Calcio: derby alla Roma, Napoli rischia Champions

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Soccer: Serie A; Lazio-RomaNAPOLI – Nella penultima giornata di campionato serie A, il derby della capitale, macchiato dai gravi episodi di violenza fuori (due romanisti accoltellati all’addome) e dentro l’Olimpico (infiltrazioni di hooligans polacchi in Curva) ha smentito le ipotesi “biscotto”. Vince infatti, a sorpresa, la Roma , che obbliga quindi la Lazio, per accedere alla Champions, a vincere contro il Napoli, sull’orlo di una crisi di nervi, caduto nell’anticipo di sabato allo Juventus Stadium. La Fiorentina trionfa al Barbera , mentre il Genoa batte l’Inter confermandosi sesto, ma sprovvisto di licenza, rischia di cedere il posto in Europa alla Samp, che però mostra un evidente calo, raggiungendo l’Empoli al 91’ . Il tris del Milan a San Siro infrange i sogni europei del Toro. Eccezionale doppietta di Toni a Parma sullo 0-2. Il pari tra Chievo e Atalanta non pregiudica la già ottenuta salvezza di entrambe. Lodevole vittoria del Sassuolo a Udine . Un orgoglioso Cagliari vince a Cesena nel recupero finale, nonostante sia già precipitato in B.
LAZIO – ROMA 1-2 Stupisce la festa finale del derby da i colori giallorossi, sia perché era stato pronosticato un pareggio in funzione anti- Napoli, sia perché nel primo tempo era stata più forte la Lazio. Infatti Candreva aveva impegnato De Santis e Klose aveva sbagliato clamorosamente a porta vuota, mentre la Roma aveva creato un solo lieve pericolo. In seguito Florenzi aveva risposto più volte, ma la palla era stata puntualmente deviata. Nel secondo tempo, fuori Totti e dentro Ibarbo, la mossa giusta di Garcia, perché il nuovo entrato sfiorerà il gol al 70’, poi servirà  Iturbe che sbloccherà al 73’. Inutile la risposta di Djordjevic su lancio di Klose dopo dieci  minuti, perché dopo solo due sarà la punizione di Pjanic a beffare i laziali, forse stanchi per la finale di Coppa Italia, con un perfetto cross al centro che un insolito Yanga Mbiwa non mancherà di insaccare di testa.
JUVENTUS – NAPOLI 3-1 Nessuna squadra finora ha mai vinto allo Juventus Stadium e tanto meno avrebbe potuto farlo il Napoli, reduce dalle ultime cattive prestazioni che hanno fortemente deluso i tifosi. La vecchia Signora, che prima del match non ha dimenticato di ricordare la tragedia dell’Heysel, ha fame da lupi ed è prontamente soddisfatta da Pereyra al 13’e Sturaro al 77’. Non basta: al 93’ Pepe, che non segnava da più di tre anni, serve perfino il dessert, con un calcio di rigore messo a segno, dopo la riprovevole testata di Britos verso Morata, che ne aveva decretato la giusta espulsione (92’) . Ma in precedenza cosa avrebbero fatto gli azzurri per tentare di recuperare almeno un punto nella difficile trasferta? Poco o niente: al 48’ il fallo di mano di Asamoah in area scaturisce il calcio di rigore fallito da Insigne, anche se forse è solo merito di Buffon, che gli dirà no anche al 68’; pochi secondi e su ribattuta pareggia David Lopez (49’), ma di seguito Maggio riesce appena a tirare alto, Gabbiadini fuori e ancora Insigne, troppo lungo per Callejon. Napoli dunque al quarto posto e la corsa Champions si complica sempre più .
