SORRENTO – Successo per lo scrittore romano di origini siciliane Claudio Volpe, classe 1990, che domenica 2 febbraio ha presentato alla Libreria Tasso Stringimi prima che arrivi la notte, ed. Anordest, suo secondo romanzo dopo il buon riscontro dell’anno precedente con Il vuoto intorno .
Il romanzo cerca di scandagliare a fondo problematiche che spaziano dalla sterilità al tradimento, dalla crisi d’identità al rapporto con la morte. Claudio Volpe sa raccontare il dolore che spezza le esistenze, un dolore universale e senza appello. Ma quanto più è profondo il dolore, tanto più forte è la speranza di una rinascita interiore, perché la forza dell’amore può vincere su tutto e andare oltre la disperazione della sofferenza.
Il libro è un viaggio all’interno dell’animo umano, di una famiglia affranta e divorata dall’assenza d’amore.
Alice, la figlia adottiva, vent’anni, per troppa infelicità e solitudine finisce nelle spire del male oscuro dell’anoressia, il padre rinuncia ai propri capisaldi morali per amore di un’altra donna, la madre sfoga le sue frustrazioni di donna sterile e tradita e di medico che non trova più gioia nel lavoro fuggendo in missione all’estero.
Il filo conduttore del romanzo sembra essere l’assenza, l’assenza di cibo, l’assenza di un figlio, l’assenza d’amore, l’assenza di soddisfazione; poi c’è il momento della “sostituzione”: l’abbuffata, un figlio adottivo, il tradimento, la fuga dalle proprie sofferenze e dai problemi quotidiani.
Infine, la rinascita, quel senso di pace e di sollievo alla fine di un viaggio doloroso, che lascia il segno per sempre ma dal quale sorge la speranza di un qualcosa di bello, di nuovo, di giusto.
E Stringimi prima che arrivi la notte rappresenta in modo simbolico l’inizio di un nuovo viaggio, dove tutto diventa possibile.
«Credo che il dolore sia presente nella vita di ognuno di noi, permea il nostro pensiero, la nostra esistenza, ed è al contempo ciò che più ci forma – dice Claudio Volpe – Indagare tra le pieghe del dolore umano è ciò che più mi interessa perché mi permette di percepire e comprendere meglio oltre che me stesso e gli altri, anche il modo attraverso il quale le parole e la scrittura possono salvare e salvarci. In alcuni Paesi esistono appunto forme di psicoterapia che si fanno mediante la letteratura, leggendo e confrontandosi con la realtà scritta dagli autori».
Introducendo la presentazione il dottor Carlo Alfaro ha detto: «Il romanzo di Claudio Volpe accende i riflettori su un dramma emergente, l’anoressia nervosa, che assieme alla bulimia fa parte del Dca (Disturbi del Comportamento Alimentare), patologie sempre più frequenti, prima causa di morte per malattia tra le giovani donne nella fascia di età tra i 12 e i 25 anni, ma in aumento anche tra maschi, tra persone oltre i 40 anni e tra bambini già dai 10 anni».
Ha precisato il relatore Domenico Casa: «Le tematiche si allargano anche ad altri vissuti di dolore perché Claudio Volpe racconta una storia complessa che analizza diverse esistenze, unite dal filo conduttore della sconfitta e del dolore».