
Anche in questo aspetto quasi “soccorrevole” dello strumento di deformazione satirica, “La corda” sembra nutrirsi di quei modelli filosofici e letterari che storicamente provano a ricostruire l’identità annichilita dell’uomo postindustriale. Tuttavia l’allegoria tragicomica della corda, attraverso il suo interprete “liminare” è fulminante. Tutti noi viviamo in bilico su una corda tesa sul fondo del mondo e ridere di noi stessi, acrobati del nulla, può forse aiutarci a capire dove finisce il fondo del mondo per provare a risalire. Appuntamento al Salis di Varcarturo (II e III viale Parco della Noce).