Il convento porticese di Sant’Antonio da Padova

Ordine francescanoSiamo a Portici, alle falde del Vesuvio nella dolce ma fredda serata di domenica 7 dicembre dell’anno dome 2014, accanto alla stupenda Reggia borbonica sorta nel 1738 per volere di re Carlo III  di Borbone, poi divenuta proprietà dell’Ente Provincia e sede del dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università Federico II.
Al convento e chiesa parrocchiale di Sant’Antonio di Padova i Frati Minori hanno inaugurato la mostra “Porticesi famosi”: in esposizione la collezione di stupendi gusci di noce in cui sono raffigurate scene del Vecchio e Nuovo Testamento, nonché alcuni quadri di Beniamino Ascione e foto dell’Archivio Vincenzo e Michele Malaspina.
Inoltre all’interno della mostra si è potuta ammirare una porta originale del 1785, regnante Sua Maestà Ferdinando IV
Un folto pubblico di visitatori è stato dapprima guidato al piano superiore del complesso monumentale, dove si trova la biblioteca  per ammirare la pregevole biblioteca con testi cinquecentini, secentini, opere rare e inedite di tomi stampati del 700 e 1800 di teologia, di letteratura, di storia e filosofia.
In un corridoio spiccava uno splendido esemplare di altare religioso racchiuso in un armadio, una raccolta di quadri antichi di varie misure di autori napoletani e porticesi, statue, vasi, leggi lignei.
Fiore all’occhiello di quello che si propone come museo, una rarissima collezione di abiti sacerdotali e di vestiario religioso di seta con fili in oro di produzione quasi certamente porticese e siciliana, di manifattura quindi  più antica di quella di San Leucio, datata 1789 ma risalente al 1776.
La seteria porticese, esistente secondo documenti già nel ‘500, attualmente è in esame e in studio di preziosi e solerti studiosi e storici locali come Stanislao Scognamiglio.
La folla dei visitatori accorsi numerosi nonostante il freddo serale, è stata poi condotta nuovamente al piano terra del convento per una simpatica degustazione di prodotti enogastronomici tipici campani della famosa Azienda Fratelli Punzo srl di Pollena Trocchia di via Garibaldi, proprio di fronte a Villa Vaccaro. Olio vergine extravergine d’oliva su tocchi di pane casereccio, delizioso Piedirosso e squisito Catalanesca dall’aroma genuino e penetrante nel suo gusto fine e particolarmente inebriante.
La serata è terminata gioiosamente con questo momento di convivialità , tra le vie dal sapore antico della cittadina più amata dai sovrani Borbone. Ebbero molto caro anche il convento e la chiesa francescana, che furono visitati da tanti cardinali, due papi, in particolare Pio IX, che nel 1849, durante il suo esilio temporaneo suoi soggiornò per sette mesi a Portici, eleggendola di fatto in tale periodo Sede di Pietro.
Il  convento di Sant’Antonio di Padova venne chiuso in periodo napoleonico, nel 1806, e subì il sequestro beni e libri – al tempo 5000 – per poi esser riaperto dal generorso re Ferdinando i borbone nel 1815.
Di nuovo chiuso nel 1861, dopo l’arresto di cospiratori borbonici in sospetto di complotto contro i Regno d’Italia e a favore del Regno delle Due Sicilie contro gli invasori piemontesi e anche perche vi aveva soggiornato il cardinale Sisto Riario Sforza. Il cardinale fu scacciato da Portici e scortato in treno a Roma pontificia perche sospettato di simpatie verso i Borbone.
Michele Di Iorio