L’amore non muore mai

ParisinaFERRARA – È il 21 maggio 1425. Una notte nera che esala odore di morte, di sangue e di paura.
Laura Malatesta, giunta sul palco dei condannati a morte per essere giustiziata, appena saputa la notizia dell’uccisione dell’amante Ugo, afferma con struggente rassegnazione: «Adesso né io vorrei più vivere».
Pertanto, «… si spogliò colle proprie mani d’ogni ornamento, e si avvolse un drappo alla testa, e si prestò al fatal colpo che compié la scena ferale».
Gli amanti erano stati arrestati la notte stessa e segregati nei sotterranei della Torre marchesana del castello di Ferrara per essere decapitati senza processo, ma con un formale verdetto del podestà.
Niccolò III d’Este ha così compiuto il suo atto di vendetta sancito dal delitto d’onore. Ha condannato alla decapitazione il figlio Ugo d’Este e la propria moglie Laura Malatesta colpevoli di una relazione adulterina.
Li ha colti in flagrante, osservandoli «… il 18 di maggio da un pertugio fatto nella soffitta della stanza della moglie», appostandosi al piano di sopra.
L’Estense aveva appreso la notizia da un familiare di corte, Zoese – al secolo Giacomo Rubini – cui una cameriera di Laura per vendicarsi degli schiaffi ricevuti dalla padrona aveva rivelato la tresca.
Anche Aldobrandino Rangoni, gentiluomo della nobildonna, è stato giustiziato lo stesso giorno, perché al corrente del rapporto clandestino.
Laura Malatesta, detta Parisina,  – ovvero “la parigina”- per la sua grazia e la sua raffinatezza innata, nacque a Ferrara nel 1404 da Andrea Malatesta, signore di Cesena e da Lucrezia Ordelaffi.
Per una vicenda oscura, la madre morì avvelenata da suo padre Cecco Ordelaffi, signore di Forlì, quando Parisina aveva pochi mesi.
La bambina, in seguito, subendo anche la perdita del padre, fu affidata allo zio Carlo Malatesta da Rimini e alle cure della moglie Elisabetta Gonzaga, crescendo presso la loro corte.
La sua educazione fu curata con zelo: ebbe maestri di latino e di francese, di conversazione, di letteratura, di galateo e di arpa.
Laura a quindici anni, più bella che mai, venne data in sposa a Niccolò III d’Este, marchese di Ferrara, per suggellare l’alleanza politica tra le due Signorie.
Il matrimonio fu celebrato il 20 aprile 1418: ad accogliere la sposa ci fu una Ferrara macabra, infestata dalla peste. Per questa ragione i festeggiamenti pubblici per le nozze non ebbero luogo.
Il marchese Niccolò d’Este aveva circa 35 anni e, vedovo di Gigliola da Carrara che non gli aveva dato eredi, aveva accolto nel suo palazzo i suoi figli illegittimi, tra cui Ugo, Leonello e Borso, avuti dall’amante Stella de’ Tolomei.
La giovane Laura Malatesta si adoprò al fine di essere una buona moglie, ma Stella de’ Tolomei, l’amante del marito, non accolse con gioia la sua presenza.
Infatti, Stella non solo vide sfumare le proprie speranze di divenire moglie del marchese, ma anche quella di far succedere alla signoria uno dei suoi figli, in quanto Parisina avrebbe potuto dare un erede legittimo a Niccolò.
Laura stabilì le sue stanze nella Torre Rigobello del palazzo, dove circondata dalle sue damigelle amava leggere e suonare l’arpa.
Il 25 marzo 1419 diede alla luce due gemelle, Ginevra e Lucia, ed il 24 maggio 1421 partorì Alberto Carlo, ma il piccolo, malato, morì poco tempo dopo.
Questa triste vicenda indusse Niccolò III a privilegiare Ugo, bello e intelligente, come successore alla potestà estense.
Ugo, per le medesime ragioni della madre, non nutriva simpatia per la Parisina, e per stemperare i rancori tra i suoi familiari, il marchese fece accompagnare la moglie da Ugo e Stella de’ Tolomei a Ravenna, durante un soggiorno presso i da Polenta.
Accadde il maggio del 1424: la magia dell’amore fece scoccare la scintilla tra Parisina e Ugo.
I ragazzi erano giovanissimi e, dimentichi di ogni dovere, si abbandonarono alla passione amorosa. La loro relazione durò un anno.
Subito dopo l’atroce morte, gli amanti furono seppelliti, all’alba del 22 maggio, nel giardino della chiesa ferrarese di San Francesco, sotto il campanile.
La loro  storia d’amore ha ispirato i più grandi artisti della letteratura, poesia e musica di ogni tempo, divenendo, così, immortale.

Tiziana Muselli