La regina dimenticata

regina_dimenticataGAETA (LATINA) – È il luglio del 1392. La bellissima giovinetta Costanza non è più regina di Napoli.
In chiesa, durante la messa, la lettura della bolla papale di Bonifacio IX ha sancito il ripudio del marito. Il vescovo le ha anche sfilato l’anello nuziale. Lei ora non è più nessuno, forse nemmeno una persona.
Avrà provato dolore, disillusione, disonore? I libri di storia non narrano i sentimenti dell’anima, bisogna immaginarli.
La ragazza viene condotta via dal castello senza alcun sussidio. Forse si sarà sentita spaurita e smarrita. Forse i pensieri, divenuti echi pulsanti nella sua mente, le hanno rinnovato le motivazioni dell’annullamento del matrimonio e del ripudio: l’età degli sposi, che nel contrarre le nozze non erano ancora adolescenti, un matrimonio probabilmente non consumato e l’accusa che sua madre sia stata l’amante del duca di Montblanc.
Costanza di Chiaromonte nacque intorno al 1377 in Sicilia. Fu figlia di Manfredi III Chiaromonte, conte di Modica e di Malta, ammiraglio e Gran Siniscalco del Regno di Trinacria, nonché Vicario del Regno e Maestro Giustiziere e di Eufemia Ventimiglia, figlia del Vicario del Regno siciliano, Francesco II Ventimiglia, conte di Geraci e di Golisano.
La giovinetta venne chiesta in sposa dalla regina reggente Margherita di Durazzo per il figlio Ladislao I d’Angiò re di Napoli. La richiesta ebbe chiare motivazioni politiche e di potere: un aiuto finanziario per il traballante trono napoletano con il sostegno dell’alleanza politica e militare dei Manfredi.
I Chiaromonte invece non solo avrebbero tratto dalle nozze il rafforzamento della propria alleanza contro gli Aragonesi sperando di conquistare tutta la Sicilia, ma avrebbero innalzarono il proprio prestigio conseguendo anche la corona regale.
Concluse le trattative tra le due famiglie, nel 1389 la futura sposa lasciò la Sicilia con la sua corte accompagnata da galee per giungere a Gaeta, dove si era rifugiata la corte durazzesca dopo l’occupazione angioina di Napoli.
Portò una dote straordinaria tra cui gioielli, argenti, drappi, tappeti che probabilmente ammontavano a oltre dodicimila onze d’oro. L’accoglienza fu festosa e nel 1390 fu celebrato il matrimonio.
Tuttavia la sorte non fu favorevole con le famiglie che furono miseramente sconfitte dai loro avversari. Manfredi morì e il figlio Andrea, suo successore, venne decapitato il 1 giugno 1392. Sembra che anche il fratello Filippo apprendendo la notizia, venisse colto da un malore e fosse caduto in mare da cavallo.
La famiglia Chiaromonte si estinse ed i beni del casato furono tutti confiscati. Fu allora che Margherita Durazzo iniziò a convincere il figlio a ripudiare Costanza che non avrebbe più giovato alle sue mire espansionistiche. Inoltre il sovrano già pensava al matrimonio con la figlia del sultano Bayazet con cui avrebbe ottenuto l’appoggio politico dei reali ungheresi.
Così il 16 dicembre 1395 Ladislao diede in sposa Costanza ad Andrea de Capua, primogenito del Principe di Riccia e conte d’Altavilla, con una dote di tremila ducati. Si racconta che la giovane abbia detto pubblicamente al novello sposo: «Andrea di Capua, tu puoi tenerti il più avventurato Cavaliero del Regno, poiché avrai per concubina la moglie legittima di Re Ladislao tuo Signore».
Costanza ebbe da lui due figli: Maria e Luigi. Morì probabilmente nel 1423.

 Tiziana Muselli