Emozioni a Villa delle Ginestre

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Premio Ginestra 2014« È vero che siamo tutti malvagi, ma non ne godiamo, siamo tanto infelici». Così recitano i primi versi del sensibile Canto che Leopardi dedicò alla Madonna nel 1819.
Giovedì 11 settembre, vigilia di Santa Maria, l’amorevole Vergine è sembrata aver reso grazie al poeta di Recanati, vegliando sulle minacciose nuvole del cielo di Torre del Greco perché non facessero capricci per tutta la durata del Premio La Ginestra 2014, giunto già alla sua ottava edizione.
Sin dalle 19,30 un efficiente servizio navetta a disposizione per l’evento ha atteso gli ospiti all’esterno del parcheggio della scuola materna “G.B. Angioletti” per accompagnarli alla suggestiva Villa delle Ginestre.
L’aria resa frizzante da un impetuoso temporale pomeridiano aveva invitato gli spettatori a indossare morbidi golf o gli eleganti scialli colorati sfoggiati dalle signore.
Emozioni speciali per gli habitué del Premio la Ginestra e per tutti gli amanti di Leopardi hanno impreziosito i minuti d’attesa che il pubblico ha trascorso comodamente seduto nel Giardino di Verzura, riaperto al pubblico insieme agli altri luoghi della Villa nel giugno 2012 dopo lunghi lavori di restauro.
Il magnetismo degli ambienti leopardiano è stato inaugurato con una coinvolgente lettura fatta dalla delicata voce di Massimiliano Foà, attore, regista, nonché formatore per il mondo dell’infanzia e dell’adolescenza nella Compagnia Le Nuvole di Napoli e  narratore per le librerie La Feltrinelli di Napoli, Roma e Milano.
BiasucciCon inconfondibile stile la dolcissima Donatella Trotta, conduttrice dell’evento e prezioso membro del Comitato Scientifico del Premio, ha poi invitato il vincitore del Premio, il professore Luigi Blasucci, a salire sul palco.
Visibilmente emozionato, Blasucci ha iniziato la sua piacevole chiacchierata, rivelando agli ospiti di essere stato un ammiratore di D’Annunzio nell’età dell’adolescenza e di essersi avvicinato alla poetica di Leopardi solo dopo, ai tempi dell’Università, quando rimase colpito dalla sua acuta speculazione sull’Umanità e sull’Universo.
Il professore è stato insignito del Premio La Ginestra proprio per il suo approccio analitico ai segnali emessi dall’opera di Leopardi.
Blasucci ha spiegato al pubblico quanto fosse totale la mente del poeta di Recanati e perché la sua poesia e il suo pensiero fossero perfettamente complementari.
Non ha mancato poi di esaltare la poesia in generale sottolineando che: «Non è un’attività domenicale, ma la costante voce dell’individuo che esprime la sua sensibilità. Voce non certo della collettività, incapace di essere sensibile».
palcoIl tema centrale della poetica leopardiana è stato commentato anche in compagnia degli altri membri del Comitato Scientifico saliti via via sul palco, ovvero la ricerca della felicità. Infiniti sono i pensieri di Giacomo Leopardi – aspramente criticati dal De Sanctis – sull’anima, la metafisica, la religione, la società, la natura, la morale di cui si trova traccia nello Zibaldone.
L’uomo è necessariamente infelice. La natura, che è concepita da Leopardi come madre benigna, ha voluto sin dalle origini offrire un rimedio all’uomo: l’immaginazione e le illusioni. Per questo gli uomini primitivi e gli antichi Greci e Romani, più vicini alla natura, erano felici. Il progresso della civiltà, opera della ragione, ha allontanato l’uomo da quella condizione privilegiata.
In merito alle pagine del Diario Del Primo Amore di Leopardi il professor Blasucci, non ha smesso di incantare il pubblico quando ha argomentato sul tema dell’amore del pensiero che è la più potente delle illusioni, ma è ingannatore: l’amante resta sempre disilluso rispetto all’amato.
Il concertoAi turbamenti del giovane favoloso Giacomo è seguita poi l’appassionata esecuzione di un altro giovane, il violinista Riccardo Zamuner, accompagnato da Maria Sbeglia al pianoforte, nella Melodia d’Orfeo.
La conduttrice Donatella Trotta ha ironizzato poi sull’abuso inverecondo della presenza di Blasucci sul palco, quando sul finale gli ha chiesto di opinare sul Discorso sullo Stato presente dei costumi degl’Italiani, composto da Leopardi probabilmente tra la primavera e l’estate del 1824, quando ancora era viva in lui l’esperienza del viaggio a Roma.
«Per parlare di questo ridicolissimo tempo, bisogna usare le armi del ridicolo» citavano le sue Operette Morali.
Blasucci ha fatto notare al pubblico quanto quell’Opera antologica sia attualissima: ancora oggi, dopo più di 150 anni da quel “patriottismo patetico” gli italiani hanno più usi che costumi; sono individualisti, ovvero incapaci di aggregazione, perennemente uno contro l’altro. L’Italia è la sorella di tutti gli infelici.
Trascorsi troppo in fretta quei deliziosi minuti, è salito sul palco colui che otto anni fa fu,  esclusivamente a scopo culturale, fu l’ideatore del Premio La Ginestra, l’architetto Paolo Romanello, direttore generale della Fondazione  Ente Ville Vesuviane nonché titolare del Rotary Club di Torre del Greco.
Romanello dopo aver ringraziato tutti gli organizzatori, i collaboratori e gli ospiti dell’importante evento ha consegnato il meritato premio al professore di Altamura Luigi Blasucci.
«Io vivo, dunque io spero … »: sono i versi di speranza leopardiana con cui la conduttrice ha congedato il compiaciuto pubblico e ha dato appuntamento al prossimo anno. Che si spera sia sempre più numeroso, mai rumoroso … Proprio come lo è stato in tutte le edizioni del Premio La Ginestra.
villa ginestra - peristilio

Nina Panariello

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