La leggenda del maneki neko

leggenda del Maneki nekoGIAPPONE – Tra le suggestive leggende di questa nazione magicamente sospesa tra tradizione e modernità, una delle più celebri è quella del maneki neko, che significa gatto che chiama a sé o gatto della fortuna.
Il maneki neko è una scultura in porcellana o ceramica di un gatto rappresentato con una zampa sollevata nell’atto del richiamare e si ritiene che doni fortuna a chi lo possiede. Nel Paese è diffusissima la sua presenza nelle case, nei ristoranti e nelle attività commerciali ed è anche usato come amuleto scintoista. Ora sta raggiungendo anche l’Occidente.
A seconda di quale sia la zampa alzata il gatto è ritenuto portatore di fortuna e salute o di clienti. Inoltre, la tradizione vuole che quanto più la zampa sia sollevata maggiore sia la fortuna o da quanto lontano provenga la buona sorte.
Le sculture più economiche sono realizzate in plastica, legno, cartapesta o argilla, quelle più costose in giada o oro. I gatti della fortuna sono anche raffigurati con una moneta nella zampa che evoca la ricchezza. Alcuni sono dotati di una zampa mobile che ripete il famoso cenno, azionata da una batteria o dall’energia solare.
maneki neko spesso hanno intorno al collo un collarino, un campanello o un bavaglino. Probabilmente questi oggetti furono gli ornamenti con cui anticamente i nobili ornavano i propri gatti.
Si sostiene che i gatti fossero stati importati dalla Cina circa un millennio fa divenendo una gradevole compagnia per la nobiltà. Infatti, furono poi ritenuti portatori di uno spirito divino (kami) diffusore di saggezza e fortuna. Nel tempo, inoltre, si sviluppò una tipica razza felina giapponese con la coda corta definita bobtail a cui si ispira il maneki neko.
I gatti della fortuna sono rappresentati in stili, colori, fogge e con ornamenti diversi. Possono anche essere portachiavi, ciondoli, salvadanai e tanto altro. Ogni colore ha una proprietà diversa, ma il più comune è il tricolore, bianco dalle macchie nere e arancioni, considerato il maggior elargitore di fortuna. Questa credenza potrebbe essere correlata alla rarità di questa colorazione nella razza bobtail.
Al maneki neko è dedicata la festività di Kuru Kuru Maneki Neko Matsuri (la festa del gatto gesticolante) che si tiene dal 29 settembre al 10 ottobre intorno al Tempio di Ise  dove vi sono negozi e bancarelle che omaggiano il felino.
Tuttavia, le origini del maneki neko sono incerte. È possibile che risalga alla raffigurazione di un gatto con una zampa alzata nell’atto di salutare presente in molti luoghi di culto e case dell’antichità oppure al suo probabile uso come oggetto di richiamo sessuale dei bordelli, quando fu vietata l’esposizione di talismani erotici. Tuttavia, il kami e le leggende hanno rafforzato la sua presunta qualità  di portafortuna.
Tra le leggende la più famosa è quella del Tempio di Gotoku che in epoca antica si narra fosse circondato da giardini zen divenuti incolti. La struttura era diventata fatiscente, perdendo l’antico splendore, ma dinanzi al suo altare non mancavano mai offerte ed incenso, doni di un vecchio monaco, custode del tempio. L’uomo pregava assiduamente affinché l’edificio tornasse ai suoi passati fasti e sperava nella buona sorte.
Una sera, il monaco intento a cucinare la sua cena, notò un gatto seduto all’ingresso: mosso a  pietà gli offrì metà del suo pasto. Da allora il gatto ritornò ogni sera e l’uomo condivideva sempre la sua cena con lui. Una notte il monaco, molto triste per lo stato del tempio, gli disse: «Se solo tu fossi un uomo, allora forse mi potresti aiutare!»
Il gatto lo guardò, strofinò la testa contro la sua gamba e rispose con un miagolio. Subito dopo, si scatenò un violento temporale e dei samurai con il loro capo Ii Naotaka, tornando dall’assedio vittorioso di Osaka, passarono accanto ai giardini del tempio nella vana ricerca di un rifugio. Ii intravide un gatto seduto sul ciglio della strada che sollevava una zampa anteriore come se stesse salutando.
Invitandolo a seguirlo, lo condusse dinanzi al tempio di Gotoku. Il monaco offrì riparo agli uomini e Naotaka, colpito dalla sua cordialità, decise di rendere il tempio luogo di culto della propria famiglia, facendolo prosperare.
Il monaco non dimenticò mai ciò che accadde quella notte e alla morte del felino gli eresse nei giardini del tempio una statua che lo ritraeva seduto nell’atto di salutare per propiziare la fortuna.

Negozio di Maneki neko
Negozio di Maneki neko

Tiziana Muselli