"Youth, La giovinezza", la recensione

youthNAPOLI – Dopo l’ottimo successo sul piano della critica e dei premi per “La grande bellezza”, non era per niente facile per Paolo Sorrentino essere all’altezza delle aspettative generatesi intorno a lui. Il regista napoletano con “Youth – La giovinezza” riesce in parte a centrare questo obiettivo.
Il protagonista di questa storia è il direttore d’orchestra Fred Ballinger (Michael Caine) che si gode la sua meritata pensione in un centro benessere in Svizzera. Egli passa le sue giornate tra massaggi, check up e passeggiate in compagnia del suo vecchio amico Mick Boyle (Harvey Keitel) che è un regista ancora in attività. Fred e Mick vivono in maniera differente l’inesorabile avanzamento della loro vecchiaia: il primo ha deciso di abbandonare le scene per sempre e neanche un invito della regina d’Inghilterra sembra essere in grado di fargli cambiare idea. Il secondo invece, nonostante molti lo ritengano ormai un regista finito, continua a lavorare e vorrebbe realizzare un ultimo film che lui stesso definisce come il testamento della sua carriera insieme. Per questo suo film vorrebbe avere al suo fianco nuovamente l’attrice Brenda Morel (Jane Fonda) che lui stesso ha lanciato nel mondo del cinema. Nel frattempo Fred, oltre a soffrire molto per la mancanza di sua moglie, presto dovrà preoccuparsi anche dei problemi di sua figlia Lena (Rachel Weisz).
Questo film colpisce fin da subito per le immagini chiare ed asettiche che mostrano la routine delle persone che alloggiano in questo centro benessere. Il loro tentativo di mantenersi in forma e rallentare l’avanzamento della vecchiaia è mostrato attraverso uno sguardo in apparenza freddo di Sorrentino. Queste immagini riescono, inoltre, a trasmettere un senso di inquietudine e tristezza per i modi in cui le persone cercano di sentirsi ancora giovani. La critica è sempre stata abbastanza divisa sull’estetica dei film di Sorrentino che talvolta sono stati ritenuti vuoti e senza emozioni. E’ chiaro che non può piacere a tutti questo sguardo in apparenza freddo che però viene smentito in più occasioni. Un esempio è la caratterizzazione del protagonista: Michael Caine interpreta in maniera ottima un personaggio che sembra totalmente apatico ma che con i suoi silenzi e piccoli gesti del corpo e del viso rivela spesso tutto le sue emozioni ed il suo dolore. Nel corso del film il suo personaggio scambierà il suo punto di vista sulla vita con quello del suo amico Mick che invece subirà una regressione.
Tra gli ospiti del centro benessere Sorrentino ci mostra anche il personaggio di Jimmy Tree (Paul Dano) che è un attore californiano. Egli, così come il protagonista Fred odia il fatto che viene ricordato dalla gente soltanto per le sue canzoni semplici, non sopporta il fatto che ormai viene riconosciuto quasi esclusivamente per il ruolo di un robot in un film commerciale di un paio di anni fa. Jimmy vorrebbe scrollarsi di dosso l’etichetta di attore commerciale ed in questo momento della sua vita vorrebbe fare dei film più impegnativi per sentirsi più in pace con se stesso. Anche la figlia di Fred, Lena, si trova in momento della propria vita in cui sa che è necessaria una svolta e perciò si arrampicherà in una nuova avventura. In questo lungometraggio è presente anche il personaggio di Maradona (Roly Serrano) che Sorrentino aveva nominato come una delle sue fonti di ispirazione quando ha ricevuto l’Oscar per “La grande Bellezza”. Egli ricorda con amarezza i giorni in cui era un calciatore forte e magro, ma che nonostante tutto non ha mai smarrito il suo immenso talento.
La giovinezza e la vecchiaia in questo film, più che una questione anagrafica, è uno stato mentale. Infatti, anche, i personaggi di Jimmy e Lena che sono ancora relativamente giovani stanno attraversando comunque una fase in cui si sentono bloccati ed inutili. Il tono di questo lungometraggio è di base drammatico, ma con molte sfumature comiche che permettono al film di non risultare troppo pesante. Si passa perciò dalle visioni oniriche a delle scene un po’ stravaganti e simpatiche che si armonizzano bene con il resto del film: Hitler che fa colazione, il concerto di mucche e la scena di nudo di Miss Universo (Mădălina Diana Ghenea). L’insegnamento di questo film è che le persone, dopo aver lasciato alle spalle i rimpianti del passato e aver compreso che può ancora fare qualcosa di importante nell’ultima parte della propria vita, possono davvero vivere una seconda giovinezza. Ci vuole però una grande forza di volontà per uscire da questa situazione e purtroppo non tutte le persone hanno la forza necessaria per superare questo ostacolo.
Voto: 7,5

Sabato Gianmarco De Cicco