Buon compleanno, Giancarlo!

Giancarlo SianiNAPOLI – È la sera del 23 settembre 1985. Un giovane giornalista, a bordo della sua auto, una Citroen Mehari, sta rientrando a casa, dopo il lavoro. Ha l’animo leggero: la sua assunzione presso il quotidiano Il Mattino è prossima. Quanto l’ha sognata, quanto ci ha sperato, lavorato.
Quasi non ci crede: è un sogno così bello che a toccarlo potrebbe sgualcirsi o svanire. Poi stasera ci sarà il concerto di Vasco Rossi: vi andrà insieme alla fidanzata Daniela e a molti colleghi della redazione per i quali è riuscito a rimediare i biglietti.
Ormai è giunto sotto casa, fa appena in tempo a spegnere il motore. Un solo attimo e una raffica di proiettili lo investono alle spalle. Dolore. Forse domande. Chi? Che cosa?
Il ragazzo probabilmente non ha neppure il tempo di capire, mentre la sua anima vola via e il suo corpo senza vita si abbandona nell’auto.
La sua vita si spegne per sempre, come i sogni, il concerto, Daniela. Solo i fari della sua macchina rimangono accesi.
Un’ora dopo circa, Pasquale Nonno, direttore di Il Mattino fa una telefonata alla polizia per chiedere se ci sono notizie per chiudere il  giornale. La risposta è agghiacciante: «Dottò, conoscete Siani? È stato ammazzato».
No, non è possibile, non ci si può credere. Tutti si precipitano sul posto nella speranza che la notizia sia falsa. Invece è spaventosamente vera. Il giornalista pubblicista assassinato era Giancarlo Siani ed aveva compiuto 26 anni il 19 settembre.
Viveva insieme ai suoi genitori e al fratello Paolo nel quartiere residenziale dell’Arenella, al Vomero. La sua passione per il giornalismo risaliva alle scuole medie, quando scriveva per il giornalino della scuola.
S’interessò al fenomeno della criminalità organizzata e fu un grande attivista anti-camorra, non solo attraverso i suoi articoli, ma anche tramite manifesti, iniziative e movimenti. Fu certamente uno dei primi a capire che la camorra stava assumendo proporzioni enormi, ben più radicate ed estese.
Inoltre, fondò il Movimento Democratico per il Diritto all’Informazione con i giovani colleghiGildo De Stefano e Antonio Franchini. Lavorò per alcuni periodici napoletani, Il Lavoro nel Sud dell’organizzazione sindacale Cisl; l’Osservatorio sulla camorra, curato da Amato Lamberti e infine per Il Mattino, come corrispondente da Torre Annunziata. Per questo stato di precarietà professionale, Giancarlo si autodefiniva spiritosamente “abusivo”.
In quegli anni il boss della camorra di Torre Annunziata era Valentino Gionta. Siani indagava con impegno e amore di verità su ciò che accadeva nella cittadina vesuviana, per verificare attraverso il riscontro dei fatti ciò che scriveva, poi, nei suoi articoli. È possibile anche che stesse lavorando ad un dossier circa le approfondite notizie raccolte.
Per risalire alla soluzione del delitto del giovane giornalista sono occorsi dodici anni d’indagini e le rivelazioni di tre pentiti.  Il boss Lorenzo Nuvoletta per stipulare un patto di non belligeranza con il boss del clan Bardellino, fece arrestare Gionta tramite una soffiata ai carabinieri fatta da parte di un membro del proprio clan.
Giancarlo rivelò questo particolare nell’articolo del 10 giugno 1985, provocando le ire di Lorenzo Nuvoletta e decretando inconsapevolmente, così, la propria condanna a morte. I mandanti e gli esecutori dell’omicidio furono condannati all’ergastolo il 15 aprile 1997.
Giancarlo non fu solo un libero e bravo cronista, martire per la verità, ma anche un ragazzo che amava la musica e lo sport e « … si faceva accettare per il suo modo di essere allegro, gioviale, sempre disponibile, sempre pronto ad avere una parola per chiunque, di conforto o di sprone, nella gioia come nella tristezza».
FortapascInnumerevoli sono i tributi a Siani , tra cui il grande film “Fortapàsc” di Marco Risi. Risale al 2013-2014 il progetto In viaggio con la mehari che ha visto l’auto di Giancarlo, divenuta simbolo della legalità, partire da Napoli per compiere diverse tappe, a Roma, fino al Parlamento Europeo di Bruxelles, guidata, di volta in volta, da grandi personalità impegnate in attività anti-camorra.
Il fratello Paolo raccontò un affettuoso ricordo del loro legame: «Di noi due, insieme, conservo l’immagine di una giornata a Roma, a una marcia per la pace. Io col gesso che gli dipingo in faccia il simbolo anarchico della libertà. E lui che mi sorride».
Giancarlo Siani2
Lo Speaker vuole ricordare Giancarlo Siani non solo per il suo coraggio, il suo lodevole impegno professionale e civile, la sua profonda onestà, ma anche per il suo cuore gentile, il suo volto dal sorriso aperto e dagli occhi limpidi e puliti, per la sua voglia di vivere e per il suo essere semplicemente … ragazzo.
Vuole ricordarlo nel giorno della sua nascita stringendolo in un immaginario abbraccio che vada verso l’Infinito e che gli auguri: «Buon compleanno, Giancarlo!»

Tiziana Muselli