Tennis: Cilic conquista New York

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Marin Cilic esulta sul cemento di Flushing MeadowsDisteso sul cemento dell’Artur Ashe, Marin Cilic da Medjugorje Medjugorie avrà pensato: «Questo è un miracolo!»
E invece il campo centrale di New York ha raramente visto un trionfo più meritato.
Cilic, dopo aver battuto il cinque volte campione Us Open Roger Federer, ha conquistato, nella notte, il primo Trofeo Slam della sua carriera battendo Kei Nishikori in una finale senza storia.
Il nipponico è stato anch’egli protagonista di una cavalcata incredibile, che ha visto capitolare prima Raonic, poi Wawrinka e infine Djokovic (rispettivamente i n. 5, 3 e 1 al mondo). E tutto ciò lo ha fatto dopo aver recuperato, a pochi giorni dall’inizio del torneo, l’infortunio al piede destro che avrebbe addirittura dovuto tenerlo fuori dalla competizione.
Ma è stata la notte di Cilic che, dopo l’incubo della squalifica di 4 mesi per doping (squalifica che lo aveva tenuto fuori proprio dallo Us Open) subita l’aprile dello scorso anno ha alzato notevolmente il livello del proprio tennis, disputando un torneo quasi impeccabile.
Grande sicurezza in campo soprattutto col servizio, la sua arma migliore (quota 98 aces nel torneo per lui), potenza di fuoco col diritto, sia in cross che lungolinea, e gran controllo del rovescio, il croato ha sfoderato un tennis che ha reso Nishikori impotente, e lo ha dominato per tutta la lunghezza del match.
In un primo set che lo vede mettere a segno 9 vincenti contro i 2 del giapponese, Cilic chiude 6-3 grazie al break conquistato nel 6° gioco, concedendo soltanto quattro punti al servizio.
Bastano tre game al croato, per piazzare il secondo break della partita, che lo porta condurre 2-1. E dopo aver giocato il “perfect game” sul 2-3 (4 aces di fila), strappa ancora il servizio a un Nishikori abbattuto nel morale, che nonostante l’immediato controbreak (3-5) è costretto a cedere anche il secondo set. Per il giapponese solo 1/5 nelle palle break.
Nel terzo parziale la musica non cambia e Nishikori cede la battuta sul 2-1. Il nipponico ha però un sussulto sotto 4-1: game tenuto a zero e due possibilità per recuperare il servizio. Ma Cilic è bravo a tenere la battuta annullando anche una terza palla break ai vantaggi grazie a un rovescio lungolinea in uscita dal servizio (punto fotocopia del match point contro Federer) portandosi a servire per il titolo.
Nel confronto a distanza tra le panchine (Michael Chang da una parte e Goran Ivanisevic dall’altra) è uscito vincitore l’ex campione croato, che qui aveva giocato una semifinale nel ’96 (persa contro Sampras) e che ha saputo infondere fluidità e sicurezza in un giocatore che è apparso lontano parente di quello visto giocare un anno fa.
Il 25enne Cilic, che ha chiuso 6-3/ 6-3/ 6-3 in 1 ora e 54 minuti, sale al n.9 nella classifica ATP.
Dopo quasi 10 anni trionfa in un torneo Slam un giocatore non top-ten: era stato il russo Safin, nella finale dell’Australian Open 2005, a battere Leyton Hewitt.

Gianlorenzo Attanasio