ZTN: Da Vinci- Nomen Omen

andrea arionteNAPOLI – Prosegue la rassegna allo spazio teatrale ZTN (Zona Teatro Naviganti) di vico Bagnara in piazza Dante.
Venerdì 5 e 6 dicembre alle 21 e domenica 7 alle 19 nel nuovissimo caveau andrà in scena “Da Vinci-Nomen Omen”. Lo spazio, inaugurato lo scorso ottobre con un’anteprima di stagione apre le porte alla giovane danza contemporanea.
Lo spettacolo, ideato grazie alla collaborazione con l’associazione “Danse et Ballet” di Alessandra Granato per la regia di Andrea Arionte e Simona Perrella, nasce dalla volontà di sperimentare ed esasperare il movimento nei suoi aspetti funzionali ed estetici. In scena Nancy Carandente, Francesca Di Giovanni, Ludovica Frezza, Paola Marasco (Danse et ballet di Alessandra Granato) Simona Perrella, Andrea Arionte.
Attraverso la figura di Leonardo Da Vinci, pretesto coreografico di tutta la pièce, si intende porre un focus sul peso che grava sulle infinite possibilità dell’essere umano. L’uomo, creato ad immagine e somiglianza di Dio, non può rispecchiarsi in esso, ma è costretto ad una condizione di schiacciamento ed incasellamento in false cornici.
L’unica possibilità per l’uomo di esternare la propria divinità, è la sua condizione di artista che nasce da una profonda accettazione dei limiti umani e dall’esigenza di uscire da schemi regolari e risorgere in nuove possibili forme in cui il corpo non è più una macchina in balia del ritmo dei suoi ingranaggi ma è in grado di muoversi in spazi circolari eterni e di sperimentare la creazione in un atto unico dove egli è sia soggetto che oggetto.
“Da Vinci-Nomen Omen”. è una ricerca coreografica che utilizza il corpo come strumento di trasmissione e come specchio dell’anima, capace di parlare in maniera profonda, sentita, per rideterminare il senso della sua esistenza.
Leonardo Da Vinci, uno dei più grandi geni della storia, era condizionato dalla sua insaziabile bramosia di conoscenza che lo portò a percepire un profondo senso di incompletezza, senza rendersi conto che tali limiti venivano sublimati solo nell’Arte, che può elevare l’uomo ad uno stadio di dio-artista, creato e creatore nello stesso tempo.
Note di regia. Attraverso la personalità di Leonardo Da Vinci, emblema di genialità artistica segnata dall’insoddisfazione e dall’incompletezza, divorata da una insaziabile sete di sapere,  (pretesto della nostra ricerca) il lavoro intende porre uno sguardo alla condizione di limite che grava sulle  possibilità inespresse dell’uomo, mira ad utilizzare il corpo come strumento di trasmissione e lo condiziona per raggiungere l’evidenza del “soffio” dell’anima.
È infatti l’uomo-artista colui che più di tutti avverte l’urgente tensione verso qualcosa di elevato e di mistico, quel qualcosa che è altro da sé ma che invano cerca di raggiungere e che per Leonardo coincide col sogno utopistico di Icaro.
Il volo non è altro che la via per accostarsi a Dio, alla conoscenza: se l’uomo fosse più simile agli uccelli, supererebbe la propria condizione di limite sfiorando una dimensione sferica, ma sedotto dalla carnalità rimane schiacciato dal peso terreno che lo restringe in schemi regolari, lo inscrive in contorni definiti. Il corpo appare allora come una macchina inanimata, un assemblaggio ancorato al suolo, che traduce questa tensione verso l’alto in tensione muscolare ed ingranaggi articolari.
Ma la natura celeste dell’uomo, fondata su desideri ed aspirazioni, si manifesta in quell’unico atto che lo accomuna a Dio, ovvero l’atto creativo (sessuale ed artistico). L’uomo è in grado di riscattarsi in quanto, abbandonata la condizione fetale, si tramuta in architettura divina, diventando dio-artista, libero di generare forme.
Il simbolo di passaggio è l’uomo vitruviano, diviso tra astrazione e materialismo, incastrato in una geometria bidimensionale; un corpo dannato poiché nonostante sia immenso e perfetto, rimane muto e minacciato dalle ombre dell’ignoranza.
È nella ricerca delle proporzioni e nell’accettazione del limite, considerato necessario, che l’uomo diventa un dio-artista e partorisce, in una sorta di rinascita, la sua creazione, ovvero se stesso. Contrastando lo schiacciamento e la restrizione, dà libero sfogo alla circolarità eterna della forma umana.
«L’anima desidera stare col suo corpo, perché, senza li strumenti organici di tal corpo, nulla può operare né sentire».
Il costo del biglietto d’ingresso è di 10 euro, ridotto 8.
Per maggiori informazioni: ztn- zona teatro naviganti- vico Bagnara, 3A – Napoli: 339 429 0222 – 335 543 2067