PORTICI (NAPOLI) – A Villa Savonarola di corso Garibaldi si è svolto il secondo appuntamento della rassegna letteraria “Ti presento un libro”, organizzata dall’Amministrazione comunale, Assessorato alla Cultura, retto da Raffaele Cuorvo.
Il pomeriggio, che ha visto la presentazione del libro “La camorra e l’Antiracket” di Nino Daniele, Antonio Di Florio e Tano Grasso, è stato seguito dalla degustazione dei prodotti Latte Nobile.
Al dibattito, moderato dal presidente di Radio Siani Giuseppe Scognamiglio, sono intervenuti il sindaco di Portici Nicola Marrone, l’assessore alla Cultura Raffaele Cuorvo, l’assessore alla Legalità Valentina Maisto.
Erano inoltre presenti Raffaella Ottaviano e Pasquale Del Prete dell’Associazione Antiracket FAI di Ercolano, il dottor Adriano Gallevi e il dottor Domenico Parziale di Latte Nobile.
L’esperienza vissuta in prima persona da Nino Daniele e da Antonio Di Florio – che all’epoca dei fatti erano rispettivamente sindaco e comandante della Tenenza dei Carabinieri di Ercolano – li vide protagonisti nella lotta alla criminalità locale nella sanguinosa della guerra di camorra degli anni 2003- 2009 tra i clan rivali Birra-Iacomino e Ascione-Papale. Una faida che costò numerose vittime, anche innocenti. Uno per tutti, Nino Daniele ha ricordato Ivano Perrone, un ragazzo colpito da un proiettile in fronte costretto ancora oggi a vivere sulla sedia a rotelle.
Gli episodi raccontati sono stati tanti, e da tutti traspariva lo sgomento di quei giorni che presto divenne determinazione. Daniele e il tenente Di Florio aiutati dal coraggio dei cittadini che si ribellarono al pizzo – imposto talvolta contemporaneamente dai due clan – iniziarono a fare piccoli passi testimoniando con la loro presenza tra i commercianti la loro vicinanza. Poi cominciarono ad intervenire come Istituzioni, coadiuvati dal Fai di Tano Grasso.
Nino Daniele ha tenuto a sottolineare che l’aver infine riportato alla legalità la Città di Ercolano fu possibile soprattutto grazie al coraggio di chi si oppose alle prevaricazioni camorristiche. A questo proposito è stata molto toccante la testimonianza di Raffaella Ottaviano, la commerciante che sfidando la camorra per prima si rifiutò di pagare il pizzo e denunciò gli estorsori.
«Non chiamatemi sindaco antiracket: un’Istituzione deve implicitamente esserlo – ha affermato Daniele – Vanno quindi promosse iniziative come quella di questa sera: il consumo di Latte Nobile che sarà presentato tra poco. Potreste dire che abbiamo offerto una bella cosa, ma che nel vostro piccolo potete fare ben poco per la lotta alla criminalità. Invece no: il consumo critico dei prodotti dei nostri territori è fondamentale».
Infatti rivolgersi ad esercizi ed aziende che non si piegano ai soprusi degli estorsori, ma anzi danno una mano agli allevatoti onesti e coraggiosi, è già il primo presidio della lotta alla criminalità.
«Acquistare prodotti dove vengano rispettati i contratti di lavoro garantisce che i soldi delle estorsioni non vadano alla fine ad impinguare organizzazioni camorristiche», ha poi continuato Daniele, concludendo: «È come acquistare prodotti griffati facendo finta di ignorare che vengono prodotti in Paesi del Terzo Mondo, con la manodopera di persone che vengono sfruttate come schiavi, anche bambini … Scegliamo i prodotti “giusti”, che ci diano garanzia di legalità e ambientali. Ovvero il latte e i prodotti caseari che saranno presentati tra poco, così come la scatoletta del tonno del supermercato che riporta sull’etichetta “pescato con la lenza”. Tutto è costruito per fare di noi dei consumatori passivi. Se invece diventiamo consumatori critici, cioè intelligenti, possiamo cambiare il mondo. E un piccolo gesto intelligente è quello di andare ad assaggiare i prodotti Latte Nobile»
La degustazione che ha dunque seguito la presentazione del libro infatti tende a tutelare il lavoro dei tanti allevatori campani e nello stesso tempo promuovere la cultura del latte come nutrimento di qualità, grazie ad una zootecnia senza forzature che stressa gli animali.
