La scarpetta della Madonna

Foto AlinariNAPOLI – La storia dei culti religiosi attraverso i secoli è espressione della grande vicenda dell’anima dell’uomo.
Il cristianesimo attinge le sue tradizioni dal paganesimo, dando vita a credenze e leggende.
Non è possibile sapere ciò che è vero: la sola verità non esiste. In questo mondo vi sono tanti miti variegati, dalle sfumature mistiche e misteriche che risalgono all’arcano della Vita e al cuore magico dell’uomo.
Un uomo errante, alla ricerca spasmodica di quelle certezze che possiede il desiderio eterno di dare una risposta all’ignoto che lo sovrasta.
Tra queste leggende, notevole espressione dell’immaginario popolare, è quella dello scarpunciello d’a Maronna, la scarpetta della Madonna.
Si racconta infatti che la città partenopea in una lontana notte fosse preda di una violenta tempesta. Nella chiesa della Madonna di Piedigrotta il sagrestano Bernardino si rese conto con ansia che la statua della Madonna era sparita dalla nicchia in cui si trovava.
Pensò ad un furto, quando in uno squarcio di luce il portone si aprì: era la Vergine dagli abiti bagnati che s’incamminava lungo la chiesa per ritornare al suo posto. Nel procedere si tolse una scarpetta da cui scivolò sabbia marina.
Madonna_PiedigrottaLa Madonna era andata in soccorso ad alcuni marinai che l’avevano invocata durante il diluvio. Il sacerdote basito corse a raccontare l’accaduto all’abate. Al ritorno trovarono la Vergine nella sua nicchia, ma con il mantello ancora bagnato e un piede nudo. Si narra che la sacra scarpetta fosse ritrovata in seguito sporca di sabbia nell’ingresso della basilica.
Altre versioni narrano che Maria uscisse durante la notte per proteggere i suoi figli. Leggende più antiche, invece,  si riallacciano al tema marino, raccontando di quando la statua della Madonna si trovava nella Crypta Neapolitana e, animandosi, fosse solita uscire di notte sulla spiaggia di Mergellina.
Una volta, nella fretta di ritornare le si riempì di sabbia la calzatura e nel ripulirla, la perse. Il giorno successivo i pescatori ritrovarono la scarpetta e poi scavando accanto alla grotta scoprirono una scultura in legno della Vergine, che ora si trova nella chiesa di Santa Maria di Piedigrotta.
Nella cultura collettiva religiosa il camminare della Vergine è testimoniato anche da episodi del Vangelo come la visita ad Elisabetta e la ricerca di Gesù dodicenne.
La Crypta Neapolitana – o grotta di Posillipo – è un’antica galleria scavata nel tufo della collina di Posillipo, tra Mergellina e Fuorigrotta. Durante il periodo del paganesimo nella grotta, simbolo del grembo materno, vi si sarebbero officiate cerimonie orgiastiche e misteriche in onore di Priapo, dio della fertilità e probabilmente culti propiziatori per donne infeconde rivolti alla dea Afrodite. Inoltre, la grotta fece da sfondo anche al culto solare mitraico.

Crypta Neapolitana
Crypta Neapolitana

Durante il periodo del cristianesimo la figura della Vergine Maria, simbolo di verginità, maternità e nascita, fu posta nella Crypta per purificare i riti pagani fino a quando venne edificata la chiesa.
Inoltre, durante la festa di Piedigrotta si rievocavano inconsci brandelli di rituali erotici pagani. Infatti, si riteneva che i figli concepiti nella notte della festa fossero nati per grazia della Madonna.
Frutto delle credenze popolari narrate sono i doni che venivano dispensati nella chiesa di Piedigrotta: alle giovani spose o’scarpunciello d’a Maronna per favorire la protezione e la fecondità, mentre, il 25 marzo, giorno dell’Annunziata, si sostituivano le scarpette alla statua della Vergine, ritenute consumate dal lungo cammino elargendole ad una donna incinta, per propiziarne il parto.
Quest’ampia tradizione ha ispirato l’espressione protettiva nell’affettuoso saluto: ‘a Maronna t’accumpagna, la Madonna ti accompagni. Ed è possibile che anche la fiaba di Cenerentola di Charles Perrault abbia tratto ispirazione dalla medesima fonte.

Tiziana Muselli