Tennis: miracolo italiano

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tennis - CopiaNEW YORK – Flavia Pennetta e Roberta Vinci sono in finale agli Us Open a Flushing Meadows. La cosa sembrerebbe già unica di per sé, se non fosse che il traguardo è stato raggiunto battendo rispettivamente la n.2 e la n.1 del mondo. Ed è la prima finale Slam in singolare per entrambe le giocatrici.
A 33 anni Flavia e 32 Roberta, e a distanza di poche ore, le campionesse azzurre giocano la partita più importante della loro carriera e compiono un’impresa che entra nella storia del tennis non solo italiano, ma internazionale.
Due vittorie dal sapore particolare, ma diverso per ciascuna: per Flavia 6-3/ 6-1 inflitto alla romena Simona Halep, una che non molla mai, in un match praticamente perfetto. A 33 anni, è il riscatto di una carriera in cui forse avrebbe meritato di più. Di certo però non povera di soddisfazioni: prima italiana ad entrare nella top ten del ranking WTA e campionessa a Indian Wells, ha inoltre ottenuto 4 successi in Fed Cup e ben 17 in doppio, vincitrice in coppia con la Dulko nel 2011 negli Open di Australia.
Dicevamo dei successi in doppio: Roberta Vinci è stata protagonista negli ultimi anni con Sara Errani di memorabili vittorie e non ultimo il Grand Slam che si sono regalate le azzurre lo scorso anno trionfando a Melbourne, Roland Garros, Wimbledon e New York.
Ecco, New York: che sapore ha battere la padrona di casa Serena Williams, numero 1 del mondo , che è a meno due gare dal completare, anche lei, il Grand Slam? Roberta Vinci, vicina alle lacrime, ha indugiato non poco prima di concedersi ai microfoni dopo il matchpoint convertito: «Ho talmente tante cose che mi frullano nella mente – mima, più che parlare – È stata la partita più bella della mia vita».
Su questo c’è poco da dire: un match vinto in rimonta chiuso al terzo (2-6/6-4/6-4), con Serena decisamente sotto pressione, sì, ma con tutto il pubblico che le tifava contro. L’ha chiamato quel pubblico Roberta, nel momento più difficile del terzo set, invitandolo con prepotenza ad esaltarsi ad uno dei tanti colpi fantastici che ha messo in mostra la campionessa di Taranto.
Il pubblico dell’Arthur Ashe ha sperato, ha sofferto, è senz’altro rimasto deluso. Ma ha applaudito l’impresa di una piccola grande giocatrice, che ha forse rovinato i sogni di una nazione intera, ma ha fatto gioire l’Italia del tennis, e chiunque questo sport lo ama davvero.

 Gianlorenzo Attanasio