ROMA – Appuntamento nella città eterna con “L’età dell’angoscia”, in mostra ai Musei Capitolini: un evento aperto al pubblico da meno di un mese e in programma fino al prossimo 4 ottobre 2015. È il quarto incontro del ciclo “I giorni di Roma” e vuole offrire l’occasione per illustrare i grandi cambiamenti che segnarono l’età compresa tra i regni degli imperatori Commodo (180-192 d.C.) e Diocleziano (284-305 d.C.).
L’avanzata dei Barbari, l’anarchia militare, la crisi di un modello economico, nell’arco di 150 anni l’Impero cambia totalmente e profondamente. La mostra racconta lo sgretolarsi di un mondo attraverso il riflesso dell’arte, dove tutte queste trasformazioni si ripercuotono in modelli figurativi carichi di un nuovo e forte accento patetico. Non a caso quest’epoca è stata definita dagli storici del tempo come “il passaggio dall’impero d’oro (quello di Marco Aurelio) a uno di ferro arrugginito”. Eugenio La Rocca, in collaborazione con Claudio Parisi Presicce e Annalisa Lo Monaco, e il curatore della mostra all’interno della quale si possono trovare 200 fra statue in marmo e bronzo e molte delle quali di grande imponenza, busti e ritratti, rilievi in marmo, sarcofagi, mosaici pavimentali e decorazioni pittoriche parietali che permettono ai visitatori di rivivere le ansie e il gusto dei romani del III secolo d.C.
La mostra ha coinvolto, con importanti e prestigiosi prestiti, alcuni dei maggiori musei internazionali dal Metropolitan Museum di New York al Louvre di Parigi e al Museo dell’Acropoli di Atene. Molti i capolavori esposti tra cui il “Ritratto colossale di Probo”, il “Busto di Decio”, il “Ritratto maschile del cosiddetto Aureliano”, il “Busto di Commodo come Ercole”, la “Statua di Onfale”, il “Busto di Settimio Severo”. Il tutto è ordinato in sette sezioni che conducono in un percorso appassionante che va dalla vita quotidiana al rapporto con la trascendenza, dai ritratti degli imperatori al protagonismo dell’esercito, dai cambiamenti urbanistici di Roma alla religione, dalle ricche dimore private ai costumi funerari.
Melissa De Pasquale