Amavo Napoli, la mia città. L'amavo veramente.

Non ce la faccio più a sopportare tutto quello che sta accadendo, giorno dopo giorno.
Ieri mattina, crolla un palazzo alla Riviera di Chiaia.
Ieri sera la Città della Scienza a Bagnoli in fiamme.
Stamattina, solo, si sono accorti che sotto tutta la zona Chiaia esiste un gran quantità di acqua che dalle colline va verso il mare, e che è pericoloso far transitare i veicoli.
Ma è mai possibile che bisognava sfiorare una  tragedia, una strage prima di decidere di bloccare il traffico sulla Riviera di Chiaia, traffico veicolare che diventa una continua sollecitazione alla staticità degli edifici già provati duramente dai lavori che si stanno svolgendo da anni nel sottosuolo per la metropolitana? Lavori che non sappiamo quali equilibri statici stanno compromettendo.
Ieri sera stavo leggendo un racconto, narrava dell’eruzione del vulcano dei Campi flegrei, erano immagini spaventosamente verosimili terribili e spettacolari allo stesso tempo, descritte in quel racconto.
Fuoco, fuoco sull’acqua per volontà della natura, della Madre Terra che sembrava ribellarsi a decenni e decenni di oltraggio.
Avevo Fb aperto e sulla mia home page incominciano a scorrere immagini terribili:  Bagnoli in fiamme.
Fuoco, sull’acqua nei Campi Flegrei. La Città della Scienza stava andando a fuoco. In quelle immagine che passavano sotto i miei occhi increduli c’era il riflesso del fuoco sull’acqua che fino a pochi minuti prima risiedeva nella mia immaginazione dalla lettura di quel racconto. Era identica la scena che stavo leggendo, veramente impressionante. Spaventoso. Terribile.
La domanda: perché?
Oggi siamo governati da una incultura imperante, che regola i processi decisionali nella trasformazione dei territori da un lato e governati anche da qualcosa di orribile, organizzazioni malavitose, senza scrupoli, tante volte parlano la stessa lingua: malavitosi e chi senza cultura ha il potere delle decisioni di trasformazione del territorio.
Ma queste gente non può e non deve massacrarmi Napoli, questo territorio ricco di simboli.
Sono loro che stanno distruggendo la bellezza. Sono loro che sembrano avere come obiettivo l’appiattimento delle diversità e l’annullamento della memoria.
Loro sono come il Demonio.  Sono la manifestazione della forza del male che si oppone e contrasta il bene.
Noi tutti siamo invasi e governati da una imperante povertà culturale che solo un vero accorpamento tra tutte le forze culturali, anche politicamente trasversali, potrebbe e dovrebbe combattere.
La mancanza di cultura che sta caratterizzando l’ingresso di questo nuovo millennio è la peggiore delle catastrofi che l’umanità deve affrontare.
Noi intellettuali, poeti, scrittori, artisti, giornalisti, abbiamo il dovere morale di opporci e di combattere questa catastrofe.
Siamo noi il mondo.
Noi solo possiamo e dobbiamo salvare la bellezza, affinché la bellezza possa poi salvare il mondo.
Solo così potremmo far loro un esorcismo per scacciare via questa gente.
(Foto: web)

Mario Scippa