Il modello Latte Nobile offre un prodotto di alta qualità riconosciuta e certificata e dà all’allevatore il giusto prezzo assicurando la sopravvivenza di tutte quelle piccole aziende delle colline e montagne campane. Ai consumatori dà invece la possibilità di poter scegliere la qualità del proprio latte: per qualche centesimo in più si porta a casa un latte pieno di sostanze che nutrono veramente.
La ricerca ha dimostrato che la qualità aromatica e nutrizionale del latte dipende dal numero di erbe diverse che l’animale mangia. Infatti un disciplinare rigoroso prevede controlli che ne monitorano l’effetto sul prodotto. Una alimentazione di buona qualità migliora il benessere animale e l’obbligo di utilizzare erbe diverse impone agli allevatori di ritornare ai prati stabili, polifiti, con enorme sollievo dei suoli e delle cotiche erbose.
Il Latte Nobile deve la sua specificità alla razione alimentare degli animali. Prodotto da bovini, ovini, caprini o bufalini può essere venduto ed utilizzato crudo, microfiltrato o trattato termicamente secondo le leggi vigenti o per la produzione di latticini e formaggi.
Nato nel 2011, il consorzio Latte Nobile è stata realizzato grazie all’impegno di allevatori che hanno aderito al progetto “Nobilat”, co-finanziato dalla Regione Campania con la misura 124 del PSR.
Perché la qualità del Latte Nobile è la più alta possibile? Regole rigorose e tante erbe sono alla base della sua peculiarità. La valutazione sensoriale dei fieni viene effettuata dall’ ANFoSC (Associazione Nazionale Formaggi Sotto il Cielo) su tutti i mangimi delle aziende.
Gli animali da latte devono cibarsi con erba fresca o secca di varietà diverse. Sono vietati gli insilati, i mangimi OGM e gli integratori vitaminici e minerali.
Le analisi del latte vengono effettuate dal Corfilac, l’Istituto di ricerca di Ragusa. Gli esami riguardano il rapporto omega6/omega3, il Grado di Protezione Antiossidante ed il rapporto acidi grassi saturi/insaturi e vengono effettuate almeno una volta all’anno, salvo variazioni dell’alimentazione.
Perché un latte possa definirsi “Nobile” il rapporto omega6/omega3 deve essere inferiore a 4 (negli animali al pascolo, esso è uguale ad 1 in quanto gli animali mangano solo erba che è ricchissima di omega3). Nel caso degli animali stallini che danno il latte Nobile attualmente in commercio, tale rapporto è di 3, mentre nel latte di Alta Qualità il rapporto è oltre 8.
Il Disciplinare del LN prescrive che l’alimentazione deve essere assicurata per il 70 da erbe o fieni polifiti ed il 30% da mangimi aziendali (orzo, avena, mais, ecc.)
- Il latte nobile è il latte della memoria. Non c’era più e oggi è tornato: è una spremuta d’erba
- Il latte nobile è buono, pulito e giusto e per questo è diventato Presidio Slow Food, unico in tutto il mondo
- il latte nobile è pulito: infatti è l’unico che, per disciplinare, può essere prodotto solo in allevamenti distanti 15 km da discariche, 5 km da autostrade, 1,5 km da strade statali. Se si confronta con quello prodotto nel centro-nord o nella pianura padana con alta presenza di autostrade, ferrovie, aeroporti – con conseguente inquinamento atmosferico e quindi dei foraggi che gli animali mangiano – è veramente pulito
- v Il latte nobile non é un latte di alta qualità quale é quello che normalmente si trova sul mercato: è molto di più perché ha in quantità elevata molte altre buone sostanze. È infatti ricco di acidi grassi insaturi, di omega 3, di beta carotene e di tante altre sostanze che fanno bene al cuore, al fegato, al colesterolo e che lo rendono digeribile
- Tutto questo perché gli animali sono alimentati per il 70% con tanti tipi di erbe che apportano tutte queste buone sostanze, vanno al pascolo per alcuni mesi e perché non sono altamente produttive e quindi non si sforzano e non si ammalano come gli altri bovini che invece, dal momento che si stressano con le alte produzioni, occorre somministrare loro medicinali per tenerli sani.
Maggiori informazioni sul sito www.lattenobile.it
Il terzo appuntamento della rassegna “Ti presento un libro” è per il prossimo martedì 28 aprile alle 18 a Villa Savonarola con la presentezione di “Una mala vita – La vera storia di Angelo Moccia”, di Saverio Senese e Libero Mancuso.
Ulteriori informazioni: www.comune.portici.na.it/; ufficio.cultura@comune.portici.na.it
Francesca Mancini