Storie di solidarietà

COFFEE-1-articleLarge_by_NewYorkTimesNAPOLI – Il Gambrinus in occasione del Natale ha offerto tanti caffè sospesi ai bisognosi rilanciando la storica tradizione di solidarietà napoletana.
I caffè sospesi napoletani sono diventati oggetto anche di un articolo uscito in questi giorni sul New York Times.
Questo semplice atto di generosità come si legge nell’articolo «È un piccolo regalo che nessuno dovrebbe perdere».
I titolari del Gambrinus Antonio e Arturo Sergio e alcuni clienti storici, ha raccontato Francesco Emilio Borrelli dei Verdi – hanno scelto di donare proprio il 25 dicembre a barboni, clochard e bisognosi caffè pagati: è nata così una nuova tradizione di solidarietà tutta napoletana che si ripeterà nei prossimi giorni in cui è previsto un grande freddo.
«Adesso la nostra preoccupazione è per i senza tetto – spiega Borrelli – che dovranno affrontare il gelo previsto nei prossimi giorni anche a Napoli e provincia. Per questo abbiamo subito chiesto all’Anm di lasciare aperte di notte fino al termine dell’emergenza le stazioni del Museo Nazionale e di Piazza Vanvitelli per offrire un rifugio caldo e sicuro per la notte».
«E sempre sul versante senza tetto Marco Bonora di Sanremo – ha proseguito Borrelli – ha voluto rendere pubblica la sua storia di senza fissa dimora accolto senza pregiudizi dalla comunità napoletana. 4 anni fa un ubriaco gli uccise la figlia levandogli la sua ragione di vita. Ha girato tutte le città italiane vivendo alla meglio. Poi per caso è arrivato a Napoli 10 mesi fa. Da allora si è stabilito in città. Adesso dorme al Centro la Tenda alla Sanità e mangia alla mensa per poveri a Santa Lucia. Una persona che si è integrata nel cuore di Napoli perché ha compreso la vera essenza di questa terra e del suo popolo».
Marco Bonora ha raccontato: «Ho deciso di vivere a Napoli perchè pur essendo i napoletani molto poveri quel poco che hanno lo dividono con generosità. Se non hanno nulla si fanno lo stesso in quattroper te. Mi hanno accettato subito senza giudicarmi. Al nord invece sono molto più egoisti e privi di umanità. All’inizio quando sono arrivato dormivo sulle sedie della sala d’aspetto dell’ Ospedale Loreto Mare. Mi adottò una prostituta che batteva in zona impietosita dal fatto che mi avevano aggredito e derubato di quel poco che avevo appena giunto in città. La notte quando iniziava il “turno” mi portava un bel caffè corretto e la mattina presto quando finiva mi offriva la colazione. Si preoccupava per il mio stato. Eppure a me non sembrava che la sua vita fosse tanto migliore della mia. Abbiamo fatto lunghissime chiacchierate. Mi diede anche dei soldi sapendo che non glieli avrei mai restituiti. Lei si preoccupava per me nonostante io non potessi offrirle nulla. Ecco, quella prostituta mi ha permesso di integrarmi nella città dove adesso vivo e spesso riesco a non pensare al dolore che ha distrutto la mia vita».
Per leggere l’articolo pubblicato dal New Yor Times
http://www.nytimes.com/2014/12/25/world/europe/naples-suspended-coffee.html?action=click&pgtype=Homepage&region=CColumn&module=MostEmailed&version=Full&src=me&WT.nav=MostEmailed&
Si ringrazia Francesco Emilio Borrelli.