriera di Inzaghi come allenatore del suo amato club, sembra non decollare e la panchina scotta come il sole all’Equatore. Subire la rimonta per il Milan assomiglia ormai a un’abitudine. Eppure la rapidità di Menez aveva prospettato una brutta partita per la squadra di Montella, che aveva optato quindi per una difesa a quattro; poi un tempestivo Destro  sorprende al 56’. Più in avanti Rodriguez è bravo ad accogliere un assist involontario, frutto di una disattenzione dei padroni e di testa pareggia all’83’. Non basta. Dopo sei minuti la rete di Joaquin chiude definitivamente la storia.
GENOA – CHIEVO –  Ottima prestazione del Chievo che al Marassi conquista una vittoria pesante quanto meritata. Tatticamente ineccepibile riesce con stile a evitare ai giocatori del Genoa di riprodursi, come invece è solito saper fare. Il match ha inizio gradevole, anche se povero di concrete azioni gol per tutto il primo tempo, se non unicamente da parte di Maggiorini, che se non altro ci prova. Poi sa fa vedere anche Niang, ma solo in apparenza: sarà infatti sostituito da Pavoletti nel secondo tempo, il cui colpo di testa nel finale non riaccenderà le speranze rossoblu. Al 41’ è bravo Cesar a neutralizzare una pericolosa palla dei padroni. Pressano alto però gli ospiti e al 4′ della ripresa arriva la rete di Paloschi, al 68’ la doppietta. Borriello al posto di Bergdichi la vana carta giocata da Gasperini,  ma Bizzarri risponde con fermezza ai tentativi offensivi avversari. Delusione dei tifosi genoani che abbandoneranno gli spalti fischiando loro decisamente prima di quello finale di Daniele Doveri.
ATALANTA – UDINESE – Resta inchiodata sullo 0-0, segno che la cura Reja non ha ancora guarito l’attacco nerazzurro. Stupisce che non ci sia stato nessun tiro da parte dei friulani in tutto il secondo tempo, nonostante il vecchio Di Natale abbia corso su e giù per il campo come un ragazzino. È Widmer ad avere una ghiotta occasione nei primi minuti, ma la palla prima colpisce il palo, poi schizza altrove, in zona assolutamente inoffensiva. I bergamaschi cominciano a produrre gioco e a crescere soprattutto di convinzione, dimostrando nel complesso un atteggiamento positivo. La partita non dice molto sul piano tattico, bensì su quello del fairplay: gli scontri fisici tra i giocatori non sfociano in risse, ma in amichevoli pacche sulle spalle, strette di mano e pronte scuse. Come testimonia la reazione di Denis all’involontario calcio nella pancia del portiere Karnezis. Reja salva almeno il pareggio sostituendo Biava con Scaloni; al 76’ l’indiscussa espulsione di Carmona per un fallo piuttosto sciocco, non sarà sfruttata dagli innocui bianconeri.
INTER- CESENA –  Forse Mancini pecca di non rinunciare al tridente titolare. Fatto sta che riesce appena a pareggiare al 48’ con Palacio, abile raccoglitore di un assist di Icardi. Poi l’Inter si accende e ci prova anche Podolski, ma c’entra il palo con un potente sinistro e una furba richiesta di rigore inesistente sarà giustamente inaccolta. Neanche il disperato tentativo di Guarin a cinque minuti dalla fine servirà a rimediare al colpo inferto dal solito Defrel, abile al 30’a superare in pallonetto l’uscita di Handnovic. I nerazzurri dunque zoppicano ancora, ma il Cesena penultimo a 21 pt.con il Cagliari, non se la passa certo meglio.
SASSUOLO – PARMA – A Reggio Emilia i verdeoro affondano i gialloblu, che colpevoli di aver effettivamente giocato solo nel primo tempo, si avvicinano sempre più  all’inferno della serie B. L’uomo partita è senza dubbio Sansone, protagonista  sia di un’esilarante doppietta ( 24’; 37’), che indirettamente delle successive reti dei compagni ( Berardi 62’ rig. ; Missiroli 66’). Eppure era sembrato che il match prendesse una piega diversa, vista l’immediata reazione del Parma con il gol di Lila al 27’che aveva vivacizzato l’atmosfera del Mapei. Inoltre gli ospiti erano apparsi tutt’altro che rassegnati dopo il 2-0, attraverso le continue iniziative di Zaza, del quale però non è sembrata proprio essere la giornata giusta. Ma soprattutto lucidi e sereni, senza lasciarsi troppo coinvolgere da qualche errore arbitrale di Cervelliera. Il direttore di gara deciderà poi l’espulsione di Mirante (60’) per netto fallo da rosso e annullerà un gol ai parmigiani: episodi che non pregiudicheranno le sorti del match ormai già deciso dagli emiliani.
CAGLIARI – EMPOLI – I sardi e con loro anche Zeman, tornato sulla panchina rossoblu, si lasciano beffare in casa da Vecino sul filo del rasoio (93’) , sebbene  al 20’ fossero stati proprio gli uomini di Sarri a essere sorpresi dal gol di Joao Pedro, proprio sul più bello. Ovvero mentre giocavano i migliori minuti della partita. «Vogliamo Cagliari all’attacco!», le grida incitanti dalla curva Nord. Ma nel giro di pochi minuti dal momentaneo vantaggio, i due pali con lo stesso Joao Pedro e con Mpoku. Grazie a una maggiore intraprendenza mostrata nella ripresa, l’Empoli consegue il suo settimo risultato utile consecutivo, portandosi quatto quatto a trenta punti e l’obiettivo salvezza sembra sempre più vicino.

Nina Panariello