Kremmerz, l'alchimista porticese

Kremmerz_FormisanoOgni città ha i suoi simboli, celebrazioni delle sue storie e delle persone che vi hanno vissuto. Di statue, targhe, cartine e biografie sono piene le strade e le biblioteche. Così come alcune storie e alcune personalità sono diventate indimenticabili, altre però sono state totalmente trascurate.
Questa è stata la sorte di Giuliano Kremmerz, pseudonimo di Ciro Formisano, esponente di spicco dell’ occultismo del XX secolo, figlio dimenticato della sua città, Portici, dove nacque nel 1861.
Nella dimora familiare in via della Parrocchia, oggi via Bellucci Sessa, crebbe il giovane occultista, insegnante, giornalista, saggista e fondatore della scuola di medicina ermetica La fratellanza terapeutico-magica di Miriam.
Il Formisano, laureato in Lettere, insegnò ad Alvito, un paesino in provincia di Caserta, fu collaboratore della casa editrice Detken e articolista per Il Mattino. È famoso soprattutto per i suoi studi ermetici nel campo della medicina naturale e magica e per la sua opera divulgativa dei principi ermetici.
Al numero 17 di viale Principessa Elena di Napoli, Kremmerz fondò la sua schola, luogo dove i Fratelli venivano iniziati alla medicina ermetica, i cui principi sono contenuti nei suoi testi.
L’oggetto degli insegnamenti era rivolto a tutti i malati bisognosi cui i Fratelli prestavano cure gratuite. Gli interessi per l’occultismo e la medicina magica, che portarono Kremmenz alla fondazione della fratellanza di Miriam si sono sviluppati grazie all’incontro con Izar bne Escur e Giustiniano Lebano, che erano con Formisano-Kremmerz ai vertici dell’Ordine Ammonio-Osiridea.
Izar, pseudonimo di Pasquale De Servis, è infatti vissuto nella residenza familiare dei Formisano e iniziò il giovane Ciro alla cultura esoterica pitagorica ed egiziana basata sul rito di Misraim. Frutto di una tradizione che si perde nel tempo, nasce dal pitagorismo della Magna Grecia alla scuola napoletana di Raimondo di Sangro principe di Sansevero.
Non si conosce il momento preciso in cui Kremmenz concepì l’idea di creare la Miriam e cominciò a lavorare alla sua realizzazione. La ricostruzione storica ufficiale data l’inizio della diffusione del suo pensiero al 1896, con la stampa del fascicolo con cui annuncia la pubblicazione della rivista Il Mondo Secreto, Avviamento alla Scienza dei Magi.
Seguirono molte pubblicazioni, alcune destinate alla divulgazione ed altre a regolamentare la scuola. Nel 1899 scrisse una circolare destinata ai suoi adepti che riassume in tre principi lo sguardo Kremmerziano sulla medicina ermetica e le sue applicazioni:
«A questo nome cabalistico di Miriam ed alla sua secreta significazione, corrisponde una corte di intelligenze e di spiriti e demoni che hanno una diretta influenza nella evoluzione animica degli uomini, e quindi sulla salute della carne. La scienza e la pratica dei magi insegna tre cose:
1) che non vi è infermità del corpo fisico che non risulti da squilibrio dello spirito e dall’aura psichica umana;
2) che non esiste altra terapeutica che la spirituale o divina, la quale o fa a meno delle droghe o se ne serve per mera colleganza delle facoltà analogiche dello spirito umano;
3) che quando lo spirito dell’uomo è pronto alla vita del mondo invisibile, è delitto arrestarne la dipartita».
I principi della circolare sono in accordo con quel lucido sforzo operato su fronti medici, filosofici e psicologici in controtendenza alla visione meccanica del corpo umano, tendenza riconosciuta scientificamente solo nella metà del secolo scorso con la nascita della medicina psicosomatica, che introdusse in medicina la visione dell’ essere umano come unità inscindibile e il legame inalienabile tra un disturbo fisico e la sua causa originaria, sempre psichica.
La visione dell’umano è stata per secoli oscurata dal dualismo cartesiano di res cogitans e res extensa che condusse al completo divorzio tra corpo ed anima, liberando il pensiero dall’incombenza dei sensi.
A partire della seconda metà del 1800, una tendenza inversa corrispose al pensiero di molti medici, biologi e filosofi. Nietzsche, Darwin, Lamarck e Freud sono solo alcuni dei celebri studiosi le cui scoperte ridiedero dignità al corpo e i sensi, aprendo la strada ad una visione d’insieme dell’umano non più come mente imprigionata in un corpo ma unità inscindibile.
Giuliano Kremmerz non fu solo un uomo dalle grandi intuizioni, ma ebbe un ruolo anche “politico” nell’assetto organizzativo dell’ordine alchemico partenopeo.
Una rivista esoterica specializzata ” Politica Romana” pubblicò diversi anni fa una lettera inviata al Kremmerz dal principe Leone Caetani, all’epoca a capo dell’Accademia Ammonio-Osiridea in cui il Maestro contestava a Formisano la divulgazione del corpus medico a non adepti. Questa democratizzazione era a parer del principe Caetani inadatta ai tempi. Il lungimirante maestro dell’Ordine era a conoscenza delle tecniche di intervento rapido della chiesa di Roma quando aveva sentore di trame egiziano-pitagoriche.
L’ingenuo o coraggioso Kremmerz fondò ugualmente la fratellanza terapeutico-magica di Miriam che portò effettivamente ad una fuga di notizie e alla vendita da parte di terzi del Corpus Hermeticum.
Nonostante la sua potente traccia nella storia dell’ occultismo contemporaneo Formisano-Kremmerz è stato completamente dimenticato, anche nella storia di Portici, sua città natale.
Operazione recente per riportare alla luce la tradizione alchemica partenopea è stata quella di un giovane regista porticese, Francesco Afro del Falco, che con il suo mockumentary – un falso documentario su basi storiche – Vitriol” uscito il 15 novembre 2012 ha reso protagonista in 35 sale cinematografiche campane la tradizione alchemica napoletana.
Nel film, la protagonista Lola Verdis, studentessa di Architettura, si occupa nella sua tesi di laurea di documentare le correlazioni che sussistono tra costruzioni e simbologia massonica nella Napoli borbonica. Il ritrovamento di uno strano oggetto, la porterà alla scoperta dell’ antico Ordine Osirideo. Lo stesso ordine di cui è figlio Giuliano Kremmerz.

Irene Campese