Le tradizioni del Ferragosto

ferragosto - CopiaIl 14 agosto, vigilia della Madonna Assunta in Cielo, è antica usanza a Napoli e provincia fare il cosiddetto digiuno del tuono, cioè mangiare pane e anguria. Questa usanza nasce dalla credenza che tra la festa della Madonna del Carmine e quella dell’Assunta scoppi sempre un terribile tuono durante un violento temporale estivo con grandine e trombe marine. A Ferragosto si mangia ancora anguria, detta in lingua napoletana mellone ‘e fuoco o russo, ma anche melone bianco, detto ‘e pane, come testimoniato dal Boccaccio in visita a Napoli nel 1300.
Nell’ottocento borbonico il popolo napoletano si recava di mattina alla chiesa di San Clemente sulla via di Capodimonte e visitava il parco reale o bosco della Reggia. Alcuni indossavano un costume come a Carnevale. Si travestivano da nobili con finte marsine, parrucche, cappelloni di carta: avevano un aspetto grottesco e avanzavano tra i lazzi dei popolani mentre procedevano in processione con la statua della Madonna Assunta dal Real Orfanatrofio dell’Annunziata a Porta Capuana tra imponenti parate di angurie ad ogni angolo di strada. Gli uomini compravano fette dello squisito e fresco frutto rosso alle fidanzate, alle spose e alle suocere, tutte agghindate a festa con vistosi vestiti e orecchini sgargianti e dorati portati ostentatamente, pettinature elaboratissime.
il popolo dopo le visite alle chiese del Carmine e dell’Immacolata a Capodimonte partiva per una scampagnata a Madonna dell’Arco o a Montevergine.
Una curiosità: all’ospedale degli Incurabili la direzione sanitaria offriva anguria ai malati di tisi credendo che giovasse alla loro salute.
I fruttivendoli gridavano il loro slogan per vendere ‘e mellune ‘e fuoco: «Cu ‘nu grano magne, vive e te lave ‘a faccia!» Un grano era una delle monete di rame in cui si divideva il ducato d’oro napoletano: era quella di minor valore, e tanto costava una fetta di anguria.
Come spesso accade, la festività religiosa dell’Assunzione in Cielo della Madonna s’innestò su di una preesistente pagana: il termine Ferragosto deriva infatti dalla locuzione latina feriae Augusti (riposo di Augusto)  istituita dall’imperatore nel 18 a.C. che a sua volta si aggiungeva alle esistenti e antichissime festività celebrate nello stesso mese, come i Vinalia rustica o i Consualia, il periodo di festa e riposo che nella Roma repubblicana si dedicava al dio Conso, protettore dell’agricoltura. Come testimoniato inoltre da affreschi rinvenuti negli edifici degli scavi archeologici già in epoca pre-romana la popolazione celebrava fastosamente riti come le feste bacchiche e le eraclee.
Ancora oggi in questa sentita festa di mezz’estate sono tante le processioni religiose che si svolgono in tutto il Paese, e una parte delle antiche tradizioni laiche sono ancora in uso: la scampagnata senz’altro, ma soprattutto ‘o mellone russo non manca mai. Qualche buontempone si diletta a fare ‘e viagge d’acqua ovvero i gavettoni, e tradizionalmente si va a pranzo fuori o si mangia in spiaggia, magari organizzando una braciata di carne o pesce.
Alla mezzanotte in molti luoghi si assiste al grandioso spettacolo dei fuochi pirotecnici.

Michele Di Iorio