Nel Michigan la pizza è "sospesa"

SALVATORE-DI-SCALANAPOLI – Prima il caffè, poi il libro, e certo tra gli articoli “sospesi” non poteva mancare la pizza. Ma se la “pizza sospesa” a Napoli non fa più notizia, di certo un sorriso di compiacenza l’abbiamo fatto tutti una volta scoperto che… la “pizza sospesa” è approdata nel Michigan!
Ha attraversato l’oceano, trasformandosi in “suspendend pizza”. È diversa nel nome, ma non cambia la sua essenza: tra le più antiche e amabili tradizioni partenopee, nasce per regalare a chi ne ha bisogno – o a un amico dell’acquirente – il piacere di gustare gratuitamente questo piccolo capolavoro culinario.
Il merito dell’esportazione dello spirito napoletano va tutto a Salvatore di Scala (nella foto), ischitano d’origine e pizzaiolo “verace” come l’associazione a salvaguardia del prodotto doc cui ha aderito.
Salvatore, napoletanissimo già nel nome, avendo aperto e portando avanti con successo il “Naples 15” nel Madison, mantiene un rigido protocollo: solo prodotti migliori e cottura a legna.
«Napoli è ricordata sempre per cose negative, ma Napoli è anche tanta solidarietà, fratellanza, tanta bellezza, e io ho portato questo messaggio a Naples 15, la mia pizzeria, in cui tutto è napoletano, dal menu casereccio e tipico, alla gestione: qui facciamo sentire tutti a casa».
Salvatore è convinto che «quando fai l’elemosina, regali soldi, il povero si sente sempre povero, e poi magari usa quei soldi per sigarette e whisky. Meglio offrirgli una pizza che lo sazia e soprattutto che lo fa sentire un cliente come tutti gli altri».
Parlando dell’iniziativa, ci concede un piccolo sguardo alla sua storia, rivelando una tradizione tramandata da padre in figlio: «Mio padre lavorava in un famoso bar di Napoli, facevano oltre tremila caffè al giorno. Chi poteva pagava il proprio e una seconda tazzina, lasciava un caffè in sospeso per chi veniva dopo. Nella mia pizzeria Naples 15 ho perpetuato l’usanza , ma non solo con il caffè, anche con la pizza. Ovviamente, ho dovuto spiegare alla clientela lo spirito dell’idea, ma tutti i miei clienti hanno subito aderito all’iniziativa con molto entusiasmo. Ogni giorno c’è sempre una pizza già pagata per qualcuno che non può permettersela. E oltre alla suspended pizza, c’è un altro atto di amore che facciamo ogni mese, offrendo un pranzo ai senza tetto di un dormitorio vicino».
Cose che fanno onore e che, ancora una volta, danno la possibilità di affermare con fierezza: «Sì, sono napoletano! ».

Fabiana Stornaiuolo