POMIGLIANO D’ARCO – Dare una mano a chi attraversa un periodo di difficoltà economiche a causa della mancanza di lavoro. Questo l’obiettivo di “Basta suicidi, adotta un cittadino”, iniziativa promossa da Felice Romano imprenditore di Pomigliano d’Arco, in provincia di Napoli, che si svolgerà domenica 5 maggio in piazza Primavera.
L’idea è nata dopo il suicidio di Francesco Carlucci, informatore farmaceutico del posto che era rimasto da tempo senza un lavoro e non riusciva neanche a pagare l’affitto di casa. Sulle mura della città sono stati affissi manifesti che annunciano l’iniziativa e chiedono di offrire un lavoro, anche se al nero.
«Mi autotasserò per evitare altri suicidi – ha spiegato Romano – e chiedo agli altri imprenditori della città di fare lo stesso, se non offrendo un lavoro, anche solo versando una quota per dare sostegno a quanti, in questo delicato momento, hanno realmente bisogno di una mano. Qualche settimana fa un altro laureato in farmacia, mi aveva chiesto, in lacrime, di farlo lavorare, ma non ho potuto farlo. Ora lo contatterò, e gli offrirò un lavoro, anche se solo per sei, dodici mesi, in modo che abbia un sostegno economico che gli eviti l’isolamento. Non voglio leggere dell’ennesimo suicidio, e con una rete di solidarietà potremo dare la sensazione alle persone di avere ancora una opportunità, e di non essere soli”. Romano è già stato contattato dalla locale associazione antiracket, dalla Codacons, dal comitato mogli operai della Fiat di Pomigliano, e da alcuni esponenti delle parrocchie locali, che hanno offerto il proprio aiuto, ognuno per la propria parte, per consentirgli di avviare la “rete di solidarietà”.
«Da Pomigliano deve nascere un nuovo spirito di familiarizzazione – aggiunge l’imprenditore – lo scorso anno, sul nostro territorio, sono state chiuse 300 partite Iva. Famiglie benestanti sono andate in rovina, numerosi negozianti hanno chiuso le loro attività, e centinaia di famiglie sono disperate per la mancanza di lavoro. Chi ha bisogno di aiuto spesso si chiude in se stesso, ed una comunità non può consentire tutto questo. Anzi”. Romano sostiene, infine, che l’iniziativa deve essere da sprone anche alla politica: “C’é troppa burocrazia che rallenta le cose – conclude – ed è per questo che ho chiesto anche di offrire lavoro in nero se c’è, in modo da accelerare l’aiuto in attesa, naturalmente, che l’economia si riprenda e che la politica faccia la propria parte».