PALERMO – FIORENTINA 2-3 Se invece di guardare avanti, invece lo fa indietro, Mr Montella non può che  autolodarsi per lo splendido cammino percorso dai suoi viola, che al Barbera ottengono la quarta vittoria consecutiva e volano dritti in E.L. All’inizio erano stati i siciliani a brillare di più e ad essere maggiormente reattiva  sui rimpalli come mostra la rete di Jajalo al 26’, a soli tre minuti dal vantaggio di Ilicic, che per rispetto da ex rosanero decide di non esultare. Poi è Gilardino a spiazzare Sorrentino al 33’, ma è Rigoni a inserirsi magistralmente in una mischia nata da calcio d’angolo, deviando sotto misura al 69’. C’è ancora lo zampino di Gilardino nel terzo gol della Fiorentina che chiude del tutto la storia: di testa pesca  con i tempi giusti per Alonso, che poeticamente non lo delude. E’il 78’e i toscani sono già in festa, ma il Palermo non è troppo invidioso: anche la sua è stata una stagione dorata, al di sopra delle aspettative, mentre saluta con qualche lacrima la stellina Dybala, che mira a splendere sempre più nel cielo juventino. L’espulsione di Kurtic al 93’è solo un innocuo dettaglio.
GENOA – INTER 3-2 << E’ il più bel momento dei miei tanti anni alla guida del Genoa >>- queste le emozionanti parole dell’allenatore Gasperini ai microfoni della stampa. E ha ragione il tecnico genoano, che può dirsi decisamente soddisfatto del formidabile campionato giocato dai rossoblu, così assetati d’Europa da riportarsi in vantaggio all’89’ grazie al colpo di testa di uno scatenato Kucka . Eppure al 19’ aveva sbloccato Icardi, abile nel superare Edenilson e toccare d’anticipo in porta. Appena cinque minuti dopo però la risposta di Pavoletti con girata dal limite. Il Genoa in seguito concede troppo dietro e Palacio ne approfitta al 30’, glaciale di fronte a Perin. Non può dirsi certo una giornata fortunata l’Inter, visti i due gol annullati per fuorigioco a Icardi , le papere difensive che favoriscono la rete di Lestienne  a porta vuota (41’) e i pali di Hernanes e Brozovic , a distanza di cinque secondi, nel secondo tempo. Il cambio modulo di Mancini e l’ingresso di Puscas per D’Ambrosio non cambieranno le sorti di una partita tutt’altro che noiosa. Genoa dunque promosso a pieni titoli in Europa se non fosse per quella mancata licenza, che comporterebbe quindi la cessione del posto alla Samp. Proprio come accadde l’anno scorso al Parma con il Torino. In settimana comunque dovrebbero incontrarsi il Club e FIGC davanti all’Alta Corte dei Coni per entrare nel merito della situazione debitoria e patrimoniale della società. In sintesi: il Genoa spera che la Corte giudichi sufficienti gli argomenti oggettivi prodotti per superare il formalismo della tempistica.
EMPOLI – SAMPDORIA 1-1 Rende onore al tecnico Mihajlovic l’atteggiamento di umiltà assunto verso l’eventuale regalo offerto dalle vicende finanziarie del Club rossoblu, lasciando intendere che la sua Samp demeriterebbe l’entrata in E.L. E in effetti i blucerchiati hanno ormai il fiato corto, quasi mai nell’area avversaria a parte qualche iniziativa di Muriel al 36’, ma assolutamente innocua. Nella ripresa l’Empoli insiste, dopo che ci aveva provato con Rugani, Vecino e Saponara sin dall’inizio, ma avevano avuto la meglio traverse e parate di Viviano. Al 57’ però Pucciarelli è più veloce della luna e pure incisivo nell’anticipare il ritorno di Romagnoli. Il pareggio dell’ultimo jolly da giocare, Eto’o giunge solo al 91’ e chissà se il risultato finale sarebbe cambiato se, in precedenza, il camerunese fosse giunto tempestivo sull’assist di Correa.
