Regista teatrale, compositore e musicologo nato a Napoli nel 1933: Roberto De Simone, nipote d’arte, è appena tredicenne che si iscrive al Conservatorio di San Pietro a Majella e già qualche anno dopo esegue concerti per pianoforte e orchestra di Mozart e di Beethoven.
Affamato da un’insaziabile curiosità sull’espressività popolare campana, inizia un’accurata ricerca, raccogliendo interviste da cortile a cortile nell’entroterra.
Non trascura poi di scrivere celebri musiche per spettacoli televisivi e teatrali, fino a fondare nel 1967 la Nuova Compagnia di Canto Popolare che lancia gli emergenti Mauriello, Bennato, D’Angiò, Barra. Tutto con il nobile obiettivo di recuperare e riproporre il tradizionale patrimonio culturale e musicale della sua amata Napoli.
Il 1976 è l’anno di “La gatta Cenerentola” che consacra il carattere sempre più teatrale che musicale della Compagnia, fino alla sua completa rottura a cui segue la collaborazione con Virgilio Villani, nei Media Aetas.
Innumerevoli saranno i capolavori composti a opera di De Simone, da “Masaniello” (1975), passando per “L’Opera Buffa del Giovedì Santo” (1980), e “Eden Teatro” di Raffaele Viviani (1981) fino a “L’impresario in angustie” (2001).
Ma è inarrestabile la passione dell’artista napoletano per il suo lavoro, tanto che di recente ha tratto spunto per una nuova fatica letteraria dal titolo dell’antichissimo romanzo “Satyricon” di Petronio Arbitro del I secolo d.C., proprio in virtù del carattere realistico della descrizione di ambienti e personaggi e del loro sistema dei valori.
Ed ecco che nasce un acutissimo e ambiguo romanzo: “Satyricon a Napoli ’44” traghettato al Teatro di San Carlo e in programma lunedì 17 Novembre alle 21, assolutamente sold out.
Nello spettacolo organizzato dal Forum delle Culture, a cura dell’ Associazione L’Accordeon, De Simone presenterà lo scenario partenopeo del dopoguerra, la vita anarchica raccontata attraverso gli occhi di un ragazzino, quale era lui all’epoca, osservata tra una lezione e l’altra del suo adorato pianoforte. Ma non solo le note dei tasti bianchi e neri ricorda oggi Roberto, ma anche l’assordante ululato delle sirene.
De Simone farà immaginare nitidamente gli episodi narrati a coloro che per fortuna la guerra non l’hanno vista. E ricordarla amaramente a quelli che invece l’hanno vissuta.
Tema centrale dei racconti scritti da De Simone sarà la polvere, quella delle case bombardate, del cibo e dei sogni svaniti con la sconfitta. Una città distrutta e ferita nel concreto pulsare della vita.
Ruotando intorno all’amicizia, ai bordelli, al contrabbando, alla fede religiosa mutata da popolare a stimolata dai media – come nel caso della figura di Padre Pio, diffusa dai rotocalchi di allora – durante lo spettacolo sarà sempre posta al centro una città grottesca e sublime che nonostante tutto conserva salda la propria identità. Proprio come aveva descritto nel suo “Decamerone” Pier Paolo Pasolini, poliedrico artista carissimo a De Simone.
Non mancherà durante la serata la lettura di episodi dal sapore tutto americano.
La celebre Tammurriata Nera ne è testimonianza: «S’’o contano ‘e cummare chist’affare, ‘sti cose nun so’rare, se ne vedono a migliare. ’E vvote basta sulo ‘na guardata, e ‘a femmena è rimasta sott’’ a botta ‘mpressiunata!»… Quanto emblematici sono questi versi che indicano l’attrazione fatale delle donne verso i giovani soldati americani quando arrivavano a Napoli a bordo degli imponenti carri armati!
Importante spazio nel “Satyricon a Napoli ‘44” è ovviamente dedicato alle canzonette e canzoni popolari del dopoguerra come la famosa “Polvere di stelle” di Natalino Otto.
L’accompagnamento musicale dell’orchestra sarà ad opera del maestro Renato Piemontese.
Sul palco anche le voci narranti di Isa Danieli, Vincenzo De Gregorio, Antonio Lubrano, Eros Pagni, Raffaello Converso, Biagio Abenante e Paolo Romano.
Nina Panariello