MILAN – TORINO 3-0 E’ il rientro dopo quattro mesi del Faraone a fare la differenza nel Milan, grazie alla sua strepitosa doppietta (18’; 65’);  nel mezzo il 100esimo gol in A della carriera di Pazzini (57’rig), autore anche dell’assist del secondo gol di El Sharawi. Sembra aver funzionato il 4-3-3 dei padroni contro il 3-5-2 degli ospiti. Addio dunque al sogno europeo per il Toro, che orfano di Quagliarella e Maxi Lopez, resta semplicemente a guardare, a parte qualche intervento di Peres ed  El Kaddouri in contropiede e di Molinaro sul finale del primo tempo, quando è fermato irregolarmente da Zaccardo ( espulso al 42’). Ma i granata non riescono a sfruttare la superiorità numerica di cui possono godere almeno fino al 56’,quando è ancora Molinaro a provarci, ma nel modo sbagliato: atterra Van Ginkel davanti alla porta ed è subito espulso. Già finita la disastrosa era Inzaghi, espulso anch’egli per protesta al 45,’Galliani proverebbe a convincere Ancelotti a risedersi sulla panchina rossonera mentre il malcontento della Curva è ancora espresso nei cori: <<Andate a lavorare, vinceremo il tricolor !>>.
UDINESE – SASSUOLO 0-1 Importante vittoria quella dei verdeoro a Udine, che seppur indifferente alla posizione in classifica, colma di gioia colui che l’ha realizzata: Francesco Magnanelli, vecchia bandiera sin dalla C2 che segna così, con un destro secco, la prima rete in A (71’). Nel primo tempo gli emiliani avevano contenuto bene la debole pressione dei compagni di Totò, visto che lui era ancora in panchina, specie Consigli, bravo a parare su Danilo al 32’. Nella ripresa, la rovesciata di Cannavaro a salvare su un pallonetto di Di Natale, da pochi minuti dentro per Perica. Da un fallo di Guilherme su Zaza all’80’conseguirà la sua espulsione per doppio giallo complicherà la vita ai bianconeri, che nel finale rischieranno addirittura il raddoppio ben tre volte. E i 41 punti faticosamente conquistati nella terribile stagione ormai conclusa, servono malapena a salvarsi dagli inferi della B.
PARMA – VERONA 2-2 I tifosi del Parma possono ritenersi fieri dei loro beniamini: due tra questi, Nocerino e Varela  rispettivamente autori di due prodezze al 21’e 36’ in un Tardini , scrosciante di applausi e cori incitanti. Ma Toni è sempre lì, porta del cardine scaligera, su cui ruota tutta l’Hellas. I gialloblu però sono troppo presi dalla momentanea vittoria da non accorgersi del gigante buono, che accorcia prima le distanze al 42’e poi decide di farsi un regalo con i fiocchi per il suo 38esimo compleanno (26 maggio): segna la sua 21esima rete in campionato – una in più di Tevez e Icardi- e dunque si conferma capocannoniere. Il Verona si porta pertanto a 45 punti , quasi interamenti conquistati grazie alle straordinarie qualità del suo generoso capitano .
CHIEVO – ATALANTA 1-1 A Verona degli ingenui bergamaschi mantengono il vantaggio sino all’88’,quando si lasciano beffare da Pellisier, quasi in ginocchio, pur di deviare in rete di testa, l’appetitosa palla servita da Paloschi. Al 31’era stato sempre Gomez a centrare la traversa, prima di mettere in rete al 49’. Stesso copione dunque per il Chievo che anche all’andata, a Bergamo, aveva pareggiato sul filo del rasoio. Poco importa ai fini della classifica, visto che le due squadre sono nettamente salve e possono già guardare con sollievo al prossimo campionato.
CESENA – CAGLIARI 0-1 La sfida tra retrocesse si risolve con la vittoria esterna dei sardi, nel secondo minuto di recupero finale, a opera di Sau. E può essere letta in entrambi i modi: motivo di orgoglio per ripartire bene la prossima stagione, o scottante ferita che fa rimpiangere i troppi punti persi per strada, anzi in campo. I primi 25 minuti erano stati dominati dai romagnoli, pericolosi prima con Brienza, poi  Krajnc, infine Tabanelli. Al ritorno degli spogliatoi la caparbia dei rossoblu, specie di Farias , protagonista di una potente azione dai 20 mt, neutralizzata dal portiere bianconero. E il pareggio a reti bianche sembrava  più che equo, visti i tentativi a vuoto di Defrel e Barella, ma è l’errore in chiusura di Lucchini che costa caro al Cesena. Incolpevole Agliardi.

                                                                                                                                                         Nina Panariello

(Foto: Ansa)